Appunti Filosofia Scolastica
Appunti Filosofia Scolastica
La scolastica è la filosofia cristiana, prende piede nel medioevo. Le sue origini si hanno nella Rinascita
Carolingia (Carlo Magno che aveva aperto la scuola paladina, punto d’incontro degli intellettuali, essa
serviva per avere la classe funzionaria per lo stato, per lei la religione era il collante che teneva unito
l’impero, Carlo era il difensore della Cristianità.)
L’idea alla base della scolastica è che la teologia e la filosofia devono camminare insieme. La filosofia è
l’ancella della teologia, subordinata di essa. Prima la filosofia cercava la verità, ora, invece il credente ha la
verità grazie alla venuta di Cristo. Questa filosofia serve a far comprendere la verità di cui siamo in
possesso. I filosofi si muovono nei limiti della tradizione controllati anche dalla Chiesa poiché il tutto doveva
professare la parola tramandata. Il pensiero ufficiale doveva essere dato dalla Bibbia e dai padri della
Chiesa come Sant’Agostino. In questo periodo i testi classici filosofici di Platone e Aristotele, vengono messi
da parte. Manca l’elemento della storicità dei filosofi.
Scolastica deriva da SCOLASTICUS, colei che insegna, insegnavano le arti liberali (TRIVIO E QUADRIVIO).
Anche i magister, maestri di teologia vengono chiamati SCOLASTICUS, loro inizialmente, insegnavano nei
monasteri poi nelle università. L’obiettivo è l’insegnamento del significato della rivelazione. La scolastica
veniva insegnata in 3 fasi:
-lectio: lettura dei testi
-meditazione: lo scolaro medita sui testi
- disputazione: venivano formati dei gruppi, si prendeva un testo e si dovevano trovare dei punti di critica e
quelli di sostegno. Il tema centrale di essa è il rapporto tra fede (oggetto teologico) e ragione (filosofia)
Questi elementi in base al loro rapporto permettono di individuare 4 fasi della scolastica:
-PRESCOLASTICA: 1° periodo, da Carlo Magno fino al 10°secolo d.C., la fede e la ragione sono indistinti
-ALTASCOLASTICA: fino al 13° secolo, i filosofi cercano ei far comunicare ragione e fede.
-FIORITURA DELLA SCOLASTICA: massimo splendore fino al 14° secolo
- DISSOLUZIONE DELL SCOLASTICA: tra il 14° e il 15° secolo, i filosofi capiscono che i due concetti non
possono vivere insieme.
ANSELMO D’AOSTA
Si formarono due scuole di pensiero:
-dialettica: la ragione è fondamentale.
-anti dialettica: la fede è importante, la ragione umana non può comprendere la verità rivelata.
Anselmo scrive due opere: Monologiam e posologiam. Nasce ad Aosta, prende posizione a favore dei
dialettici, dice che la fede cosi come la ragione è data da Dio quindi la ragione va usata. Anselmo è un uomo
di chiesa diventa arcivescovo di Canterbury ma è anche un filosofo. Cerca di usare la ragione per spiegare la
fede. Il motto suo motto è CREDO PER CAPIRE, crede attraverso la ragione. Sperimenta cio cercando di
rivelare e spiegare con la ragione l’esistenza di Dio. Fa due prove dell’esistenza divina:
-A POSTERIORI: prova che parte dell’esperienza concreta (come quella fatta da Aristotele: MOTORE
immobile: muove ma non si muove) egli dice che nel mondo si osservano livelli di bontà, c’è
obbligatoriamente un bene assoluto (DIO che rende tutti buoni) cio lo troviamo nel Monologiam
-ANTOLOGICA: Anselmo dimostra l’esistenza con un argomento a priori, non parte dall’esperienza sensibile
ma dal concetto di Dio, ci sono persone che credono e altre che non credono (stolti) persino loro hanno il
concetto di Dio, questo concetto è un qualcosa di cui non ci può essere niente di maggiore (essere perfetto)
le cose esistenti sono maggiori di ciò che non esiste, per cui se lo stolto avesse ragione la conseguenza è
che ogni cosa che esiste è maggiore di Dio.
Ciò anima un dibattito: alcuni condividono, altri, la maggior parte, lo contestano come anche alcuni uomini
di Chiesa: Gaunilone (BENEDETTINO). Lui dice che questo discorso si potrebbe fare riferendosi a qualsiasi
altra cosa: se si pensa ad una cosa perfetta quella cosa è vera. Anselmo gli risponde dicendo che lui ha
parlato di Dio. A contestarlo anche Tommaso D’Aquino che lo critica dicendo che ha fatto l’operazione
sbagliata perché l’esistenza deve essere verificata dall’esperienza e non dal concetto stesso. Se esiste un
quadrato dorato sul Pantheon esso ha 4 lati, ma devo vedere se quest’ultimo sul pantheon c’è davvero.
TOMMASO D’AQUINO Nasce
nel 1225 a Roccasecca, vicino ad Aquino, dove è vissuto. Il padre era un signore feudale, la madre una
nobile normanna. Venne indirizzato alla vita ecclesiastica per farlo divenire abate e magari giungere alla
carica di cardinale. A 5 anni venne inviato nell’abazia di Montecassino la quale va in rovina dopo lo scontro
con Federico II e i genitori a 14 anni lo mandano a Napoli dove studia le arti liberali. Sceglie di aderire
all’ordine domenicano, ordine mendicante, si giurava una vita modesta in povertà e perciò la mamma non
condivide questa scelta e manda i due fratelli a rapirlo e riportarlo a Roccasecca per fargli cambiare idea ma
non ci riuscì e vista l’insistenza del figlio accettò. Tommaso torna cosi nel convento a Napoli. Va poi
all’università di Parigi che influenza la sua cultura, incontra Alberto magno (filosofo) che lo fa avvicinare alla
filosofia e lo nomina BUE MUTO (vista la sua stazza e per il fatto che non parlava). Intraprende studi a
Colonia, diventa magister e insegna nell’università di Parigi. Torna in Italia per volontà dell’ordine
domenicano, alcuni dicono che sia volontà del papa in persona per farlo lavorare nella corte papale, infatti
entra a far parte di essa, altri dicono che i domenicani volevano difenderlo (viste le questioni di maestri
secolari e religiosi dell’università di Parigi. Torna ad insegnare a Parigi nel 1259. Poi ritorna in Italia dove
insegna a Napoli nella corte di Carlo D’Angiò. Muore nell’abazia di Fossanova e più tardi viene santificato.
Ha scritto 36 opere e 25 opuscoli. I più importanti sono:
-l’ente e l’essenza
-somma teologica
Il suo pensiero
Si occupa del tema centrale della scolastica (RAPPORTO RAGIONE-FEDE) loro derivano entrambe da Dio
allora esse non possono contrapporsi, loro derivano entrambe da Dio allora esse non possono contrapporsi,
vanno conciliate. La grazia divina (FEDE) non elimina la natura (ragione) la perfeziona. Rispetto alla fede
(RIVELAZIONE) la ragione deve accordarsi ad essa per spiegarla. La ragione non può smentire la verità di
fede ma può spiegarle.
La ragione può servire la fede in 3 modi:
-dimostrare i preamboli della fede: la verità alla base della fede ovvero, ad esempio, l’esistenza di Dio.
-chiarisce i dogmi con similitudini: dogma della trinità ad esempio
- combattere affermazioni eretiche: la ragione smaschera le eresie
La filosofia di Tommaso riprende quella aristotelica che era scomparsa ed era tornata tramite gli arabi che
reinterpretano questa filosofia e --- ne fa la traduzione della metafisica in latino. I cristiani reinterpretano la
filosofia aristotelica al cristianesimo. Tommaso concilia questa filosofia con la religione e ne riprende alcuni
punti di vista:
-Si chiede che cos’è cio che è l’essere (ente) distingue due enti, quelli reali e quelli logici. Enti reali: tutto ciò
che si può toccare ma ci sono anche cose non tangibili (enti logici) es. cecità
Esiste ma non possiamo né vederla né toccarla. L’occhio è reale ma la cecità è una caratteristica di esso
-ESSENZA: tutte le cose che possiamo concepire hanno un’essenza ovvero la forma. Gli enti hanno
un’essenza cosi come la materia (Per Aristotele è cosi ma la materia è informe). Dice che c’è differenza tra
forma e esistenza (essere) reale. Tommaso fa ciò perché nella concezione di Dio e universo aristotelico non
c’era posto per la creazione perché per Aristotele la forma sono coeterne a Dio. Divide quindi forma e
essere. È Dio che ha dato alle forme l’essere che le fa esistere.
- distingue tutte le cose finite, con forma e esistenza non sono necessarie le ha decise Dio. Dio che è l’unico
essere necessario ed eterno, esiste necessariamente.
- ANALOGIA: due cose non sono uguali ma neanche troppo differenti. Es. fuoco
Lo usiamo per scaldare gli oggetti, il calore non è uguale rispetto alla fonte del calore. Quindi noi siamo
esseri esistenti ma creati da Dio quindi stiamo in un grado inferiore. Questo mondo e gli esseri sono
paragonabili a Dio per analogia, anche la bontà del mondo è paragonabile a quello di Dio. Ci sono 2 tipi di
sostanze:
-Dio: sostanza increata, infinita e necessaria
-Sostanze create: finite (limitati) e contingenti (non necessario). Ne fanno parte anche le nostre anime e
anche gli angeli (intelligenze motrici dei cieli di Aristotele). La concezione dei trascendentali le categorie di
Aristotele erano 10, Tommaso fa lo stesso tipo di ragionamento mettendo 5 caratteristiche riconducibili a 3
-UNO: ogni sostanza è uguale a sé stessa e diversa tra le altre.
-vero: comprensibile dalla coscienza
-buono: creato da Dio, quindi è obbligatoriamente buono poiché creato da cio che c’è di più buono al
mondo.
Realismo moderato
Tommaso concepisce tutto legato al corpo singolo quindi l’essenza non la troviamo separata dal singolo
individuo, è inscindibile dalla materia. La troviamo separata prima della creazione poi nel momento
conoscitivo (estrapoliamo l’essenza del corpo).
La concezione dell’anima
Per Aristotele quando muore la materia muore anche l’anima. Tommaso dice che l’anima è un elemento
incorporeo e autonomo della realtà. La inserisce in un corpo per permettere di conoscere e, una volta
morta, “si libera”. Il principio di individuazione sta nel corpo per cui l’anima è diversa e individuale. Dice che
il corpo lascia qualche traccia all’anima. Cio è funzionale anche perché nel giorno del giudizio ognuno
riprende il suo corpo.
Concetto di male
riprende l’idea di Agostino che diceva che non esiste la mancanza del bene, ovvero ciò che noi chiamiamo
male è l’allontanarci da Dio, dall’ordine del mondo da Dio stabilito. Questa concezione si adatta alla sua
concezione di universo perché Dio ha creato cose buone, non sbagliate ma ci sono elementi che noi
chiamiamo male per cui dobbiamo spiegarne l’esistenza. Lo spiega dicendo che Dio quando crea l’universo
ha bisogno di tante cose che deve armonizzare tra loro. I singoli elementi che noi possiamo considerare
slegati da tutto il resto hanno una funzione nell’universo da Dio creato per cui ha sempre una funzione
precisa di tipo positivo. Ad esempio un attore non può usare solo colori sgargianti ma anche colori cupi.
Tommaso fa un’altra distinzione tra due mali:
- Colpa: è una deficienza nell’azione. Se devo comportarmi in un certo modo e non lo faccio questa è
una colpa.
- Pena: è una deficienza nella forma. C’è un qualcosa, ad esempio un organo, che nella piena
realizzazione ha una funziona precisa quando manca la sua funzionalità c’è una pena, l’occhio cieco
è una pena.
Ogni pena segue ad una colpa, siccome Dio vede tutto in anticipo, punisce l’essere umano per una colpa
che lui commetterà in futuro. C’è il concetto di sinteresi, ovvero la nostra predilezione per il bene e pensa
che l’uomo sia portato a seguire il bene anche se può sbagliare. La coscienza è la capacità di attuare il
principio morale ai singoli casi. Questa tendenza verso il bene se diventa abitudine, agire sempre per il
bene, diventa un habitus, un’abitudine ad agire in un certo modo, ovvero una vera e propria virtù. Una
persona virtuosa agisce sempre in quel modo. Le virtù, riprendendo la distinzione di Aristotele
completandola, etiche e dianoetiche (hanno a che fare con il nostro intelletto). Riprende un’idea
importante, ovvero l’idea del giusto mezzo che sta tra due eccessi e Tommaso è come se polemizzasse
alcune tendenze della chiesa del suo tempo, alcuni modi di fare che ritiene estremi come il rifiuto di tutto
ciò che è corporeo, o l’allontanarsi dal mondano. Tommaso è come prendesse parte contro questi
comportamenti eccessivi. Entrambe le virtù per Tommaso non sono virtù supreme ma soltanto terrene,
hanno importanza nella nostra vita terrena che non ci sono utili nella vita dopo la morte. Infatti affianca le
virtù teologali che sono le più alte in grado di avvicinare l’uomo a Dio e sono: la fede, la speranza e la carità.
Guglielmo Ockham
Viene visto come un filosofo che pone fine al periodo della scolastica e con lui inizia la filosofia moderna,
viene distrutta l’impalcatura della filosofia aristotelica e si formano le basi del pensiero rinascimentale.
Nasce nel 1290 a Ockham, vicino Londra, durante la sua vita si mostra eccellente negli studi divenendo
professore nella città di oxford e viene nominato dottore invincibile. Ma una mente così brillante non
poteva non tirarsi addosso i timori della chiesa. La corte papale in questo periodo si era trasferita ad
Avignone e Guglielmo per le sue idee eretiche viene chiamato per rispondere delle sue affermazioni, alcune
di esse infatti vengono censurate per imposizione della chiesa. Ad un certo punto Guglielmo decide di
fuggire ad Avignone insieme ad un altro francescano che si rifaceva all’esempio di cristo e degli apostoli. Si
pensa sia andato a Monaco.
Pone fine alla scolastica. Ockham nega la possibilità che ragione e fede possano camminare insieme, sono
indipendenti. Le questioni che riguardano la natura devono essere indagate attraverso la ragione e le
questioni di Dio dalla fede. Arriva a ciò attraverso un ragionamento filosofico, si domanda quale sia l’origine
della conoscenza e distingue due tipi di conoscenza:
- conoscenza intuitiva: è la conoscenza sensibile legata all’esperienza che attraverso i sensi facciamo del
mondo che ci circonda. È un empirista che vede nei sensi l’origine delle nostre conoscenze. È l’intelletto che
ci consente di esprimere giudizi sulle esperienze sensibile. È la conoscenza dalla quale discendono tutte le
altre conoscenze.
- Conoscenza astrattiva: abbiamo la capacità di estrapolare dagli enti dei concetti. Per cui da degli enti
possiamo estrapolare un concetto universale. La forma quindi riguardano più enti di quell’essenza.
Aristotele diceva che le essenze, proprio come le idee platoniche, sono cose reali, l’uomo è in grado di
conoscere queste essenze, esistono a prescindere da no. per Ockham invece esiste soltanto l’individuo, le
essenze sono solo nella nostra testa. Togliendo le essenze dà alla filosofia aristotelica un colpo durissimo,
attaccandolo alla base di essa. Per questo prende un nome specifico Nominalismo poiché i nostri concetti
delle cose che sta nel nome di quel concetto si trovano nella nostra mente. gli universali, concetti, li
prendiamo dall’esperienza, dalla conoscenza intuitiva, tutto deriva dall’esperienza se non ci fosse quella
non ci sarebbe nessun’altro tipo di conoscenza.
Una supposizione è un qualcosa che sta per qualcos’altro. I concetti sono le supposizioni che stanno al
posto Il significato (le cose del mondo, cose di cui si può parlare e si possono usare i segni per indicarli)
sono di 3 tipi:
Supposizione semplice: in cui interviene un concetto, non sta nella realtà ma nella nostra mente.
La tautologia è un’affermazione sempre vera, se la usassi riferendomi ad un ente non esistente come la
fenicia l’affermazione è falsa. Quando ciò di cui parliamo non ha un’esperienza empirica nella realtà essa è
falsa. L’esperienza concreta è l’unica cosa con cui misurare la verità.
Ciò produce la dissoluzione della scolastica e la distinzione tra la filosofia da una parte e la teologia
dall’altra. Ockham dice che delle cose che non esistono non si può avere conoscenza. La teologia non può
avere uno statuto scientifico, la metafisica che indaga sulle cause prime non è una scienza. Fa una critica
serrata per i tentativi fatti per provare l’esistenza di Dio, non servono a nulla. L’esistenza può essere
accertata solo attraverso l’esperienza diretta. Critica la prova ontologica di Anselmo dicendo che esistenza e
essenza sono sempre unite e ribadisce che le cose vanno provate attraverso l’esistenza sensibile. Critica
anche la prova cosmologica di Tommaso dicendo che esistono i movimenti, cambiamenti, come quelli
dell’anima ma non sono dovuti a niente, nessuno provoca il movimento. Il fatto che Dio sia la sola causa del
mondo che generi quanto esiste è smontato e dice che non si può supporre come causa esterna rispetto al
mondo naturale.