La ''C. japonica'' è pianta subtropicale, ed ama quindi [[estate|estati]] piovose ed [[Inverno|inverni]] asciutti; tuttavia è resistente al freddo, sino a -15 °C; teme il vento freddo (che la dissecca) e il ristagno d'[[acqua]] (che fa marcire le radici), per il resto si adatta a qualunque esposizione. Tuttavia, poiché i fiori, soprattutto se chiari e doppi, marciscono sulla pianta, è ideale la penombra.
Coltivato inIn piena terra, vuole [[Reazione del terreno|terreno acido]] od almeno neutro, non ricco.
In vaso può essere coltivatacurata con torba, terra di bosco e foglie, di castagno o d'erica, riparandola in serra d'inverno. Va rinvasata almeno ogni due anni. Ama molto i terreni vulcanici e senza ristagni d'acqua, in particolar modo terreni di origine effusiva molto sabbiosi (pozzolana o pomice) con alto tenore di silicio. Ciò spiega la buona vegetazione che hanno queste piante nei terreni vulcanici di Lazio e Campania. Pianta che non sopporta terreni e acqua con calcare, argillosi e asfittici con un pH alcalino o subalcalino (talvolta anche pH 7) mostrando segni evidenti di clorosi ferrica e marciume radicale che ne determinano la morte. Nelle zone troppo soleggiate o troppo fredde d'inverno spesso la ''C. japonica'' soffre di bruciature fogliari causate rispettivamente dal sole o dalla neve che vi si poggia sopra. Essendo una pianta di sottobosco non necessita di luce solare diretta, ma diffusa, oppure di ombra sotto grandi alberi che mantengono l'aria umida. Evitare di esporre la pianta a intense correnti di vento prolungate nel tempo. L'acqua fornita alla pianta deve essere piovana o demineralizzata per evitare un innalzamento del valore di pH sopra il valore di 6.5 circa.
Si moltiplica per [[talea]] o per [[innesto]] su soggetti ottenuti con [[talea]] o [[semina]].