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Copia Di Geografia Umana

Il documento tratta di geografia e descrive i suoi vari aspetti. Viene definita la geografia, i suoi tipi principali come geografia fisica e umana, e a cosa serve. Vengono inoltre introdotti concetti chiave come sistema territoriale, scala spaziale e analisi dei sistemi.

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Copia Di Geografia Umana

Il documento tratta di geografia e descrive i suoi vari aspetti. Viene definita la geografia, i suoi tipi principali come geografia fisica e umana, e a cosa serve. Vengono inoltre introdotti concetti chiave come sistema territoriale, scala spaziale e analisi dei sistemi.

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26/02/2023

GEOGRAFIA

1. CAPITOLO UNO
ESAMI: unico esame; iscrizione 5gg prima dell’esame;
ESONERO: svolto in sotto forma di lavoro di gruppo/individuale da discutere in
presenza degli altri, un gruppo presenta un argomento che lo propone e la
presenza davanti agli altri per un confronto e un dialogo.

La geografia che sarà oggetto di studio non è quella di mari, monti, fiumi, perché
non è quella che ci spiega gli accadimenti del mondo, come è costituito il nostro
presente, poiché non è in rapporto con l’uomo. Ovvero, non è, quella che serve
per comprendere le dinamiche che accadono in certi punti e che, se non
comprese, non permettono di capire perché certi fenomeni avvengono in un
determinato punto.

Il termine “geografia” significa, letteralmente: “descrizione della Terra”.


A. Come potremmo meglio definire la geografia?
Potremmo dire più esattamente – che potrebbe essere meglio definita come il
sapere che spiega il perché i fenomeni differiscano da luogo a luogo sulla
superficie terrestre.
I fenomeni che la geografia si occupa di analizzare sono di due tipi:
I. fisici – strettamente legati alla geografia fisica (es. terremoti);
II. umani/antropici – legati all’interazioni dell’uomo nel territorio
(es. inondazioni di fiumi che avvengono a seguito dell’uomo che va a
costruire nei pressi di un fiume);

B. Di che cosa si occupa la geografia?


La geografia si occupa dello spazio (1.1 F) e di ciò che in esso agisce dunque dei
fenomeni che si verificano in essi.

ESEMPIO: La nostra conoscenza della città e dell’area in cui viviamo,


dell’Università che frequentiamo, è una conoscenza di natura essenzialmente
geografica, in quanto si basa sulla nostra consapevolezza dell’ubicazione delle
cose (es. ubicazione delle aule), dei loro rapporti spaziali e del contenuto
mutevole delle varie aree in cui ci muoviamo. Essa viene dalla necessità di
conoscere il territorio; dunque, dobbiamo essere consapevoli degli spazi e dei
rapporti che sono interconnessi.
C. Tipi di geografia.
La geografia fisica: nel mondo di oggi (con tutto quello che accade di
cambiamenti in tutte le scale geografiche) ci aiuta a comprendere l’organizzazione
e i rapporti dei territori; rivolge la sua attenzione al versante fisico del rapporto
uomo – ambiente.
(es: erosione delle coste – evento fisico dovuto al ritiro e all’avanzata dell’acqua,
ma anche ad un uso del territorio non corretto da parte dell’uomo) che
inevitabilmente crea una reazione. (sistema*)
La geografia umana: si occupa del mondo come è, e come potrebbe essere
(qualcosa che si riferisce in merito applicativo – cosa si può fare affinché il
mondo cambi?). Il suo ambito specifico di interesse è quello degli esseri umani e
di come interagiscono nello spazio. Lo studio della geografia umana, dunque, può
servire a renderci cittadini meglio informati (“cittadini del mondo”), meglio
capaci di comprendere le questioni che le nostre comunità e che i nostri paesi
sono chiamati ad affrontare, quindi meglio preparati per contribuire alla
soluzione di esse.
La geografia della percezione: farsi un’idea dei territori sulla base di quello
che possiamo valutare. La nostra percezione del territorio cambia in base anche al
criterio di valutazione, pertanto non è oggettiva. (es. – se io non sono mai stata ad
Ostuni, comunque, mi sono fatta un’idea della città sulla base di quello che ho
visto, letto e sentito raccontare – pertanto mi sono costruita una mia geografia
personale che non per forza corrisponde alla realtà.)
La geografia della comunicazione: quando noi parliamo di geografia della
comunicazione, normalmente veniva considerato solo l’aspetto fisico, in rapporto
alla connessione tra punti del territorio; quindi, alla possibilità di muoversi più
velocemente o agevolmente verso territori più distanti.
Nel tempo il riferimento alle comunicazioni è cambiato. La comunicazione è
anche condivisione di informazioni tecniche, che fa aumentare la connessione tra
persone e territori. Includere quindi una connessione in termini virtuali, ovvero
alla possibilità di poter accedere facilmente a informazioni che si trovano a
distanza grazie a internet.

D. A cosa serve la geografia?


In conclusione, si può dire che la conoscenza geografica, generi una
consapevolezza dell’ubicazione delle cose e dei loro rapporti spaziali. È
importante notare anche come, quando gli elementi di un territorio vengono
mossi, si costituisce un’organizzazione* del territorio, avviando un cambiamento
del sistema territoriale (1.1 E) . Se tutto fosse assolutamente identico, ovunque e
in qualsiasi contesto, non si studierebbe la geografia. Nel momento in cui ci sono
delle oggettive differenze la geografia ci spiega perché i fenomeni differiscono tra
loro.

2
1.1
E. Cosa è un sistema*??
Sistema* territoriale: si crea quando gli elementi che esistono sul territorio
interagiscono tra di loro più o meno direttamente e che creano delle reazioni che
possono modificare il sistema stesso.
F. Differenza tra spazio e territorio geografico
Spazio: è un’estensione della superficie terrestre di dimensioni non definite; ci si
riferisce ad un’area senza far riferimento a quello che vi è all’interno (dimensione
dell’area);
ii. Spazio geografico: dipende dalle relazioni e dalle interazioni tra i soggetti
e gli oggetti che sono al centro della sua analisi;
iii. Scelta Spaziale: ogni movimento che compiamo, che implica una nostra
decisione.
iv. Comportamento spaziale: ogni volta che ci muoviamo, nell’ambito
spaziale attuiamo un comportamento spaziale, differente da quello del
giorno precedente.
Adottare una prospettiva spaziale significa dunque porre particolare attenzione
alle differenze tra un luogo e l'altro, tra uno spazio e l'altro, nelle dinamiche della
società e nei rapporti tra ambiente e società.
Territorio: erroneamente si associa solo all’area amministrativa (es. comune), si
riferisce a ciò che accade e a tutto quello che compone lo spazio geografico, ai
legami, alle connessioni (legame ad un'unica direzione) e alle interdipendenze
(legami a reciproca direzione).
v. regione: ambito territoriale che viene stabilito sulla base di caratteristiche
simili accomunate da una funzione comune. Anche esso viene associato
erroneamente al concetto amministrativo.
G. La Scala spaziale
Scala Geografica: ambito di riferimento spaziale, (a scala di dipartimento
DIRIUM – noi abbiamo due/tre corsi di geografia, a scala di ateneo – noi
abbiamo dieci corsi di geografia); ambito di riferimento alla cartografia
(sapere leggere le carte per comprendere quello che sta succedendo).

1.2
H. L’analisi dei sistemi
L’analisi dei sistemi ci rende maggiormente consapevoli delle realtà e delle
prospettive della nostra società; quindi, conoscere i sistemi territoriali e capire le
dinamiche ci rende consapevoli, in un mondo sempre più interconnesso e
competitivo, che comporta un confronto continuo.
3
Interconnesso: una maggiore diffusione culturale, un maggiore accesso alle
informazioni e nel tempo stesso un maggiore spostamento della popolazione,
poiché vi è la possibilità di spostarsi più velocemente (collegamenti più comodi,
che in termini di tempo si sono ridotti);
Competitivo: usufruire di determinate condizioni migliori.
ESEMPIO: globalizzazione – molte aziende si sono spostate (delocalizzazione),
per andare altrove, dove i costi di produzione sono inferiori, essenzialmente quelli
asiatici e dell’est.
Differenza tra produzione lorda e
contributi sociali per ora lavorata nei
paesi UE (2012).
Belgio €40 – Bulgaria €5 (all’ora).
produzione di auto – Fiat, Torino, per
cosa era conosciuta? per essere un
importante centro industriale, (geografia
della percezione ma anche oggettiva) –
per cui non si pensava di certo a cosa
conservasse a livello storico, culturale e
artistico.
Cosa succede?
La Fiat ha aperto una sede a Melfi, in Basilicata, dove c’erano dei fondi dallo
stato, perché non c’era un elevata sindacalizzazione, utili al fine dell’azienda–
(marketing aziendale: scelta strategica al fine di ottenere delle condizioni migliori
per operare).
Dal punto di vista della percezione, Torino solo da pochi anni è tornata ad essere
conosciuta per contesti culturali. Questo è avvenuto nel momento in cui la politica
del comune è cambiata, iniziando a far conoscere la città in maniera differente.
(marketing territoriale). Basata sui cinque sensi, es: il gusto – fiere del cioccolato
(gianduiotto).
Le singole attività, gli stabilimenti, si sono andati articolando nelle aree limitrofe.

Marketing territoriale (competitività del territorio): nasce per rendere il


prodotto più competitivo, ma dagli anni 90, è stata applicata al territorio, dal
punto di vista del lavoro o del turismo.
(es. Salento, ha saputo utilizzare il marketing territoriale per valorizzare il
territorio e promuoverlo; a differenza del Gargano che comunque ha i suoi
territori ma non li ha saputi valorizzare)

Demografia: studia vari aspetti dell’istituzione umana.

IL SOLE 24 ORE: Giornale che riporta gli avvenimenti del mondo. (Articoli
che potrebbero essere discussione d’esame)

4
27/02/2023

2. CAPITOLO DUE
A. I livelli di utilità della geografia.
La geografia ha tre livelli di utilità, come intervenire in determinati ambiti, nella
nostra scala locale come anche nel globo.
1. DESCRITTIVO
è il primo livello, che risponde alle domande: che cosa? dove?
Applichiamo questo livello nel nostro contesto.

Limitarsi a considerare il livello descrittivo significa, semplicemente,


osservando quello che vedo, facendo una fotografia o costruendo una
carta. (non cartina!)

UBICAZIONE: data dal livello descrittivo, indica la posizione di un


elemento o fenomeno senza chiedersi il perché o il come (es. il luogo in cui
sorge una montagna); oggettivamente, non mi interessa perché è ubicato
lì.

Esempio: fare una fotografia della nostra distribuzione spaziale, oppure,


descrivere quello che ci circonda senza soffermarsi sul perché. Noi
spazialmente occupiamo delle posizioni.

2. ESPLICATIVO
è il secondo livello caratterizzato dalle domande: chi? Perché così? Perché
lì (in particolare – localizzare un territorio)
Applichiamo questo livello nel nostro contesto.

Comprendere perché uno o più fenomeni siano localizzati in determinati


punti del territorio e perché si presentano così come li osserviamo. Capire
quali rapporti spaziali (vecchi e nuovi – in evoluzione) sussistano tra i
fenomeni e il sistema territoriale (di cui fanno parte) e come i rapporti
influiscano su di essi; interpretare le modalità della loro organizzazione
spaziale, laddove, se utilizziamo solo il primo livello, ci limitiamo a
osservarlo.

Organizzazione spaziale: è decidere dove andare a posizionare un


determinato luogo perché sia più accessibile (università, servizio pubblico,
uffici comunali) – organizzata in maniera propria – per essere il più
funzionale possibile.

5
Esempio: perché un castello è sorto in un punto piuttosto che un altro?
Perché in altura, per esempio, si riesce meglio a osservare eventuali
assalti. Pertanto, tutto ha una logica spaziale, anche se, a volte può essere
un elemento puramente casuale.

Accidente storico: qualcosa che avviene apparentemente per caso, per poi
dar luogo a un ampio raggio di localizzazioni.

ESEMPIO: San Giovanni Rotondo, sviluppo molto importante per la


presenza che vi è stata di Padre Pio, se fosse andato a San Marco in Lamis
(territorio, comunque, culturalmente importante) avrebbe spostato l’asse
della storia di quei comuni, perché ora quella città ha un’affluenza di fedeli
e un’importanza culturale, e sanitaria. Territorio sperduto e difficilmente
accessibile. Perché lì? Per un fattore di localizzazione.

3. CRITICO/APPLICATIVO
il terzo livello, il più importante, poiché fa la differenza in termine
prospettivo/propositivo, risponde alla domanda: come e dove dovrebbe
essere? Come e dove sarà? con finalità e utilità professionali e
previsionali.

LOCALIZZAZIONE: data dai livelli esplicativo e critico-applicativo,


indica la posizione di un elemento o fenomeno spiegando anche il perché;
tramite l’analisi dei comportamenti spaziali, e sulla base dei fattori che si
hanno a disposizione. Esso presuppone un pretesto o processo di scelta
spaziale non dettato dalla casualità. (es. la localizzazione di un servizio,
come un ospedale, in un luogo facilmente raggiungibile).
Non si può dire dunque: “mandare la localizzazione”, in quanto non
presuppone il perché del dove mi trovo, ovvero i fattori di localizzazione.
Il fattore di localizzazione: è l'elemento che attrae una persona in un posto
piuttosto che in un altro.
Dunque, è il riferimento al processo di scelta spaziale fatto laddove, si è
fatta una scelta di ubicarsi lì (osservazione del processo di scelta spaziale).
Il processo di scelta può essere inteso in senso:
I. umano - quando si sposta un elemento;
II. Antropici - possono decidere di conto proprio.
Lo studio scientifico deve fornire gli strumenti per analizzare una o più
localizzazione dei fenomeni, ma anche per prevedere i loro possibili
sviluppi spaziali (dovuto dai fenomeni che cambiano).
Necessario parlare di globalizzazione, poiché a seguito di essa vengono
condivisi determinati aspetti (come la produzione di stessi prodotti in più
paesi).
Basandosi sull’osservazione e interpretazione del territorio bisogna capire:
cosa succede? Perché?

ESEMPIO: “distretto delle sedie.”


6
Nelle aree dell'Italia nord-orientale, c’erano molte aziende che lavoravano
il legno, nel dettaglio specializzate nella lavorazione delle sedie. Dato che il
pilastro dell’economia italiana, in realtà, è sempre stato quello delle P.M.I.
(piccole-medie imprese) che hanno costituito l’ossatura del processo
produttivo, che hanno posto il fenomeno dei distretti industriali, ovvero di
imprese che condividevano di uno spazio geografico (sistema territoriali),
stessi prodotti, per usufruire di ulteriori sconti e degli stessi servizi con
spese minori, (economie di scala).

Al tempo stesso nasce la preoccupazione che tutto diventi uguali, che si


perda la capacità di riconoscere un territorio.
Ma la risposta a questa preoccupazione è no, perché comunque non si ha
la stessa identica cultura; dunque, il prodotto mancherà di determinate
specificità.

DELOCALIZZAZIONE: [Link]
e-sostenibilita-paesi-cui-si-delocalizza-AFruyVEB.
Aver permesso di puntare, per la produzione di elementi, verso paesi
molto distanti ci ha messo in crisi.
Sottolineature: dipendere da altri territori, più aumento la domanda più
aumento il costo, osservazione di equilibri politici perché l'Italia non aveva
sufficienti prodotti; molto banalmente – moltissimi elementi sono
prodotti nel mercato asiatico, pertanto ha comportato l’aumento dei costi
e un ritardo di elementi.
Sono state inoltre ignorate le implicazioni generate in fatto di degrado
ambientale (per esempio inquinamento e sfruttamento delle risorse) e
sociale (in particolare deterioramento delle condizioni di lavoro).
Energie sostenibile: usare energie che non inquinino così che la futura
generazione non debba utilizzarne diverse.
Non è facile impegnarsi per risolvere i problemi poiché ci sono differenze
politiche e culture.
Presa di coscienza – investire i processi produttivi altrove, diventa un
boomerang.

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01/03/2023

3. CAPITOLO TRE
A. Perché e come alcuni elementi si concentrano in certi punti per produrre
particolari risultati? Perché sono assenti in altri? In quale misura ciò che è
presente in un punto influenza ciò che avviene altrove?
Occorre innanzitutto osservare dove si trovano i fenomeni da studiare e,
successivamente, ricercare perché e come essi sono andati a localizzarsi là dove
risultino ubicati. In alcuni termini è necessario prima accertare la distribuzione
dei fenomeni, per intere aree e l'ubicazione dei singoli elementi del fenomeno
stesso.

ESEMPIO: la distribuzione geografica dei castelli in una regione.


Nelle aziende abbiamo:
la rilocalizzazione – riportare la produzione, che in precedenza erano state
trasferite in un paese straniero nei Paesi di provenienza.
La delocalizzazione – quando si parla dello spostamento delle aziende, bisogna
osservare il fenomeno dell'abbandono del territorio e in seguito vanno ricercati i
fattori e i modi tra loro localizzazione (ovvero il motivo che ne ha determinato
l'ubicazione – la distribuzione spaziale).
Vanno ricercati i fattori e i modi della loro localizzazione, cioè il processo che ne
ha determinato l’ubicazione, la distribuzione spaziale. In altri termini è necessario
prima accertare la distribuzione spaziale dei fenomeni, per intere aree.
Queste quindi sono il fatto, l’esistenza stessa dei fenomeni, in determinati luoghi
(Ranieri, 1977).

B. Come possiamo comprendere i fenomeni?


La rappresentazione cartografica della distribuzione spaziale di un fenomeno è
generalmente il primo passo verso la sua comprensione. È un modo per farci
un’idea di cosa c'è nel territorio in rapporto a un fenomeno. Il cartografo deve
fare una scelta soggettiva in base alle caratteristiche che deve avere la carta.
La posizione può declinarsi in due sensi:
 posizione assoluta: basata su un sistema di calcolo, individuando un
fenomeno o elemento il rapporto al reticolo geografico (ossia la
suddivisione in paralleli e meridiani, longitudine e altitudine) posizione
estremamente sicura e precisa, non varia a seconda degli elementi che ha
attorno;
 posizione relativa: individuando un fenomeno o elemento il rapporto a
qualcos'altro presente nel territorio, posizione non precisa e che può
cambiare in rapporto proprio all'elemento considerato per determinare la
posizione.

8
Esempio: dire che l'alunna rossi è posizionata tra altri due alunni è una posizione
relativa perché gli alunni potrebbero decidere di non sedersi lì la volta successiva;
oppure al posto dell’alunna rossi, potrebbe sedersi un'altra alunna. Io sono
collocata dietro allo schermo del computer e davanti alla lavagna. Se lo schermo
viene spostato, pur non essendomi mossa io, si son mossi gli elementi intorno a
me.

C. La metacarta

(Rappresenta il tempo che si impiega a raggiungere un determinato luogo a


partire da Londra)
Questa è una rappresentazione cartografica, osservandola: le dimensioni
riprodotte della Gran Bretagna sono dimensioni ben riprodotte secondo la scala
tradizionale? No.
Difatti, la carta è stata costruita in base al tempo di superamento della distanza
tra Londra e tanti altri punti (anni 70); dunque si presenta come un sistema di
cerchi concentrici, ognuno con valore di un’ora. Il che, rende la forma e la
posizione degli stati della carta non corrispondenti alla realtà. Per esempio: New
York non è effettivamente sulla stessa linea concentrica in cui si trova il Galles.
Questa viene definita più specificatamente: metacarta. Essa, non si elabora sulle
effettive distanze di itinerario riportate in scale, ma sulla base delle dimensioni
del territorio in termini del fenomeno da rappresentare (in questo caso, in termini
temporali).
Osservazione: dato che ci volevano nove ore per raggiungere un punto nello
stesso territorio (stesso tempo che ci voleva per raggiungere New York)
probabilmente non c’era stata né la domanda necessaria per permettere lo
sviluppo di maggiori vie di comunicazioni, né la copertura dei costi. Questo ci dice

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che a seconda della domanda di possibilità di copertura delle distanze cambia
l’accessibilità.
ESEMPIO: Se noi volessimo andare a Roma ci sarebbero svariate modalità di
trasporto per raggiungerla. Se invece volessimo andare a Pietramontecorvino
(Foggia) – Gargano impiegheremmo le stesse tempistiche anche se la distanza è
effettivamente minore (distanza di itinerario). Questo perché i collegamenti erano
composti da strade che man mano diventavano più piccole e meno collegate,
aumentando la distanza temporale. Quando il territorio è oggettivamente più
debole, ha meno elementi per richiedere connessioni, è chiaro dunque che così
non si riesce nemmeno a conoscerlo.

Anche il concetto la distanza può declinarsi in due sensi:


I. Distanza assoluta: si riferisce alla separazione spaziale tra due punti sulla
superficie terrestre. Dunque, se io voglio misurare la distanza tra dove sono
io e dove sta il collega, saranno circa due metri (distanza assoluta).
II. Distanza relativa: trasforma le misurazioni lineari in altre unità più
significative per il rapporto spaziale in questione.
1. distanza itineraria (spostamento): il percorso che devo effettivamente
fare per raggiungere il soggetto x di interesse, dal punto y, misurata in
termini metrici in base all'effettiva possibilità e fattibilità di
raggiungimento dell’altro punto;
2. distanza temporale: come riportato sulla metacarta analizzata prima;
3. distanza funzionale: in rapporto a quanto due persone si percepiscono
vicine; es. se voglio intrattenere un dialogo con una persona distante
due metri (fisici) ma ci sono divergenze che possono impedire di
stabilire il dialogo, la distanza relativa sarà molto più ampia.

D. I luoghi
Un luogo ha un significato, identità, importanza, dato da ciò che in quel luogo è
successo (es. luogo di nascita). Il geografo Yi-fu Tuan ha affermato che: sono le
persone che creano i luoghi.
I luoghi cambiano continuamente e gli esseri umani sono responsabili di questi
cambiamenti: creano culture, valori, politica, storia, economia e molto altro.
Tutto questo in termini di cambiamento, si traduce nel territorio in vari aspetti:
flussi di persone e capitali che si muovono nel territorio e che portano con sé una
loro cultura di valori, che hanno delle azioni sul territorio, il quale nel tempo
subisce delle modifiche.
Anche le interazioni nello spazio geografico cambiano in base alla scala geografica
di riferimento, in questo caso, di distribuzione di un fenomeno, interpretata nei
seguenti modi:

 a seconda dell’ampiezza di un territorio ( quindi società): un conto, infatti,


è che ci riferiamo a scala mondiale e quindi dobbiamo considerare un

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insieme di eventi, flussi di persone, capitali, merci e informazioni che si
muovono; un conto è se consideriamo i sistemi a scala geografica più
ristretta;
 a seconda del rapporto di riduzione dei territori: per la loro trasposizione
in carte geografiche.

Carta della diffusione della povertà. La forma degli stati è rappresentata in


dimensione rispetto all’indice di povertà dei continenti considerati. Qui si nota
come Stati Uniti e Canada e Europa sono piccolissime rispetto a Africa e India.

04/03/2023

4. CAPITOLO QUATTRO
A. La globalizzazione
Vari aspetti della cultura popolare, più diffusi, quali architettura e moda, stanno
rapidamente omologando persone e luoghi. L’identità dei territori in gran parte si
può “ammorbidire”. A causa di queste continue influenze tra culture e tradizioni
diverse, i geografi hanno iniziato a porsi il problema dell’omologazione delle
culture. Tuttavia, ci sono ancora molti i modi in cui ci distinguiamo dagli altri,
cioè, rimangono dei tratti culturali (elementi della cultura) e ce ne sono di
specifici per alcuni territori.
Dopotutto, il mondo è costituito da circa duecento paesi, molte regioni, migliaia
di lingue e numerosi tipi di insediamenti – dai piccoli villaggi alle megalopoli

11
(aree di enormi città vicine tra di loro – che creano un ampio sistema urbano,
Stati Uniti e Canada – quarto addensamento urbano più grande del globo)
Tutto ciò agisce contemporaneamente, seppur in modi differenti sull’intero
pianeta contribuendo a creare una moltitudine di luoghi e individui infinitamente
diversi.
I geografi considerano la diseguaglianza dei vari fenomeni, pertanto ricorrono
alla scala per comprendere le relazioni tra locale, regionale, nazionale e globale.
Per poter considerare un fenomeno in uno spazio geografico, deve delimitarlo,
quindi capire l’ambito di riferimento (regione) sulla base del fatto che abbiano
caratteristiche simili.

ESEMPIO: un fenomeno di disuguaglianza è la densità di popolazione


(mediamente quante persone ci sono per metro quadrato). Anche se al calcolo
della densità media partecipano anche territori deserti e quindi non fornisce né il
calcolo preciso né come siamo distribuiti sulla terra.
Sarebbe quindi più opportuno dire distribuzione della popolazione – ovvero, dove
c’è il maggior concentramento della popolazione. (Asia, dell’est e del Sud; Europa;
America del Nord.)

B. Cosa è la globalizzazione?
Nel momento in cui andiamo a parlare delle interazioni possiamo parlare della
globalizzazione. La globalizzazione è un fattore di grande importanza per
determinare come gli esseri umani influenzino i luoghi. Con tale termine si
intende comunemente un insieme di processi che aumentano le interazioni
approfondiscono le relazioni ed esaltano l'interdipendenza, a prescindere dai
confini dei paesi. Tali processi hanno portato a risultati differenti in luoghi
differenti e su diverse scale.
ESEMPIO: un processo è il flusso di capitale, che va definendo centri e periferie
(che non significano solo o per forza centro e periferia in senso geometrico -
intorno al centro geometrico-).
Milano può essere considerata città al centro dell’Italia (per moltissimi aspetti)
alla pari di Roma. Dipende ovviamente dal discorso del parametro che andiamo a
prendere in considerazione.

C. Cosa comporta la globalizzazione?


La globalizzazione comporta l’aumento dell’interconnessione fra popoli e società
in tutte le parti del mondo, man mano che l’intera gamma di processi sociali,
culturali, politici, economici e ambientali (ecologico – rispetto per l’ambiente /
geografico: condizioni ambientali, ovvero, condizioni o presupposti necessari in
base alle quali il fenomeno si può manifestare), diventano internazionale per
scala ed effetto.

12
È importante ricordare che i processi che si svolgono a scala mondiale non si
manifestano a tale dimensione per magia: è ciò che accade alle altre scale che
contribuisce a crearli e a plasmare i loro risultati.
Il nostro Pianeta è dunque un sistema, un insieme di elementi in reciproca
connessione che hanno una loro identità se presi singolarmente.
Nessun luogo sulla Terra è inviolato dell’attività umana.
Nonostante si possa pensare che vi siano territori non toccati dall’uomo non è
così.
Pensiamo alla foresta Amazzonica vittima di caccia, deforestazioni ma anche
come cita:
l’articolo 24h: Amazzonia, avanza il disboscamento per coltivare cocaina/
Indigeni: “Stanno mangiando la nostra terra”
[Link]
coltivare-cocaina-indigeni-stanno-mangiando-la-nostra-terra/2671508/
Questo per dire come anche se si pensa al luogo più verde “polmone verde”,
ovvero la foresta Amazzonica, in realtà è stata anch’essa oggetto di devastazioni e
disboscamenti della selva per piante di coca. I popoli indigeni, quindi, devono
combattere un ulteriore guerra.

D. Il centro e la periferia
Il movimento di persone, idee, beni e denaro tra territori è importantissimo per
comprendere come e in che modo varie aree geografiche sono connesse.
Se noi volessimo definire centro potremmo dire che esso è dove vi è un elevato
tasso di lavoro, servizi, funzioni sanitarie, istruttive, amministrative ecc. “Il centro
è qui” ovvero là dove siamo gravitati. Quando si parla di centro dobbiamo
considerare il punto di vista.
Classifica province italiane ([Link]
qualità della vita migliore, tendenzialmente va a considerare tutta una serie di
aspetti.
Tutto questo comporta che ci sia un rapporto di scala.
Bari è un centro? Sì, se considerano delle scale di riferimento provinciale o
regionale.
Sì, se si considera l’ambito della scala di riferimento del meridione, insieme a
Napoli e altre capitali.
Nel momento in cui andiamo a considerare classi spaziali, dobbiamo sempre
individuare la scala geografica di importanza.

Basandoci su una scala locale il centro di una città è il luogo in cui le più
importanti attività sociali ed economiche si verificano e interagiscono, se invece
prendiamo in considerazione la scala planetaria possiamo intendere come centro

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tutti i Paesi sviluppati o economicamente forti, come New York (che si può
considerare centro in qualunque scala di osservazione).
Esempio: andare a prendere il caffè in centro; il centro è dove c’è più
movimentazione, ovvero là dove le cose succedono, mentre la periferia è dove
avvengono meno cose.

L’esperto che ha portato avanti studi in questo campo è Reynaud che ha definito
le classi socio-spaziali, ossia un modo per identificare i tipi di centro in base alla
gestione delle funzioni.
 Ipercentro: “iper” (molto) organizzato, che funziona bene; centro con un
livello elevatissimo di funzioni, capace di fornire beni e servizi e che sa
gestire le sue risorse (es. Londra);

 Centro ipertrofizzato: termine che ha connotazione negativa, in quanto


eccessivamente cresciuto, ma è molto congestionato pertanto non riesce a
gestire le proprie risorse creando disservizi. (es. Parigi).

La periferia si definisce per opposizione rispetto al centro, vi è meno popolazione


magari più aree verdi, meno disponibilità di capitale, diversa accessibilità.
(ovviamente in base agli aspetti da considerare).
In questo caso Reynaud ha individuato cinque livelli di periferia:
 Periferia integrata: strettamente collegata al centro e che riesce a
interagire bene rispetto al centro (es: Modugno – Bari estremamente
collegata, beneficiano entrambe l’una dall’altra);
 Periferia che conta sulle proprie forze: rapportata al centro ma
pienamente autosufficiente; ha già delle basi importanti di sviluppo e
dunque potrebbe anche ambire a diventare centro.
 Periferia abbandonata: periferia della quale il centro non si fa carico, sono
periferie destinate a subire l’abbandono del territorio.
 Periferia sfruttata: ove il centro, leva solo possibilità, prende lavoro e
materie prime senza aver nulla in cambio.
Non hanno alcun tipo di rapporto con il centro.
 Angolo morto: periferie che non hanno alcun punto di riferimento con il
centro, quindi destinate a sparire nel nulla.
 Isolata: comunque autonoma, ma tendenzialmente piccola (es. tribù).

E. I flussi Il centro e la periferia


Reynaud va a studiare le relazioni gli scambi, la movimentazione, i flussi
(movimento di persone, capitali, merci) che intervengono tra classi socio-spaziali.
I vari flussi si sviluppano in entrambe le direzioni ma vi è un flusso dominante.
Per poter analizzare il flusso dobbiamo considerare il saldo.

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Il saldo è la differenza di ingresso/uscita di flussi:
 Flusso di persone – saldo positivo per il centro: poiché le persone si
spostano dalla periferia al centro;
 Flusso di merci – saldo positivo per il centro: è vero che molte materie
prime vengono dalle periferie ma vengono realizzate e vendute nel centro;
 Flusso di capitali – saldo positivo per il centro;
 Flussi di informazioni e tecnologia – positivo per la periferia: perché i
processi di sviluppo si hanno nel centro e vanno verso la periferia.

ESEMPIO di flussi di capitale.


Con la globalizzazione la concorrenza tra le banche è diventata così forte da
spingere alcune banche straniere a integrare nel proprio gruppo anche banche
nazionali, come è successo soprattutto in Italia.
Quando le banche straniere arrivarono in Italia, il territorio nazionale non era
preparato alla concorrenza di quel periodo; infatti, quasi la maggioranza delle
banche erano statali quindi si pensava che non potessero fallire, ciò portò altre
banche ad occupare spazi finanziari rilevanti alla penisola.
Difatti, i tassi d’interesse – attivi per la banca, nel momento in cui andavamo a
osservare i dati –erano maggiori al sud piuttosto che al nord. Per contrastare il
fenomeno, le banche del nord iniziarono ad incorporare le banche del sud, tra cui
una delle più importanti realtà pugliese dell'epoca: la Cassa di risparmio della
Puglia, che raggruppava tutte quelle banche cosiddette rurali; quindi, con
un'amministrazione abituata alla gestione di capitale nelle aree di campagna. Per
evitare l'acquisizione da parte del nord, la Cassa di risparmio della Puglia si unì
ad altre banche del sud, formando la CARIME. Ciò però non ha risolto la
situazione, infatti, la CARIME, viene acquisita dal gruppo: Banche Intesa, con
sede in Lombardia.
Dunque, se al sud si fosse chiesto un interesse si sarebbe pagato di più rispetto al
nord. Perché? Per un discorso di rischio e concorrenza, perché nel momento in
cui vi è il bisogno di credito, questo va in sofferenza; ovvero, non viene restituito
l’importo prestato. Ci sono tre ipotesi:
1. il sud aveva dei tempi giuridici molto lenti,
2. più difficilmente a sud sarebbero stati restituiti;
3. concorrenza dovuto dall’aumento di sportelli e istituti bancari.

Questa vicenda, assieme ad altri fattori, ha portato le banche del nord ad


utilizzare le banche dal sud per raccogliere denaro da investire prevalentemente
al nord. Questo grazie ai valori di tasso di interesse più basso, spostando così il
potere decisionale del campo finanziario a nord. Milano, infatti, è ad oggi la
capitale economica dell'Italia. Il sud finanzia il nord. (Sole 24h)

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05/03/2023

5. CAPITOLO QUATTRO
A. Lo Stato
Gli umani si organizzano in comunità, Stati e reti territoriali più ampi, istituendo
sistemi politici, economici, religiosi, linguistici e culturali che permettono loro di
svolgere funzioni nello spazio.
Cosa è lo stato?
La divisione geografica universale identifica degli Stati e non delle Nazioni,
poiché Stato, in geografia, riconduce a Paesi che sono universalmente riconosciuti
all’interno dei trattati internazionali.
Stato è un territorio che deve avere degli elementi costitutivi per potersi definire
tale, con confini precisi: una popolazione che vive e un governo che lo controlla,
elementi dunque costituiti.
Mentre per Nazione si identificano quei territori in cui vi è un popolo che si
autogoverna ma che non è riconosciuto a livello internazionale (es. La Catalogna,
la Scozia che, pur non essendo uno Stato, sono una nazione).

B. La nazione
La nazione non ha i confini ben delimitati, universalmente riconosciuti. Questo
perché la nazione si individua in un gruppo di persone che vivono su un territorio
con il quale pone in essere un forte legame.
Cinque temi importanti della Geografia individuati dalla National Geographic
Society sono:
1. La localizzazione – pone in risalto come la posizione geografica di
persone e cose sulla superficie terrestre influenzi ciò che accade
(perché del dove);
2. Interazione uomo – ambiente; con ambiente non si intende solo la
natura, come in ambito ecologico, ma si intende tutto ciò che
permette al fenomeno di manifestarsi in un determinato punto, in
un determinato modo di agire, quindi l’interazione con il sistema
territoriale;
3. Regione – gli elementi geografici tendono a concentrarsi in
particolari aree che chiamiamo regioni (quindi non si intende
regioni amministrative).
4. Luogo – territorio con un particolare significato o identità dato
dall’uomo, quindi non un punto qualunque sulla superficie
terrestre. Gli esseri umani sviluppano un senso del luogo
infondendovi significato ed emozione, richiamando alla memoria
eventi importanti ivi accaduti o contraddistinguendo un luogo con

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un certo carattere. Uno degli scopi della Geografia è studiare i loro
caratteri significati specifici.
5. Movimento c mobilità di persone (in cui rientrano anche gli
animali), beni, idee (tra cui anche informazioni e dati) e flussi di
capitale (denaro) sulla superficie terrestre. L’interazione spaziale
dipende dalle distanze, dall’accessibilità e dai collegamenti tra i
territori. Esse plasmano la geografia umana e comprendere come
avvengano è un aspetto importante per interpretare lo spazio
geografico.
C. La Regione
Essa si utilizza per delimitare l’ambito di riferimento di un fenomeno, come ad
esempio la scala geografica entro il quale si verifica, ma anche per studiare il
punto del territorio nel quale il fenomeno si manifesta.
(es. il fenomeno “corso di geografia” si manifesta all’interno di un'aula in cui tutti
gli elementi si trovano li per la medesima funzione).
a) Che cos'è una regione?
È un'area con caratteristiche simili. I geografi dividono spesso il mondo in regioni
a scopo di analisi.
b) Come individuo una regione?
Attraverso criteri: fisici, culturali, funzionali o percettivi per definirle.
I geografi scelgono dunque uno o più criteri fisici o culturali; per definire una
regione prendono in considerazione regioni formali.
Esempio la regione può essere individuata attraverso criteri culturali, se intesa
come quel territorio nel quale vivono le persone che parlano una determinata
lingua.
c) Quali sono i tipi di regione?
 funzionale: individuata facendo riferimento ad un insieme di attività o
rapporti al suo interno; è definita da un particolare, quindi regione con
elementi legati ad un meccanismo che si pone in essere.
(es. fenomeno “corso di geografia” pone in essere degli spostamenti di
elementi, ovvero gli studenti che si muovono per raggiungere l’aula).
In questo tipo di regione si tiene anche conto dei rapporti tra i vari
elementi e degli spostamenti degli stessi.
I luoghi che fanno parte della stessa regione funzionale interagiscono fra
loro. Inoltre, questo tipo di regioni hanno anche uno scopo politico,
sociale o economico condiviso;
 percettiva: sono costruzioni mentali che usiamo per:
individuare le caratteristiche di alcuni territori
per comprendere meglio i fenomeni riguardanti la geografia umana.
Questo tipo di regione rientra nell’ambito della geografia della percezione,
in cui il mondo dipende dalle nostre personali percezioni dei territori,
siano esse dirette (se quei territori li si è visitati) o indirette (se di quei
territori si è solo sentito parlare). Ciò porta alla creazione di carte mentali

17
in cui ognuno di noi rappresenta il mondo esattamente come lo immagina
nella sua mente. Le regioni percettive non sono statiche (es. l’Olanda la
regione dei mulini a vento);
 formale: caratterizzata dall’omogeneità di elementi all’interno di un dato
territorio (es. regione delle Alpi, amazzonica (vegetazione), regione
linguistica, pandemia (stessa malattia), ecc.);
 Regione amministrativa: Puglia. Individuata sulla base di caratteristiche
comuni, individuata nell’ambito amministrativo. Per cui i cittadini per i
servizi devono rivolgersi ai centri regionali;
l'Atlante Somea: gravitazione per i vari servizi, per imprese e famiglie,
della popolazione; di cui gran parte proveniva per usufruire dei servizi,
offerti soprattutto da bari, dalla Basilicata e tendenzialmente da Matera.
Le regioni, siano esse, formali, funzionali o percettive, sono modi di
organizzazione geografica degli esseri umani, una forma di classificazione
spaziale, un mezzo per gestire e comprendere informazioni.

D. Il Paesaggio
Le interazioni plasmano la geografia umana e comprendere come avvengano è in
aspetto importante per interpretare lo spazio geografico.
Cosa è il paesaggio?
I geografi usano il termine paesaggio per caratterizzare un luogo, il complesso di
elementi naturali, di strutture umane e di altri aspetti che conferiscono al
territorio una particolare forma.
Un elemento centrale della geografia è il paesaggio, che possiamo definire come
l’insieme organizzato delle entità sensibili di un luogo. (Ranieri,1977 – prof.
Geografia, che riprende il concetto dell’economista, Umberto Tosti).
Considerazione: necessario sostituire il termine “insieme” (che non prevede
interazioni) con il termine “sistema”; entità sensibili – cinque sensi. (pertanto,
personale) perché ognuno ha percezioni e posizioni diverse.
È importante però fare una riflessione sulla differenza tra territorio e paesaggio;
essa infatti sta nella percezione, quindi un paesaggio è ciò che noi riusciamo a
percepire di un territorio tramite i cinque sensi, e proprio per questo il paesaggio
stesso varia da persona a persona
Esempio: se io non vedo un dettaglio o se non sento un suono la mia percezione
cambia e quindi anche il paesaggio - es. il corridoio dell’università fa parte del
territorio ma lo percepiamo solo quando percepiamo dei suoni che arrivano da lì
e quindi in quel momento diviene paesaggio).

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08/03/2023

6. CAPITOLO CINQUE
A. Esempi di paesaggio
La manifestazione dell’attività umana è costituita dal paesaggio culturale,
risultato delle impronte impresse negli anni sul territorio, dunque dalle
modificazioni dell’uomo sul territorio stesso e solo parzialmente da pura natura
(es. Bari che nel tempo come città si è modificata).
Dunque, il paesaggio può essere considerato una sorta di libro che offre indizi su
storia, pratiche culturali, valori e priorità dei suoi vari occupanti.

Fori romani.
Territorio fortemente caratterizzato.

Ostia antica.
area archeologica, molto articolata, in buono stato di
conservazione. Paesaggio che parla di storia,
fortemente e modificato dall’uomo.

Sassi di Matera, Basilicata.


Possiamo osservare Matera, che ci porta un
esempio di paesaggio culturale. È difatti,
una delle città più antiche del mondo,
capitale della cultura. Tuttavia, la
percezione del territorio è cambiata anche in
base all'epoca, in cui all’inizio veniva
considerata come la “vergogna nazionale”:
perché la gente abitava nei sassi, in spazi
molto ristretti, dove conviveva in condizione
di scarsa igiene e di forte precarietà e
povertà. Non vi era pertanto, il
riconoscimento del patrimonio storico,
architettonico e culturale che vi è oggi. Tutto questo si è andato a modificare nel
tempo; quando, si è presa coscienza di questi insediamenti. Molto ha influito il
suo paesaggio, usato per il film sulla passione di Cristo: “The Passion”, che ha
proiettato nel mondo il paesaggio di Matera (marketing territoriale: portando il
territorio di Matera grazie alle immagini del film – cineturismo)

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Altro esempio è uno dei film della saga di 007 girato nei pressi del ponte
dell’acquedotto di Gravina, ma di cui non viene fatta menzione nei titoli di coda,
venendo sostituita al suo posto con Matera.
Ancora una volta l’operato dell’uomo porta flussi e cambiamenti. La portata di
alcune scelte ha contribuito a causare la fortuna del territorio.
Zona: si usa quando vi è un'area individuata perché ci sono varie regole o funzioni
comuni.

Alto Adige.
Paesaggio meno
scolpito dall’uomo.

Isole Tremiti,
arcipelago pugliese,
in provincia di FG.
Mare. Fortificazioni costruite, Abbazia di Santa Maria,
castello, molto poco percepiti.

Trentino-Alto Adige.
Territorio di più elementi

Londra.
Urbanizzazione.

Berlino, Porta di Brandeburgo.

Costa amalfitana, Ravello.


Si trova esattamente sopra ad
Amalfi, è un luogo importante dal punto di vista
culturale, musica, testi importanti. Vista che
riprende il golfo e Maiori (località sul mare).
Oggettivamente sopra ad Amalfi, distanza
itineraria (7 km) siccome costituita da stradine, (su
e giu: termini non corretti in geografia).

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Per pervenire alla descrizione del paesaggio è necessario analizzarne i
componenti:
Definizione di Luigi Ranieri.
1. Plastico: quello costituito dalle diverse forme che assume il rilievo, base
territoriale.
2. Idrografico: rappresentato dalle vaste superfici delle masse marine
nonché dalle masse acquee che giacciono o scorrono sulle terre emerse;
3. Vegetale: costituito dalla vegetazione;
4. Edilizio, che assomma le costruzioni dovute alla presenza dell’uomo ed
alle sue molteplici necessità;

11/03/2023

7. CAPITOLO SEI
A. I componenti del paesaggio
Abbiamo analizzato diverse foto, delle quali abbiamo individuato i componenti
che costituivano i paesaggi.

Alto Adige, Lago di Misurina – idrografico (che si nota subito in quanto più
presente), edilizio, plastico dato dai tre elementi (montagna, collina e pianura).

Isole Tremiti (dall'elicottero), quella più grande è l’isola di San Domino a destra
San Nicola e Capraia, poi vi è l’isolotto: Cretaccio – idrografico, plastico e
vegetale, edilizio (barche) il porto (che non si vede), abbazia e fortificazioni.
Faro – 1987, attentato di Gheddafi, che in quel periodo rivendicava il controllo
sulle isole e di un governo dell’epoca che voleva distaccarsi dalla regione Puglia
per ricevere più attenzioni. I giornali dell’epoca riportarono l’evento come pesca
di frodo.
Come ci si è resi conto dell’attentato? Il secondo attentatore cercò di scappare
dalle isole prendendo la nave comunale da S. Nicola verso S. Domino, tuttavia la
nave era già partita, e pertanto è rimasto sull’isola dove è stato poi arrestato.

Questo mostra come il paesaggio cambi in base alla percezione che noi abbiamo,
sapere che in un determinato punto vi sono degli elementi umani come case o
mura cambia la nostra percezione di un territorio (anche il cambio di prospettiva
delle diverse foto può cambiare la nostra percezione e quindi il paesaggio). In
altre fotografie abbiamo osservato altri componenti, come a Shangai in cui

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mancava completamente la componente vegetale e ad Orvieto in cui era assente
quella idrografica.
I quattro componenti si presentano sotto un aspetto statico perché considerati in
un determinato istante, ma mutano nel tempo con varia intensità e questo loro
dinamismo comporta variazioni nell’aspetto del paesaggio. Difatti, se noi
confrontiamo Bari di oggi con quella di 10 anni fa già notiamo come siano
presenti costruzioni di nuovi paesaggi ecc.
Ci sono poi i componenti propriamente in movimento (cielo) che per loro stessa
natura sono in continuo e perenne moto e variazione (esseri viventi e mezzi di
trasporto).
Sono invece determinanti del paesaggio quei fattori che determinano i
componenti ed il loro carattere dinamico, imprimendo al paesaggio
caratteristiche fondamentali (ad es. i movimenti endogeni – quelli del sottosuolo
tipo terremoti, esogeni quali esterni come le frane, il clima, le attività
economiche, i movimenti della popolazione, il tipo di cultura).
Vi è poi una sostanziale differenza tra paesaggio naturale e paesaggio umano o
antropico:
 Per paesaggio naturale, si può intendere il paesaggio che si trovi allo stato
di natura, così come il complesso degli elementi naturali del paesaggio
stesso (senza che l’uomo sia intervenuto in alcun modo), con esclusione di
quelli umani o comunque dovuti alla presenza e all’opera dell’uomo.
Esso si può intendere in due modi:
1. Naturale in modo assoluto: quindi totalmente naturale senza che vi sia
mai stato alcun elemento umano (non esistono più territori di questo tipo
sulla Terra).
2. Naturale in modo parzialmente naturale: ovvero un paesaggio che
percepito sembra naturale ma che in effetti è un territorio sicuramente
modificato dall’uomo. (es. parco di Berlino parzialmente naturale,
vegetale, edile e plastico; Tavoliere delle Puglie – che si chiama così
non perché sia pianeggiante ma per un discorso di transumanza, in
quanto a seconda delle stagioni si doveva pagare una dogana in base alle
tavole doganali).
 Per paesaggio umano si può designare un paesaggio trasformato
pressoché radicalmente dall’intervento dell’uomo, oppure il
complesso degli elementi determinati dalla stessa opera dell’uomo che
sussistano nel paesaggio. È più opportuno però parlare di paesaggio
umanizzato. (es. tutte le più grandi città del mondo)

L’impatto degli esseri umani è stato tanto a lungo e universalmente esercitato che
sostanzialmente non esiste più alcun paesaggio naturale.

Per paesaggio umano si può disegnare un paesaggio trasformato pressoché


radicalmente dall’intervento dell’uomo, oppure il complesso degli elementi
determinati dalla stessa opera dell’uomo che sussistono nel paesaggio. E’ più
opportuno però parlare di paesaggio umanizzato.

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- Paesaggio fortemente urbanizzato, Napoli, vista dall’alto.
- Berlino
- Montecarlo, fortemente umanizzato
- Stanza sotto il livello stradale con la scaffalatura vuota per simboleggiare i
libri bruciati.
- Isola di San Nicola, fort. Umanizzato

Lettura del paesaggio:


Destinazione del paesaggio (Naturale? Umanizzato? Rurale? Urbano?
Industriale?)
Descrizione della forma del terreno (Pianeggiante? Collinare? Montuosa?)
Il territorio è bagnato dal mare? Come sono le coste (Falesie- quando sono molto
alte) ? Vi sono fiumi?
C’è vegetazione? Ci sono animali o strutture che facciano pensare alla loro
presenza?
Nell’ambito del patrimonio immateriale della costruzione dei muretti a secco,
tutelati dall’UNESCO.
Vi sono centri abitati? Grandi o piccoli? Distribuiti come?
Vi sono strade? Di che tipo? (Laddove c’è un’autostrada è perché vi è un flusso di
persone, merci, quindi vi è la necessità di avere un collegamento)
Elenco degli elementi fisici e antropici (Bissanti, 1991)
-Arcipelago delle isole Tremiti, non del tutto naturale per la presenza di strade e
costruzioni. (no cretaccio)

Concetto geografico di ambiente


Si tratta di un termine usato nelle accezioni più varie: ambiente fisico, cioè quale
costituito dal complesso delle condizioni fisiche di un luogo, di un territorio;
ambiente umano, ambiente religioso, politico, ecc.
Spesso l’ambiente viene anche identificato nel “paesaggio” che invece è ciò che si
percepisce.
Ciscuna di queste diverse espressioni identifica evidentemente soltanto una parte,
un aspetto dell’ambiente inteso in senso integrale.
Dunque si può definire ambiente il complesso delle condizioni esterne in cui si
sviluppano i fenomeni – considerati singolarmente o in gruppi – studiati dalla
Geografia. Esso, cioè, include tanto le condizioni fisiche (clima, geologia,
oro(montagna) idrografia (mare) ecc.) quanto quelle umane (popolamento,
cultura, organizzazione, politica, attività economiche col sistema delle
comunicazioni, religione, ecc.)

I geografi studiano i fenomeni, i luoghi e i modelli su un’ampia gamma di scale.

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Il termine scala in geografia ha due significati: il primo è il rapporto fra la
distanza su una carta e la corrispondente distanza reale sulla superficie terrestre.
(Concetto di scala in termini cartografici)
Tecnicamente la scala suggerisce il rapporto matematico tra la distanza fra due
punti su una carta e la distanza effettiva sulla superficie terrestre. In questo senso,
la scala è una caratteristica di tutte le carte geografiche ed è essenziale per
cogliere il significato di quanto su di esse è rappresentato.
Il secondo significato di scala è l’estensione territoriale di qualcosa, in un ambito
di riferimento spaziale.
La scala, in entrambi i sensi del termine, determina il livello di generalizzazione
rappresentato. L’indagine geografica può essere estesa (molto ampio) o ristretta
(meno ampio); essa viene effettuata su molte scale di diverse dimensioni.
L'utilizzo di diverse scale permette ai geografi di superare i singoli fenomeni per
capire come i processi visibili si differenti scale si influenzino reciprocamente.
(Es. presenza di beni culturali in Puglia – molto importante – se lo consideriamo
in corrispondenza al Lazio il rapporto inizia a diventare meno importante perché
abbiamo spostato l’ambito di riferimento spaziale ovvero quello italiano)
La cartografia è la disciplina che si occupa dell’ideazione, produzione e diffusione
delle carte geografiche. Le carte sono uno strumento geografico incredibilmente
potente e la cartografia è antica quanto la stessa Geografia. (Perché le carte sono
incentrate sull’equatore? Perché nel momento in cui si centra una carta, mettendo
al centro i poli, mettiamo in atto un sistema di scelta molto importante)
Molti testi sulla storia della cartografia sottolineano il ruolo importante delle
carte geografiche nell’esplorazione, scoperta e apertura verso nuove terre e, al
tempo stesso, nella dominazione coloniale come strumento di ausilio nella
sottomissione della popolazione nativa.
Sono state strumento importantissimo per l’esplorazione e come strumento per la
dominazione.
Con la parola carta noi intendiamo genericamente qualsiasi rappresentazione di
parte o di tutta la superficie terrestre. Ciò vale sia per l’italiano che per tutte le
lingue neolatine. Carta.
Gli inglesi, invece, usano:
Utilizzano il termine chart, quelle che noi definiamo carte speciali, propriamente
le carte marine (che per un tempo, per l’Inghilterra, ebbero molta più importanza
di quelle terrestri), areonautiche, magnetiche e in genere tutte le carte e
cartogrammi che riportano dati statistici;
Map per indicare le carte topografiche e geografiche ( tendenzialmente che fanno
riferimento allo spazio) . Noi invece usiamo il termine “mappa” per indicare una
scala ben precisa.
CARATTERISTICHE: La carta geografica è una rappresentazione piana, grafica,
simbolica, approssimata e ridotta di tutta o parte della superficie terrestre.

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E’ piana e grafica in quanto disegnata su un foglio di carta piano e grafica perché
vi è un tratto di penna.
E’ simbolica perché i fenomeni si rappresentano con simboli (segni convenzionali
che ovviamente possono solo indicare schematicamente la realtà rappresentata);
E’ approssimata (non significa che cerchiamo di avvicinarci il più possibile alla
realtà, ma si riferisce all’impossibilità di portare una superficie terrestre curva)
perché, essendo la superficie terrestre, curva, nel trasporto “in piano”, essa
subisce deformazioni mai eliminabili e per la sua costruzione viene usato il
metodo delle proiezioni poiché queste ci danno la misura delle deformazioni in
base alla tecnica di proiezione adottata.
Non possiamo avere contemporaneamente avere angoli, distanze, aree (superfici),
poiché non si possono portare contemporaneamente in piano.
PROPRIETÀ: L’approssimazione può riguardare i valori lineari, o quelli areali o,
ancora, quelli angolari: sono pertanto propietà di una carta geografica
l’equidistanza, l'equivalenza o l'isogonia. La carta è:
Equidistante quando i rapporti che intercorrono fra le distanze sono uguali a
quelli reali ( ad es. nel caso delle carte stradali)
Eqiovalente quando i rapporti d ujgualianza riguardano le dimensioni delle aree
(ad es. nel caso delle carte politiche ed economiche);
Isogonica quando due linee qualsiasi tracciate sulla carta e le corrispondenti sulla
superficie terrestre formano un angolo dello stesso grado (ad es. nel caso delle
carte nautiche).
Spesso una carta isogonica è anche conforme, cioè riproduce fedelmente i
contorni delle sue raffigurazioni.
Una proprietà esclude le altre, a meno che non si tratti di superfici molto ridotte o
di un globo, se poi l'azione carta è priva di proprietà si definisce afilattica.
La carta geografica è ridotta perché riproduce la superficie terrestre mediante un
rapporto di riduzione tra le sue dimensioni reali e quelle del disegno, rapporto
che prende il nome di scala, che può essere numerica.

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