Pazza famiglia

serie televisiva italiano

Pazza famiglia è una serie televisiva italiana, trasmessa da Rai Uno in prima serata e formata da due stagioni: la prima trasmessa di domenica, in quattro puntate da due episodi ciascuna, dal 5 al 26 febbraio 1995 e la seconda il giovedì, ma in sei puntate da due episodi ciascuna, dal 3 ottobre al 7 novembre 1996.

Pazza famiglia
Montesano nella sigla d'apertura
PaeseItalia
Anno1995-1996
Formatoserie TV
Generecommedia
Stagioni2
Episodi20
Lingua originaleitaliano
Crediti
IdeatoreEnrico Montesano
RegiaEnrico Montesano
SceneggiaturaCarlotta Ercolino, Ottavio Jemma, Enrico Vaime, Antonello Dose, Marco Presta, Enrico Montesano
Interpreti e personaggi
FotografiaGiuseppe Ruzzolini
Prima visione
Dal5 febbraio 1995
Al7 novembre 1996
Rete televisivaRai Uno

Protagonista degli episodi è Enrico Montesano che interpreta un architetto quarantacinquenne, Leonardo Capasso, la cui vita da un giorno all'altro appare completamente stravolta.

La serie si è aggiudicata un Telegatto come miglior telefilm italiano.

Prima stagione

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Di ritorno da un viaggio all'estero, Leonardo trova la sua casa vuota. I figli Valeria (Alessandra Bellini) e Michele (Riccardo Salerno) e la moglie sembrano essersi dileguati nel nulla. L'unica traccia del passato è una videocassetta in cui la sua seconda moglie, Gianna (Alessandra Casella), ha inciso il suo addio. Parenti, amici e vicini di casa, tra cui Lara (Barbara Snellenburg), cominciano allora ad affollare la casa per aiutarlo, ma finiscono col complicargli la vita ancora di più.

Il suocero (interpretato da Paolo Panelli) vorrebbe tornare a vivere con Leo. I figli si fanno vivi con i loro problemi. I tentativi di ricomporre la sua famiglia vengono intralciati da equivoci e malintesi. Leo, oppresso dai tanti problemi, finisce in uno stato confusionale che lo porta addirittura al ricovero in una clinica. Tornato a casa, tenta di ricomporre i pezzi delle sue famiglie, ma ben presto il suo sogno si scontra inesorabilmente con la realtà.

Leo riesce però ad affrontare il tutto con ottimismo e speranza...

Seconda stagione

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Continuano le disavventure dell'architetto Leonardo Capasso (Enrico Montesano), che ha ormai fallito qualsiasi tentativo di riallacciare i legami con la seconda moglie (Alessandra Casella) e decide quindi di iniziare una nuova relazione sentimentale con una giovane moretta chiamata Giulia (Kay Rush). Il tutto mentre il figlio di Leo, Michele (ora interpretato da Fabrizio Cerusico, successivamente diventato un ginecologo specialista nella cura dell'infertilità), scopre che la propria fidanzata, originaria di Ponsacco, è rimasta incinta e programma di trasferirsi nella cittadina toscana. Ancora importante sarà per Leo l'apporto del suocero (Paolo Panelli).

Episodi

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Stagione Episodi Prima TV
Prima stagione 8 1995
Seconda stagione 12 1996

Accoglienza

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Critica

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«[...] Una specie di «sit-com» all'italiana (genere difficile, per noi) dominata dalla simpatia del protagonista. [...] Quei quasi otto milioni di spettatori starebbero a indicare che se ci proviamo anche noi, a fare queste «situatio comedy», alla fine riusciamo [...]»

«[...] «Pazza famiglia», commedia in otto episodi, via di mezzo tra una situation-comedy all'americana e un telefilm all'italiana, costi ridottissimi ma ottimi dialoghi, domenica sera su Raiuno, ha raggiunto i 7 milioni 728 mila spettatori di media con punte di oltre 9 milioni. E subito s'è gridato al miracolo. Perché la fiction italiana ormai è agonizzante e un pubblico così lo fanno solo i grandi prodotti come «La piovra» o i casi clamorosi come «Amico mio». [...] Per questo un successo come «Pazza famiglia» non è più soltanto un successo personale di Enrico Montesano ma diventa un esempio da seguire, un modello da sperimentare, una speranza da coltivare. [...]»

«Un raro esempio di «situation comedy» italiana realizzata bene [...]. In verità, degli episodi trasmessi finora in due domeniche tre erano buoni mentre il quarto, quello dell'amico ospite in casa e ella cameriera brasiliana, era piuttosto stupidotto; ma qui si vede all'opera la rete di sicurezza costituita da un «casting» intelligente che ha dotato la serie di un gruppo di ottimi interpreti. Magnifico come sempre Paolo Panelli, grande attore che, fra la mimica e quella sua particolarissima enfasi popolaresca, sa trasformare in un romanzo anche la più anodina delle battute. La gag del termometro col sughetto nel terzo episodio è certo graziosa, ma non risulterebbe così trascinante se non ci fosse quella sua baldanzosa nonchalance da impunito ad amplificarne l'effetto rendendola irresistibile. Allo stesso modo il protagonista Montesano, con una gran padronanza della battuta e una misura comica che non cade mai nell'istrioneria, delinea un personaggio [...] di simpatia contagiosa. Alessandra Casella, la moglie, è una brava attrice che meriterebbe spazi maggiori nella nostra tv: basta guardare i tre secondi, superbi, della sua mimica sprezzante al primo incontro con Barbara Snellenburg, supposta amante del marito. Bene pure le figure secondarie: ricordiamo Caterina Sylos Labini, ch'è sempre assai spiritosa, Carlo Cartier (che tira fuori tutto il possibile dal citato quarto episodio), e il valoroso caratterista Vincenzo Crocitti, brillante nel ruolo del portiere. Barbara Snellenburg, vera apparizione di bellezza, incarna bene la vicina di casa che tutti sogniamo, il mito di «Quando la moglie è in vacanza»: giustamente il telefilm evidenzia il riferimento con uno scambio di battute. Perfino Alessandra Bellini, che era così melensa nel famoso spot della Sip, qui, ben diretta, si dimostra espressiva (ma dovrebbe educare un po' la voce). La serie si regge su un buon ritmo veloce da commedia; il punto di forza è un dialogo «snappy», spassoso che recupera la forza sintetica fulminante del romanesco [...]; ovviamente un romanesco generosamente italianizzato [...]. Non sapremmo dire se «Pazza famiglia» riesca davvero a essere, come amabilmente ambisce, una scherzosa autobiografia del maschio italiano. È certo ameno e compatto il suo personaggio di romano di livello economico medio-alto, casalingo e provinciale sotto la vernice di modernità, che va in crisi se deve mangiare il «sushi» e che nasconde insospettate grettezze piccolo-borghesi ('sti quattro burini al tavolo da poker!), che è tendenzialmente infedele ma allo stesso tempo geloso; e però con le donne è mammone e insicuro, più che l'amante conquistatore che vorrebbe essere. Come per molti vecchi film di Sordi, si è incerti nel giudicar: riuscita dilatazione satirica o macchietta? In ogni modo, lo spettacolo è spiritoso.»

Controversie

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La serie fu accusata di pubblicità occulta dal programma televisivo Striscia la notizia[4]; la diatriba si incrementò quando Montesano e l'inviato del tg satirico Stefano Salvi vennero alle mani; inoltre in quel frangente l'attore, che in quel periodo era europarlamentare, accusò il programma di «attacco politico» e di «usare la tv come un manganello», mentre Antonio Ricci, regista del programma, replicò sentenziando che «quelle di Montesano sono proteste "craxiane"».[5][6] Il senatore di Alleanza Nazionale Franco Servello, componente della commissione di vigilanza Rai, propose al neopresidente dell'azienda Enzo Siciliano il rinvio della serie al termine del mandato parlamentare di Montesano nel 1999, affermando che «i parlamentari nazionali ed europei possono solo fare gli ospiti in un sistema di "par condicio"»[7]

  1. ^ Alessandra Comazzi, Tutti da Montesano domenica sera un marito all'«antica italiana», in La Stampa, 7 febbraio 1995, p. 23.
  2. ^ Simonetta Rabiony, Montesano, miracolo italiano, in La Stampa, 8 febbraio 1995, p. 18.
  3. ^ Giorgio Placereani, Miracolo: fa ridere «Pazza famiglia», in Il Piccolo, 15 febbraio 1995, p. 30.
  4. ^ «Pubblicità occulta da Montesano». Ma non è una novità, in La Stampa, 28 febbraio 1995, p. 23.
  5. ^ Simonetta Rabiony, «Striscia», assalto a Montesano, in La Stampa, 1º marzo 1995, p. 20.
  6. ^ g. fer. [Gabriele Ferraris], «Provochiamo i potenti», in La Stampa, 1º marzo 1995, p. 20.
  7. ^ via ANSA, Servello: Siciliano allontani dalla Rai Augias e Montesano, in La Stampa, 6 agosto 1996, p. 6.

Collegamenti esterni

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