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Cap. III. Mistero Della Pentecoste

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Cap. III.

Mistero della Pentecoste


Spiritu e venuta di Cristo nella Chiesa apostolica

1. Esplicitazione dell’identità di Gesù, “il Figlio”


Una identità che emerge sul fondo una oscurita.
1.1. Dai titoli cirstologici alle confessioni di fede (memoria pneumatologica)
“Ma voi, chi dite che io sia?” Mt 16,15; Mc 8,29; Lc 9,20

1.1.1. Cristo
Messia = Unto. Chi ha ricevuto l’unzione
- Dimensione regale: legata al giudizio è il giorno del signore. Legato con queste due espresioni
(Figlio di Davide, Regno di Dio)
- Dimensione sacerdotale (Sal 110,4: Melchsisedek), indica un sacerdozio unico e intranmisibile.
Purificazione del Tempio
- Dimensione filiale (Sal 2,7; 110,3) Il Padre, il Figlio.
- Dimensione profetica: raramente ricevano l’unzione. Come queste figuere servono anche
interpretare la figura del Mesia, il suo acostamento con Geremia, Elia. Il profeta per eccelenza,
detto nel Dt. Niova alleanza (Gr) e dono dello Spirito (Ez) e la dimensione della Sofferenza (Is,
canti del servo)
- Dimensione escatologica (tempi messianici) Guarigioni, e così risponde agli inviati di Giovanni
Battista.
1.1.2. Dal “Figlio di Dio” al “Figlio”
- Figlio di Dio
o Polisemico – equivoco. Non significava necessariamente la filiazione eterna. Filiazione
elettiva. Era un titolo ambiguo, sia per i detinatari ebraici, per quelli pagani.
- Figlio l’Unigenito: filiazione unica- figlio suo. Comunica con il Padre e lo Spirito. Sta rivelando che
questo fa parte del mistero del Dio amore (in sè)
1.1.3. Signore: non lo coloca in relazione con Dio ma se con noi. Signore nostro.
- Polisemico
o Qualsiasi uomo
o Adonai/Kyrios/YHWH
- Mc 12,35-37
o Fa questa piccola disputa con il suo avversari nel tempio; pluralità nell’unico Signore
o Cfr. Antica tradizione di Israele (Boyarin)?
- Riserruzione
o Signore nostro
1.1.4. Figlio dell’uomo (titolo unico)
- Particolarità
Nel vangeli con una eccesione, è usato da Gesù no dagli altri personaggi. Sembra un titolo
preferito di Gesù. Permette di sottolineare la dimensione umile e storica (Ez), sia la sua
dimensione divina ed escatologica (Dn). È la ultima è scomparsa, sparisce del resto del NT e
Tradizione, abbia rispettato questo dato: questo Gesù occupa questa espressione per referirsi a
se steso.
- Significato
o Sinottici. Lo usa negli annuncio della passione per parlare
dell’abbassamento/esaltazione). Giudizio finale (gloria). GV (dimensione divina, discesa
e salita, giudizio già operante). È un titolo esprime il paradoso della figura di Cristo. (pp.
226)
1.1.5. Salvatore
Queste titoli non sono cosi presente nella scrittura. Indicato nel nome steso di Gesù. La sua missione
di salvezza è attestata., incontrtata nella guarigioni, esorcismi, risurrezioni. Sottolineata dalla sua
esperienza di misericordia e perdono e poi sono esprese in alcuni testi Lc 19,10 (Il figlio dell’uomo e
venuto a cercare e a salvare); Mt 20, 28; 10, 45 (È venuto per dare la vita) Riasumere il senso esteso
della venuta di Gesù. Non è molto frquente, ma la missione di salvatore è invece molto presente.
L’argomento soteriologico è molto presente.
1.1.6. Verbo
Verbo (logos) presente solo nel corpus di Gv.
- Dabar (parola/evento) ha come radice nel AT, “la prarola è venuta” Dio crera con la sua parola e
Dio dialoga, parla, fa alleanza con l’uomo. La praola, il verbo è già ben presente nella tradizione
neotestamentaria.
- Saggeza personificata: appartiene al misterio di Dio, ma anche distinta. Era creatrice e anche
all’opera della salvezza.
- Logos, come appare nel stoicismo e medio-platonismo, come questa ragione presente in tutti
essere del mondo o come questa realtà emana direttamente dall’uno divino, cui una espresione
che permette di mettere in evidenza la preesitenza, ma anche la sua comunione con la realtà da
cui proviene, da cui non si distingue tanto dalla mente che la mente, ma che si distingue quando
viene pronunciata che permette di pensere, preesistenza e comunione con Dio.
1.1.7. Dio: non è propiamente un titolo
Un personnagio riconosce la sua divinità (Gv. 20,28), Tomasso: Signore mio e Dio mio.
Io sono e usato in modo assoluto da Gesù (Gv 8,24.28.58; 13,19)

1.2. Relazione con il Padre e con lo Spirito Santo


- Spirito nella vita di Gesú anche dato a Gesù.

2. La storia narrata, riflessione sapienziale, contemplazione profetica


2.1. Atti degli Apostoli: storia narrata
 Annuncio del regno, che già appare come un annuncio di Gesù risorto. Annunciava il regno del
Padre. At 17, 18; 10, 40-41 Paolo annunciava Gesù e la riserruzezione. Dio gli ho resucitato al terzo
giorno... l primo annuncio kerigmatico è centrato nell’annuncio del risorto.
 Testimoni oculario, la fede è una trasmissione della buona notizia della riserruzione, apartire dei
testimoni oculari, dopo successione apostolica e principio di Tradizione.

2.1.1. Confessioni di fede


È interesante come la prima comunità ha privileggiato alcuni testi del AT per interpretare/ rilegere la
figura di Cristo ed annunciarla agli altri. Dt 18; Sal 2; 16 (non ha conosciuto la corruzione); 110;; 118 (la
piertra scartata dal costruttore...) Is 53 (il servo sofferente); Gl 3 (effusione dello spirito) – At 26,23
(riassunto dell’annuncio)
Gesú è il Vristo/il Figlio di Dio
2.1.2. Titoli cristologici
Cristo: unzione trinitaria (At 10,38) Dio lo ha unto nello spirito.
Il titolo Signore con cui entriamo in relazione con Gesù.
Gesù è presentato come salvatore unico e universale (At 4,12)

2.2. Epistole: riflessione sapienzaile


2.2.1. Epistole di Paolo
Vediamo il suo contributo a la Cistologia e alla Soteriologia

Cristologia
- Dimensione trinitaria
- Dimensione storico-salvifica
o Preesitenza, discesa, risalita
o Ricapitolazione (storico-cosmica)
o Mistero pasquale (paolo non parla della vita publica di Gesú, centra nella morte e
risurrezione di Gesù)
- Comunicazione degli idiomi
o 1Cor 2,8; 15,47
- Titoli
- Comincia con Paolo di dire Gesù Cirsto detto come un solo nome. La missione fa parte della sua
identità. Il titolo Signore, perchè lui è il Signore nostro. Figlio
- Emerge quel Salvatore, Mediatore, Primogenito (cioè lui communica la filiazione agli altri che
diventa i suoi fratelli

Soteriologia
- Doppia finalità (Gal 4, 4-5)
o Salvezza dal peccato
 Per noi, a causa di noi, al nostro posto
 Espiazione/propiazione/sacrificio
 Liberazione/redenzione
 Riconciliazione – perdono.
o Huithesia (amminorevole scambio)
- Giustificazione per la fede e giudizio secondo le opere.
- Dimensione personale/ecclesiale
o Cristo in me/io in Cristo
o Metafora della testa/corpo
o Pleroma (noi con Cristo, la chiesa con Cristo)
- Salvezza universale e libertà
- Attesa della parusia

2.2.2. Epistola agli Ebrei


- Divinità (Eb 1) e umanità (Eb 2-)
- Sacerdozio eterno/unico secondo Melchisedek
- Sacrificio “una volte per tutte”
2.2.3. Epistole “cattoliche”
- Patrimonio comune
- Annuncio ai morti (1 Pt)
- Anticristo vs Cristo (1-2Gv): discernimento spirituale
- Negazione del Padre e del Figlio
- Negazione della venuta nella carne

2.3. Apocalisse: contemplazione profetica


- Agnello “in piedi, come sgozzato (Ap 5,6)
- Sposo e sposa (Ap 19. 21-22) riprende la logia della leanza.

“Inno” ai Filippesi e “prologo” di Giovanni (Lex orandi – Lex credendi) La legge della preguiera
determina lallege della fede

2.4. Fil 2,5-11


vv. 5 Pensate/sentite in voi ciò che in Cristo Gesù. Tutto quello che sarà detto nell’inno sarà detto
nell’unico Gesu Cristo. La struttura del Inno
A. VV. 6 CHE IN FORMA DI Dio sussitendo
Privilegio non considerò
l’essere uguale a Dio.

Che privileggio non considero l’essere uguale a Dio. L’interpretazione vero simile, si tratta proprio della
preesistenza divina di Gesù.

B. Vv. 7. Ma se stesso svuotò/effuse, forma di servo assumendo


In similutidine agli uomini divenuto e in figura trovato come uomo

Forma di servo, indica la dimensione d’umiltà. Assumendo che può significare che rendere. Fa di venire
simile agli uomini nella figura di uomo.

vv. 8. Umiliò se stesso, divenuto obbediente fino alla morte,


ma morte di croce.

Prolunga questo movimento di effuzione faccendolo fino alla morte mediante un’altro verbo.
Entra in questo ascolto umile. Centro dell’inno del movimento di abbassamento.

vv. 9 E perciò (il) Dio lo sopraesaltò e lo gratificò del Nome il (nome) sopra ogni nome.

vv. 10 affinchè nel nome di Gesù, ogni ginocchio si pieghi dei celesti, terreni e sotterranei
vv. 11 e ogni lingua confessi che Signore Gesù Cristo verso la gloria di Dio Padre.

3.2. Gv. 1, 14-18


vv. 14 E il Verbo carne divenne e piantò la sua tenda in noi e contemplammo la sua gloria, gloria come
di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

vv. 15 Giovanni testimonia a proposito di lui e grida dicendo: “Questi era colui di cui dissi: colui venendo
dietro a me avanti a me è divenuto perchè prima di me era”.

vv. 16 Perchè dalla sua pienezza, noi tutti ricevemmo, e grazia su/per grazi.

vv. 17 Perchè la Legge per Mosè fu data, la grazia e la verità per Gesù Cristo divenne.

vv. 18 Dio nessuno l’ha mai visto; Unigenito Dio essendo verso il seno del Padre quello lo spiegò. (c’è
una finalità di rivelazione)

Il prologo di Giovanni contiene l’irruzione personale di Dio


Soteriologia del prologo si ubica vv. 12

3.3. Tradizione: ermeneutica della Scrittura

E una interpetazione culturizata della scrittura.


Forma di Dio/Il verbo: lo farà il Concilio di Nicea I (325).
Come interpretare la forma carne? Si chiarisce a torno al concilio Costantinopolo I-381
Come pensare nella relazione Assunse/divenne (Gv 1,14). Relazione nell’unica persona divina/umanità:
Efeso (431), Calcedonia (451), Costatinopoli II (553), Costantinopoli III (681), Nicea II (787).

Salvezza oggetiva: morendo nella croce per salvare a tutti. “Ho vinto il mondo”
Salvezza soggetiva: indica che questa morte che di per se per tutti da per colta. Debe essere acolta nella
libertà di ogni,

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