Camellia: differenze tra le versioni
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==Descrizione==
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Il genere ''Camellia'' comprende piante a portamento arbustivo o ad alberello, sempreverdi, alte in natura fino a 15 m.
Le [[foglie]] sono semplici alterne, di colore verde più o meno scuro secondo la specie, lucide e coriacee, a volte carnose e provviste di stipole e ghiandole aromatiche, con i margini lisci o crenati, di forma [[ellittica]], [[lanceolata]] o oblungo-lanceolata.
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La specie più coltivata come [[pianta ornamentale]] nei giardini, parchi e viali, è la ''C. japonica'' <span style="font-variant: small-caps">[[Carl von Linné|L.]]</span>, originaria della [[Corea]] e del [[Giappone]], arbusto che raggiunge alcuni metri di altezza, foglie persistenti, ovali di colore [[verde]] cupo lucente, fioritura primaverile con fiori dai colori nelle varie sfumature dal [[bianco]] al [[rosso]] cupo, corolle a forma di [[Rosa (botanica)|rosa]] aperta e appiattita.
In [[Italia]] anche se non più coltivata come un tempo, è diffusa nella zona dei laghi prealpini (è famosa la collezione di [[Villa Taranto]] sul [[Lago Maggiore]]), in [[alto Piemonte]], dove si trovano numerosi boschetti utilizzati per la raccolta dei fiori in boccio, e nell'Italia centro-meridionale e insulare; in condizioni pedo-climatiche ottimali, possono raggiungere dimensioni di oltre 10 m di altezza. In particolare da segnalare in Lucchesia la zona intorno a
== Cura ==▼
La ''C. japonica'' è pianta subtropicale
In vaso, vuole [[torba]], terra di bosco e foglie, di castagno o d'erica, riparandola in serra d'inverno. Va [[rinvaso|rinvasata]] almeno ogni due anni. Ama molto i terreni vulcanici e senza ristagni d'acqua, in particolar modo terreni di origine effusiva molto sabbiosi (pozzolana o pomice) con alto tenore di silicio. Ciò spiega la buona vegetazione che hanno queste piante nei terreni vulcanici di Lazio e Campania. Pianta che non sopporta terreni e acqua con calcare, argillosi e asfittici con un [[pH]] alcalino o subalcalino (talvolta anche {{TA|pH 7}}) mostrando segni evidenti di clorosi ferrica e marciume radicale che ne determinano la morte. Nelle zone troppo soleggiate o troppo fredde d'inverno spesso la ''C. japonica'' soffre di bruciature fogliari causate rispettivamente dal sole o dalla neve che vi si poggia sopra. Essendo una pianta di sottobosco non necessita di luce solare diretta, ma diffusa, oppure di ombra sotto grandi alberi che mantengono l'aria umida. Evitare di esporre la pianta a intense correnti di vento prolungate nel tempo. L'acqua fornita alla pianta deve essere piovana o demineralizzata per evitare un innalzamento del valore di pH sopra il valore di 6,5 circa.▼
Si moltiplica per [[talea]] o per [[innesto]] su soggetti ottenuti con talea o [[semina]].▼
Data la crescita molto lenta di queste piante, la [[potatura]] deve essere sempre cauta, a meno che non si voglia far ripartire da zero una pianta troppo accresciuta. La potatura di formazione va fatta subito dopo la fioritura, selezionando tra i nuovi getti quelli che si vogliono tenere, lasciando almeno una [[Gemma (botanica)|gemma]]. La potatura di pulizia (rami morti o danneggiati, o in eccesso) può essere fatta in qualunque stagione.▼
== Avversità ==▼
Teme i geli intensi e prolungati, il ristagno d'acqua può provocare il marciume radicale.▼
== Tassonomia ==
{{vedi anche|Specie di Camellia}}
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Image:CameliaMariaAntonietta.jpg|Camelia Maria Antonietta
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▲== Cura ==
▲La ''C. japonica'' è pianta subtropicale, ed ama quindi [[estate|estati]] piovose ed [[Inverno|inverni]] asciutti; tuttavia è resistente al freddo, sino a {{TA|-15 °C}}; teme il vento freddo (che la dissecca) e il ristagno d'[[acqua]] (che fa marcire le radici), per il resto si adatta a qualunque esposizione. Tuttavia, poiché i fiori, soprattutto se chiari e doppi, marciscono sulla pianta, è ideale la penombra.
▲In piena terra, vuole [[Reazione del terreno|terreno acido]] od almeno neutro, non ricco.
▲In vaso, vuole [[torba]], terra di bosco e foglie, di castagno o d'erica, riparandola in serra d'inverno. Va [[rinvaso|rinvasata]] almeno ogni due anni. Ama molto i terreni vulcanici e senza ristagni d'acqua, in particolar modo terreni di origine effusiva molto sabbiosi (pozzolana o pomice) con alto tenore di silicio. Ciò spiega la buona vegetazione che hanno queste piante nei terreni vulcanici di Lazio e Campania. Pianta che non sopporta terreni e acqua con calcare, argillosi e asfittici con un pH alcalino o subalcalino (talvolta anche {{TA|pH 7}}) mostrando segni evidenti di clorosi ferrica e marciume radicale che ne determinano la morte. Nelle zone troppo soleggiate o troppo fredde d'inverno spesso la ''C. japonica'' soffre di bruciature fogliari causate rispettivamente dal sole o dalla neve che vi si poggia sopra. Essendo una pianta di sottobosco non necessita di luce solare diretta, ma diffusa, oppure di ombra sotto grandi alberi che mantengono l'aria umida. Evitare di esporre la pianta a intense correnti di vento prolungate nel tempo. L'acqua fornita alla pianta deve essere piovana o demineralizzata per evitare un innalzamento del valore di pH sopra il valore di 6,5 circa.
▲Si moltiplica per [[talea]] o per [[innesto]] su soggetti ottenuti con talea o [[semina]].
▲Data la crescita molto lenta di queste piante, la [[potatura]] deve essere sempre cauta, a meno che non si voglia far ripartire da zero una pianta troppo accresciuta. La potatura di formazione va fatta subito dopo la fioritura, selezionando tra i nuovi getti quelli che si vogliono tenere, lasciando almeno una [[Gemma (botanica)|gemma]]. La potatura di pulizia (rami morti o danneggiati, o in eccesso) può essere fatta in qualunque stagione.
▲== Avversità ==
▲Teme i geli intensi e prolungati, il ristagno d'acqua può provocare il marciume radicale.
== Note ==
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