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Appunti Filosofia Scolastica

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LA SCOLASTICA

La scolastica è la filosofia cristiana, prende piede nel medioevo. Le sue origini si hanno nella Rinascita
Carolingia (Carlo Magno che aveva aperto la scuola paladina, punto d’incontro degli intellettuali, essa
serviva per avere la classe funzionaria per lo stato, per lei la religione era il collante che teneva unito
l’impero, Carlo era il difensore della Cristianità.)
L’idea alla base della scolastica è che la teologia e la filosofia devono camminare insieme. La filosofia è
l’ancella della teologia, subordinata di essa. Prima la filosofia cercava la verità, ora, invece il credente ha la
verità grazie alla venuta di Cristo. Questa filosofia serve a far comprendere la verità di cui siamo in
possesso. I filosofi si muovono nei limiti della tradizione controllati anche dalla Chiesa poiché il tutto doveva
professare la parola tramandata. Il pensiero ufficiale doveva essere dato dalla Bibbia e dai padri della
Chiesa come Sant’Agostino. In questo periodo i testi classici filosofici di Platone e Aristotele, vengono messi
da parte. Manca l’elemento della storicità dei filosofi.
Scolastica deriva da SCOLASTICUS, colei che insegna, insegnavano le arti liberali (TRIVIO E QUADRIVIO).
Anche i magister, maestri di teologia vengono chiamati SCOLASTICUS, loro inizialmente, insegnavano nei
monasteri poi nelle università. L’obiettivo è l’insegnamento del significato della rivelazione. La scolastica
veniva insegnata in 3 fasi:
-lectio: lettura dei testi
-meditazione: lo scolaro medita sui testi
- disputazione: venivano formati dei gruppi, si prendeva un testo e si dovevano trovare dei punti di critica e
quelli di sostegno. Il tema centrale di essa è il rapporto tra fede (oggetto teologico) e ragione (filosofia)
Questi elementi in base al loro rapporto permettono di individuare 4 fasi della scolastica:
-PRESCOLASTICA: 1° periodo, da Carlo Magno fino al 10°secolo d.C., la fede e la ragione sono indistinti
-ALTASCOLASTICA: fino al 13° secolo, i filosofi cercano ei far comunicare ragione e fede.
-FIORITURA DELLA SCOLASTICA: massimo splendore fino al 14° secolo
- DISSOLUZIONE DELL SCOLASTICA: tra il 14° e il 15° secolo, i filosofi capiscono che i due concetti non
possono vivere insieme.

ANSELMO D’AOSTA
Si formarono due scuole di pensiero:
-dialettica: la ragione è fondamentale.
-anti dialettica: la fede è importante, la ragione umana non può comprendere la verità rivelata.
Anselmo scrive due opere: Monologiam e posologiam. Nasce ad Aosta, prende posizione a favore dei
dialettici, dice che la fede cosi come la ragione è data da Dio quindi la ragione va usata. Anselmo è un uomo
di chiesa diventa arcivescovo di Canterbury ma è anche un filosofo. Cerca di usare la ragione per spiegare la
fede. Il motto suo motto è CREDO PER CAPIRE, crede attraverso la ragione. Sperimenta cio cercando di
rivelare e spiegare con la ragione l’esistenza di Dio. Fa due prove dell’esistenza divina:
-A POSTERIORI: prova che parte dell’esperienza concreta (come quella fatta da Aristotele: MOTORE
immobile: muove ma non si muove) egli dice che nel mondo si osservano livelli di bontà, c’è
obbligatoriamente un bene assoluto (DIO che rende tutti buoni) cio lo troviamo nel Monologiam
-ANTOLOGICA: Anselmo dimostra l’esistenza con un argomento a priori, non parte dall’esperienza sensibile
ma dal concetto di Dio, ci sono persone che credono e altre che non credono (stolti) persino loro hanno il
concetto di Dio, questo concetto è un qualcosa di cui non ci può essere niente di maggiore (essere perfetto)
le cose esistenti sono maggiori di ciò che non esiste, per cui se lo stolto avesse ragione la conseguenza è
che ogni cosa che esiste è maggiore di Dio.
Ciò anima un dibattito: alcuni condividono, altri, la maggior parte, lo contestano come anche alcuni uomini
di Chiesa: Gaunilone (BENEDETTINO). Lui dice che questo discorso si potrebbe fare riferendosi a qualsiasi
altra cosa: se si pensa ad una cosa perfetta quella cosa è vera. Anselmo gli risponde dicendo che lui ha
parlato di Dio. A contestarlo anche Tommaso D’Aquino che lo critica dicendo che ha fatto l’operazione
sbagliata perché l’esistenza deve essere verificata dall’esperienza e non dal concetto stesso. Se esiste un
quadrato dorato sul Pantheon esso ha 4 lati, ma devo vedere se quest’ultimo sul pantheon c’è davvero.
TOMMASO D’AQUINO Nasce
nel 1225 a Roccasecca, vicino ad Aquino, dove è vissuto. Il padre era un signore feudale, la madre una
nobile normanna. Venne indirizzato alla vita ecclesiastica per farlo divenire abate e magari giungere alla
carica di cardinale. A 5 anni venne inviato nell’abazia di Montecassino la quale va in rovina dopo lo scontro
con Federico II e i genitori a 14 anni lo mandano a Napoli dove studia le arti liberali. Sceglie di aderire
all’ordine domenicano, ordine mendicante, si giurava una vita modesta in povertà e perciò la mamma non
condivide questa scelta e manda i due fratelli a rapirlo e riportarlo a Roccasecca per fargli cambiare idea ma
non ci riuscì e vista l’insistenza del figlio accettò. Tommaso torna cosi nel convento a Napoli. Va poi
all’università di Parigi che influenza la sua cultura, incontra Alberto magno (filosofo) che lo fa avvicinare alla
filosofia e lo nomina BUE MUTO (vista la sua stazza e per il fatto che non parlava). Intraprende studi a
Colonia, diventa magister e insegna nell’università di Parigi. Torna in Italia per volontà dell’ordine
domenicano, alcuni dicono che sia volontà del papa in persona per farlo lavorare nella corte papale, infatti
entra a far parte di essa, altri dicono che i domenicani volevano difenderlo (viste le questioni di maestri
secolari e religiosi dell’università di Parigi. Torna ad insegnare a Parigi nel 1259. Poi ritorna in Italia dove
insegna a Napoli nella corte di Carlo D’Angiò. Muore nell’abazia di Fossanova e più tardi viene santificato.
Ha scritto 36 opere e 25 opuscoli. I più importanti sono:
-l’ente e l’essenza
-somma teologica

Il suo pensiero
Si occupa del tema centrale della scolastica (RAPPORTO RAGIONE-FEDE) loro derivano entrambe da Dio
allora esse non possono contrapporsi, loro derivano entrambe da Dio allora esse non possono contrapporsi,
vanno conciliate. La grazia divina (FEDE) non elimina la natura (ragione) la perfeziona. Rispetto alla fede
(RIVELAZIONE) la ragione deve accordarsi ad essa per spiegarla. La ragione non può smentire la verità di
fede ma può spiegarle.
La ragione può servire la fede in 3 modi:
-dimostrare i preamboli della fede: la verità alla base della fede ovvero, ad esempio, l’esistenza di Dio.
-chiarisce i dogmi con similitudini: dogma della trinità ad esempio
- combattere affermazioni eretiche: la ragione smaschera le eresie
La filosofia di Tommaso riprende quella aristotelica che era scomparsa ed era tornata tramite gli arabi che
reinterpretano questa filosofia e --- ne fa la traduzione della metafisica in latino. I cristiani reinterpretano la
filosofia aristotelica al cristianesimo. Tommaso concilia questa filosofia con la religione e ne riprende alcuni
punti di vista:
-Si chiede che cos’è cio che è l’essere (ente) distingue due enti, quelli reali e quelli logici. Enti reali: tutto ciò
che si può toccare ma ci sono anche cose non tangibili (enti logici) es. cecità
Esiste ma non possiamo né vederla né toccarla. L’occhio è reale ma la cecità è una caratteristica di esso
-ESSENZA: tutte le cose che possiamo concepire hanno un’essenza ovvero la forma. Gli enti hanno
un’essenza cosi come la materia (Per Aristotele è cosi ma la materia è informe). Dice che c’è differenza tra
forma e esistenza (essere) reale. Tommaso fa ciò perché nella concezione di Dio e universo aristotelico non
c’era posto per la creazione perché per Aristotele la forma sono coeterne a Dio. Divide quindi forma e
essere. È Dio che ha dato alle forme l’essere che le fa esistere.
- distingue tutte le cose finite, con forma e esistenza non sono necessarie le ha decise Dio. Dio che è l’unico
essere necessario ed eterno, esiste necessariamente.
- ANALOGIA: due cose non sono uguali ma neanche troppo differenti. Es. fuoco
Lo usiamo per scaldare gli oggetti, il calore non è uguale rispetto alla fonte del calore. Quindi noi siamo
esseri esistenti ma creati da Dio quindi stiamo in un grado inferiore. Questo mondo e gli esseri sono
paragonabili a Dio per analogia, anche la bontà del mondo è paragonabile a quello di Dio. Ci sono 2 tipi di
sostanze:
-Dio: sostanza increata, infinita e necessaria
-Sostanze create: finite (limitati) e contingenti (non necessario). Ne fanno parte anche le nostre anime e
anche gli angeli (intelligenze motrici dei cieli di Aristotele). La concezione dei trascendentali le categorie di
Aristotele erano 10, Tommaso fa lo stesso tipo di ragionamento mettendo 5 caratteristiche riconducibili a 3
-UNO: ogni sostanza è uguale a sé stessa e diversa tra le altre.
-vero: comprensibile dalla coscienza
-buono: creato da Dio, quindi è obbligatoriamente buono poiché creato da cio che c’è di più buono al
mondo.

Prove dell’esistenza di Dio


Tommaso cerca di elaborarle, lui chiama le prove “vie”, non era d’accordo con la prova antologica di
Anselmo. Fa una prova a posteriori ne elabora 5 e hanno tutte la stessa struttura, partono da un dato
sensibile arrivano alle cause e poi tutto cade con Dio. Dice: se noi partiamo dall’essere, l’ente supremo è
Dio. Se partiamo dalle conoscenze sensibili Dio è cio che è più lontano da noi. Partiamo quindi dalle
creature che ci circondano arrivando poi a Dio.
1°: prova cosmologica (simile a quella di Aristotele) che parte dal movimento. Noi vediamo il movimento
che è mosso da altro e a sua volta viene mosso da altro ma non si può andare all’infinito, perciò Dio è colui
che muove ma non è mosso.
2: concetto di causa, si parte dall’esperienza. Tutto cio che esiste ha una causa (è causato da qualcosa)
risalire su una serie di causa arrivando alla causa prima, Dio.
3: possibile e necessario, se tutte le cose sono possibili, esse devono avere un motivo per la loro esistenza,
questo motivo assoluto è Dio, Dio vuole l’esistenza, essere necessario.
4: prova dei gradi di perfezione, noi vediamo in ogni caratteristica gradi di perfezione. I gradi intermedi
trovano l’espressione massima che li comprende al massimo è Dio
5: prova del fine, se guardiamo la natura non troviamo un’intelligenza in essa ma tutto è orientato verso un
fine, uno scopo (non è casuale) cosi come la freccia scagliata verso un obiettivo. Quest’ordine sembra
pensato da un essere intelligente (Dio). Peso maggiore.
Da ciò possiamo desumere gli attributi di Dio:
- MOTORE IMMOBILE
- CAUSA PRIMA
- DIO, ESSERE NECESSARIO
- DIO, ESSERE PERFETTO
- DIO, INTELLIGENZA ORDINATRICE
Le altre caratteristiche che di Dio possiamo comprendere attraverso 2 vie (partono dal principio di analogia)
-positiva: si divide in due vie (via dell’eminenza e della casualità)
-negativa: per arrivare alle caratteristiche di Dio, essere perfetto, se noi vediamo delle imperfezioni non
sono caratteristiche di Dio
Tommaso contesta la posizione del Panteismo (dio presente in ogni cosa).
L’antropomorfismo (idea che tende a fare un paragone tra Dio e l’uomo) e scetticismo (dio è totalmente
diverso da cio che vediamo). Combatte cio grazie al concetto di analogia
(eminenza= la nostra intelligenza è limitata, quella di Dio è al massimo livello, casualità= caratteristiche,
come l’intelligenza, che sono positive appartengono anche a Dio.
Non tutte le verità, frutto di rivelazione (dogmi), che non possiamo spiegare attraverso la ragione. Vale il
principio di autorità: fidarsi della rivelazione, la verità di fede.
Talvolta la ragione può aiutarle.
Le prove dell’esistenza di Dio vengono chiamate teologia naturale attraverso la ragione (metafisica nella
fisica antica).
Rapporto fede-ragione, l’origine di queste due facoltà è Dio, derivano da lui. Non possono entrare, quindi in
contrasto. Dio è intelligente e anche razionale. Perciò dio può essere conosciuto tramite la ragione.
Tommaso pensa che le cose del mondo sono formate da due cose: forma (più importante) e materia. La
forma è anche universale, la forma dell’animale razionale è uguale per tutti.
-conoscenza sensibile: aiuta da la forma, il colore ecc.
-conoscenza intellegibile: conosciamo le cose grazie all’essenza che però fa parte solo degli angeli e
dell’uomo. I secondi contrastano l’essenza solo attraverso l’elemento formale e materiale mentre gli angeli
attingono direttamente all’essenza. Chiama questo concetto astrazione: l’anima crea una rappresentazione
riuscendo così ad estrapolare l’essenza. Noi possiamo conoscere ma non è necessario (possibilità di
conoscere) mentre Dio e gli angeli già conoscono l’essenza. Aristotele diceva che l’atto viene prima della
potenza ed è più importante della potenza per 3 motivi: ontologico, cronologico e conoscitivo.
Averroè dice che l’intelletto attivo sia Dio ma Tommaso dice che ognuno ha un proprio intelletto attivo cosi
per poter conoscere.
L’assenza è uguale per tutti per cui come facciamo ad essere diversi in otto? L’elemento formale non può
spiegarle mentre la materia signata che ci rende diversi nello spazio e nel tempo. Stabilisce cosi il principio
di indeterminazione
Esistono due tipi di conoscenze e sono quella intelligibile e quella sensibile
LA CONOSCENZA DELLA VERITA’
È un adeguamento dell’intelletto alla cosa, la misura della verità è il mondo che ci circonda. Ma dopo
l’essenza da noi estrapolata dobbiamo arrivare alle caratteristiche di essa. La conoscenza di Dio è
differente, lui ha creato tutto essendo l’artefice lui già conosce (conoscenza immediata), è una conoscenza
totale. Ogni verità nasce da Dio.

Realismo moderato
Tommaso concepisce tutto legato al corpo singolo quindi l’essenza non la troviamo separata dal singolo
individuo, è inscindibile dalla materia. La troviamo separata prima della creazione poi nel momento
conoscitivo (estrapoliamo l’essenza del corpo).

La concezione dell’anima
Per Aristotele quando muore la materia muore anche l’anima. Tommaso dice che l’anima è un elemento
incorporeo e autonomo della realtà. La inserisce in un corpo per permettere di conoscere e, una volta
morta, “si libera”. Il principio di individuazione sta nel corpo per cui l’anima è diversa e individuale. Dice che
il corpo lascia qualche traccia all’anima. Cio è funzionale anche perché nel giorno del giudizio ognuno
riprende il suo corpo.

La morale di Tommaso si ispira all’agire che segue il proprio essere


Ogni cosa tende verso il modo in cui è fatta, è condizionata dal proprio agire rispetto a ciò che si è. Le
nostre azioni non possono che tendere verso Dio, nostro creatore, fine ultimo. Dio è anche il punto di
riferimento dal punto di vista morale.
Riprende un’idea del cristianesimo, la provvidenza ovvero il principio per cui dio governa il mondo con un
suo intervento, non è frutto del caso ma di un disegno divino. Questa provvidenza va spiegata perché le
nostre azioni per essere definite propriamente morali devono essere date dalla nostra libertà. Tommaso si
chiede che se Dio è l’ente supremo, noi possiamo considerarci liberi? Preserva l’idea di libertà con una
distinzione tra due cause: cause necessarie: riguardano tutte le cose, non possono essere diverse da come
sono, una forma geometrica come un cilindro rotola è un qualcosa che fa parte della sua natura è
necessaria. È predisposto a poter rotolare. Anche qualcosa che cade è inerente al mondo stesso per cui
causa necessaria. Tommaso però dice che si, qualcosa può cadere ma non è detto che lo faccia. È necessaria
quindi la causa contingente, che si può verificare oppure no. Noi possiamo portare qualcosa a cadere ed è
una causa contingente. Esistono azioni che possiamo sia compierle che non farlo. Questo va a spiegare il
concetto di libertà, l’ordinamento del Mondo è dato da Dio ma noi abbiamo la nostra libertà grazie alle
cause contingenti. All’interno della provvidenza c’è un altro concetto della provvidenza ovvero la grazia che
è quell’aiuto che Dio ci dà per raggiungere la salvezza. Se Dio determinasse in maniera necessaria il nostro
agire, saremmo liberi? No ma dobbiamo esserlo, per cui la grazia, per Tommaso, è un aiuto che Dio ci dà
per raggiungere la salvezza ma noi possiamo decidere di accogliere o meno questo aiuto decidendo quindi
se andare verso il bene o il male. C’è anche l’idea della prescienza di Dio, sa in anticipo come ci
comporteremo nella vita, sa già cosa faremo non perché non siamo liberi e determina lui come andranno le
cose ma lo sa perché essendo eterno e non vivendo nel tempo (successione di attimi) Dio vede già nel suo
presente cosa accadrà durante la vita di quel determinato uomo. Dio vede tutto. Tutto questo giustifica il
libero arbitrio.

Concetto di male
riprende l’idea di Agostino che diceva che non esiste la mancanza del bene, ovvero ciò che noi chiamiamo
male è l’allontanarci da Dio, dall’ordine del mondo da Dio stabilito. Questa concezione si adatta alla sua
concezione di universo perché Dio ha creato cose buone, non sbagliate ma ci sono elementi che noi
chiamiamo male per cui dobbiamo spiegarne l’esistenza. Lo spiega dicendo che Dio quando crea l’universo
ha bisogno di tante cose che deve armonizzare tra loro. I singoli elementi che noi possiamo considerare
slegati da tutto il resto hanno una funzione nell’universo da Dio creato per cui ha sempre una funzione
precisa di tipo positivo. Ad esempio un attore non può usare solo colori sgargianti ma anche colori cupi.
Tommaso fa un’altra distinzione tra due mali:
- Colpa: è una deficienza nell’azione. Se devo comportarmi in un certo modo e non lo faccio questa è
una colpa.
- Pena: è una deficienza nella forma. C’è un qualcosa, ad esempio un organo, che nella piena
realizzazione ha una funziona precisa quando manca la sua funzionalità c’è una pena, l’occhio cieco
è una pena.
Ogni pena segue ad una colpa, siccome Dio vede tutto in anticipo, punisce l’essere umano per una colpa
che lui commetterà in futuro. C’è il concetto di sinteresi, ovvero la nostra predilezione per il bene e pensa
che l’uomo sia portato a seguire il bene anche se può sbagliare. La coscienza è la capacità di attuare il
principio morale ai singoli casi. Questa tendenza verso il bene se diventa abitudine, agire sempre per il
bene, diventa un habitus, un’abitudine ad agire in un certo modo, ovvero una vera e propria virtù. Una
persona virtuosa agisce sempre in quel modo. Le virtù, riprendendo la distinzione di Aristotele
completandola, etiche e dianoetiche (hanno a che fare con il nostro intelletto). Riprende un’idea
importante, ovvero l’idea del giusto mezzo che sta tra due eccessi e Tommaso è come se polemizzasse
alcune tendenze della chiesa del suo tempo, alcuni modi di fare che ritiene estremi come il rifiuto di tutto
ciò che è corporeo, o l’allontanarsi dal mondano. Tommaso è come prendesse parte contro questi
comportamenti eccessivi. Entrambe le virtù per Tommaso non sono virtù supreme ma soltanto terrene,
hanno importanza nella nostra vita terrena che non ci sono utili nella vita dopo la morte. Infatti affianca le
virtù teologali che sono le più alte in grado di avvicinare l’uomo a Dio e sono: la fede, la speranza e la carità.

Il pensiero politico di Tommaso


La concezione della legge è molto importante, la chiesa la fa propria ed è alla base del diritto canonico.
Tommaso la riprende dalla concezione stoica che diceva che le leggi dovevano essere aderenti a quello che
era l’ordinamento di natura, verrà ripresa con il nome giusnaturalismo: le leggi non devono essere
arbitrarie secondo canoni relativi ma devono essere conformi a canoni di natura.
Tommaso distingue 4 tipi di leggi che esistono nel cosmo:
-Legge eterna: legge di Dio, regola il mondo con delle regole (legge eterna). Inevitabilmente essa agisce in
tutte le creature di Dio.
-All’interno dell’uomo prende il nome di legge naturale che prevede 3 elementi uno che accomuna tutti gli
esseri viventi (volontà di preservare la vita, difesa della propria vita), il secondo elementi ogni essere
vivente tende a procreare, gli uomini devono vivere in comunità e non devono recarsi danno l’uno con
l’altro.
-Legge divina: 10 comandamenti che Dio ha trasmesso direttamente agli uomini così come la legge
evangelica
-Legge positiva: deve essere aderente alla legge divina che a sua volta rispecchia la legge naturale che a sua
volta è aderente alla legge eterna. Quindi le leggi devono essere coerenti con la legge divina, naturale e con
la legge eterna (legge con cui dio organizza e ordina il cosmo)
La fonte del diritto quindi è Dio stesso. Le leggi devono essere conformi alla nostra natura quindi a Dio che
è colui che ci ha creato.

La concezione del rapporto chiesa-stato


Tommaso, analizzando lo stato, ci dice che la tendenza degli uomini a mettersi insieme è una tendenza
naturale, noi siamo destinati a vivere insieme siamo sociali.
Riteneva che la monarchia fosse il governo migliore e che fosse più simile a quello che fa Dio essendo lui il
sovrano assoluto dell’universo, il re lo è per lo stato per cui mantiene maggiormente un ordine dello stato.
Lo stato si occupa della nostra vita terrena, vita temporanea in funzione di una vita successiva più
importante ovvero quella eterna, per questo la chiesa è colei che si occupa della salvezza delle anime.
Pertanto se ci deve essere una gerarchia tra stato e chiesa quest’ultima deve starne a capo. Tommaso
quindi pensava ad un modello teocratico, per cui il governo doveva essere affidato alla chiesa, ma per lui
non è così per cui stato e chiesa devono essere indipendenti ma al contempo la chiesa deve avere un
primato rispetto allo stato. Ciò non vede lo stato sottoporsi alla chiesa ma soltanto in un gradino più in alto.

Guglielmo Ockham

Viene visto come un filosofo che pone fine al periodo della scolastica e con lui inizia la filosofia moderna,
viene distrutta l’impalcatura della filosofia aristotelica e si formano le basi del pensiero rinascimentale.
Nasce nel 1290 a Ockham, vicino Londra, durante la sua vita si mostra eccellente negli studi divenendo
professore nella città di oxford e viene nominato dottore invincibile. Ma una mente così brillante non
poteva non tirarsi addosso i timori della chiesa. La corte papale in questo periodo si era trasferita ad
Avignone e Guglielmo per le sue idee eretiche viene chiamato per rispondere delle sue affermazioni, alcune
di esse infatti vengono censurate per imposizione della chiesa. Ad un certo punto Guglielmo decide di
fuggire ad Avignone insieme ad un altro francescano che si rifaceva all’esempio di cristo e degli apostoli. Si
pensa sia andato a Monaco.

Pone fine alla scolastica. Ockham nega la possibilità che ragione e fede possano camminare insieme, sono
indipendenti. Le questioni che riguardano la natura devono essere indagate attraverso la ragione e le
questioni di Dio dalla fede. Arriva a ciò attraverso un ragionamento filosofico, si domanda quale sia l’origine
della conoscenza e distingue due tipi di conoscenza:

- conoscenza intuitiva: è la conoscenza sensibile legata all’esperienza che attraverso i sensi facciamo del
mondo che ci circonda. È un empirista che vede nei sensi l’origine delle nostre conoscenze. È l’intelletto che
ci consente di esprimere giudizi sulle esperienze sensibile. È la conoscenza dalla quale discendono tutte le
altre conoscenze.
- Conoscenza astrattiva: abbiamo la capacità di estrapolare dagli enti dei concetti. Per cui da degli enti
possiamo estrapolare un concetto universale. La forma quindi riguardano più enti di quell’essenza.

Aristotele diceva che le essenze, proprio come le idee platoniche, sono cose reali, l’uomo è in grado di
conoscere queste essenze, esistono a prescindere da no. per Ockham invece esiste soltanto l’individuo, le
essenze sono solo nella nostra testa. Togliendo le essenze dà alla filosofia aristotelica un colpo durissimo,
attaccandolo alla base di essa. Per questo prende un nome specifico Nominalismo poiché i nostri concetti
delle cose che sta nel nome di quel concetto si trovano nella nostra mente. gli universali, concetti, li
prendiamo dall’esperienza, dalla conoscenza intuitiva, tutto deriva dall’esperienza se non ci fosse quella
non ci sarebbe nessun’altro tipo di conoscenza.

La conoscenza intuitiva si divide in:

- Perfetta: quella di un oggetto che ho di fronte, che vedo, lo sto conoscendo


- Imperfetta: esperienza avuta in passato, un ricordo, meno affidabile possono ingannarci.

Teoria della supposizione

Una supposizione è un qualcosa che sta per qualcos’altro. I concetti sono le supposizioni che stanno al
posto Il significato (le cose del mondo, cose di cui si può parlare e si possono usare i segni per indicarli)

sono di 3 tipi:

Supposizione personale: mi riferisco ad un individuo

Supposizione semplice: in cui interviene un concetto, non sta nella realtà ma nella nostra mente.

Supposizione materiale: in cui ci riferiamo alle parole


Se gli universali devono essere estrapolati dagli individui, come bisogna considerare i concetti in cui parlo di
cose che non esistono? Veri o falsi?

La tautologia è un’affermazione sempre vera, se la usassi riferendomi ad un ente non esistente come la
fenicia l’affermazione è falsa. Quando ciò di cui parliamo non ha un’esperienza empirica nella realtà essa è
falsa. L’esperienza concreta è l’unica cosa con cui misurare la verità.

Ciò produce la dissoluzione della scolastica e la distinzione tra la filosofia da una parte e la teologia
dall’altra. Ockham dice che delle cose che non esistono non si può avere conoscenza. La teologia non può
avere uno statuto scientifico, la metafisica che indaga sulle cause prime non è una scienza. Fa una critica
serrata per i tentativi fatti per provare l’esistenza di Dio, non servono a nulla. L’esistenza può essere
accertata solo attraverso l’esperienza diretta. Critica la prova ontologica di Anselmo dicendo che esistenza e
essenza sono sempre unite e ribadisce che le cose vanno provate attraverso l’esistenza sensibile. Critica
anche la prova cosmologica di Tommaso dicendo che esistono i movimenti, cambiamenti, come quelli
dell’anima ma non sono dovuti a niente, nessuno provoca il movimento. Il fatto che Dio sia la sola causa del
mondo che generi quanto esiste è smontato e dice che non si può supporre come causa esterna rispetto al
mondo naturale.

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