I monaci benedettini avevano una familiarità tale con la Scrittura, da esserne veramente
“impastati”: indubbiamente la Bibbia era il libro del monaco, e il monaco l’uomo della Bibbia; la
sua preghiera consisteva spesso nel ripetere lentamente, “gustandoli”, versetti della Scrittura (la
cosiddetta “ruminatio”).
Alla base di questo interesse primordiale e quasi esclusivo verso la Bibbia, c’è la convinzione che
esiste un legame stretto tra vita monastica e parola di Dio; e in particolare la convinzione dell’unità
tra le varie fasi dell’economia divina: dall’AT in su, è la stessa storia della salvezza, che ha il suo
culmine nel mistero pasquale di Cristo, al quale ogni monaco, ogni cristiano, partecipa, facendo
suoi i misteri di cui parlano le Scritture.
In un certo modo lo stesso Spirito di Dio, che ha ispirato gli autori dei libri sacri, continua ad agire
in coloro che li leggono e che cercano di ripetere quella esperienza di cui parlano i sacri testi.
Per cui oggi facciamo un altro passo nel cammino della Regola Benedettina. San Benedetto
stabilendo nel capitolo 48 della Regola l’orario del monaco, distribuisce tra il lavoro e la lectio
divinail tempo rimasto libero dalla preghiera. Per molto tempo, durante il periodo patristico e
l’alto medioevo, la pratica della lectio divina fu continua e molto sentita tra i monaci e fuori. Oggi
in tutti i monasteri benedettini organizzano lectio divina aperta al pubblico. Per chi non la
conoscesse, ritengo essere sicuramente un primo passo verso la vera preghiera e la vera ricerca di
Dio. Sintetizzo in pochi punti. Ognuno ne faccia esperienza in casa propria quando vuole.
Preparazione REMOTA: Togliti i calzari (Es 3,5)
Primo atteggiamento per accostarsi alla parola di Dio è dargli credito. Bisogna sempre più e
sempre meglio riconoscere che «non c’è parola come questa parola» come afferma un grande
padre della Chiesa. Hai mai pensato a quanto tempo trascorri leggendo libri, giornali, articoli su
internet o guardando la tv? Fai il confronto con quanto tempo passi con la Parola di Dio e poi
domandati: quanta importanza concretamente attribuisco a questa parola? Ora non pensare a
fare lunghe letture: puoi cominciare con mezz’ora al giorno da dedicarGli. Tutti i giorni.
Preparazione PROSSIMA: Fermati!
Una volta presa la decisione di iniziare, è necessario imparare. Per imparare lascia perdere i sussidi
vari e cimentati con la Parola. Prima cosa da ‘fare’ è smettere di ‘fare’ cose. Bisogna fermarsi! La
preghiera è un’azione interiore con la quale ci rivolgiamo a Dio. Per metterlo in pratica, prenditi un
tempo in cui non devi compiere altro, fermati e mettiti al Suo cospetto: solo tu e Lui. E comincia
a fare silenzio. Il silenzio deve raggiungerti dentro, deve diventare interiore. L’effetto del tuo
fermarti non sarà immediato. Immagina il funzionamento di una palla di vetro con neve artificiale:
quando la agiti anche all’interno la neve si muove, ma quando la fermi il movimento della neve
all’interno non si arresta subito. Con un po’ di pazienza, tuttavia, anche dentro la neve pian piano
si depositerà sul fondo. Tutto, poi, sarà quiete. Anche noi funzioniamo così: quando ti fermi, sii
paziente, e, con la tua pazienza, la tua interiorità, assillata da ogni pensiero, pian piano si calmerà.
Si tratta di rientrare in se stessi.
INIZIO: Prega!
Una volta che ti sei messo in uno stato sufficientemente sereno comincia con una preghiera: il
segno di croce e l’invocazione dello Spirito Santo. Chiedi l’aiuto al Signore per poter meglio entrare
alla Sua presenza con l’ascolto della Sua parola. Potresti cominciare con la Sequenza allo Spirito
Santo.
LECTIO DIVINA
Lectio: Ascolta Israele!
Il primo momento è semplice: leggi. Lectio Divina significa lettura divina e l’azione richiesta è la
lettura della Parola di Dio. Leggere è un’azione che compiamo spesso nella giornata. Quella della
lectio divina deve essere accompagnata, tuttavia, da una particolare attenzione interiore: l’ascolto.
Leggi più volte, leggi con calma, leggi cercando di ascoltare. Abbiamo la fortuna di aver ascoltato
spesso il Vangelo: quando lo ascoltiamo nuovamente ci sembra di conoscerlo già. Quando giunge
questo pensiero non stiamo in realtà ascoltando, stiamo ricordando quello che che abbiamo già in
mente. Non sta parlando la Parola di Dio, ma la nostra memoria.
Quando, al contrario, cominci la lectio divina, leggi e lasciati condurre dalla parola che ascolti.
Immagina che la Parola sia come un fiume, essa scorre in una precisa direzione. Il nostro compito è
lasciarci portare fiduciosamente da essa, senza opporle la resistenza delle nostre idee, dalle nostre
domande, o delle conoscenze pregresse. Il rischio che corriamo è far dire noi quello che vogliamo
alla parola che stiamo ascoltando. Per evitare questa dinamica, lo sforzo è imparare sempre più a
leggere quello che c’è scritto e nient’altro. Senza usare commentari o aiuti. Vuoi aiutarti? Prendi
un quaderno e riscrivi il brano. Poi rileggi la Parola più volte e sforzati di comprendere ciò che
significa. Rileggila più volte anche se in un primo momento non la capisci completamente.
MEDITATIO: Custodisci!
Anche se non capisci, è proprio così: la meditazione parte non dalla comprensione, ma dal tuo
stare con la parola di Dio e dal lasciarle spazio per parlarti dentro. L’azione esteriore della
meditazione è la ripetizione. Ripeti la parola. Ripetila come se dovessi memorizzarla. Ripetila
cercando però di penetrare il suo significato. Senza fretta, ma attendendo i suoi – e i tuoi – tempi.
L’esempio più luminoso è quello della Vergine Maria. Il Vangelo secondo Luca ci narra il Suo
atteggiamento dopo il ritrovamento di Gesù al tempio di Gerusalemme: “Perché mi cercavate?
Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero la
parola che aveva rivolto loro. […] Sua madre serbava tutte queste parole nel suo cuore» (Lc 2,49-
50.51). Maria non comprende subito, ma conserva, riflette, ripete dentro di sé, accettando che la
parola del Figlio è Parola di Dio. Ella ci insegna che la meditazione è vivere sempre con questa
parola, conservandola dentro e proteggendola da tutto ciò che può sminuirla, adombrarla,
obliarla. Questa è la meditazione. Vuoi aiutarti? Non avere fretta. Medita la Parola, stai con essa.
Prima di concludere il tempo di meditazione, infine, sforzati di scrivere, sullo stesso quaderno sul
quale hai ricopiato il brano, quanto ti sembra la Parola ti abbia suggerito.
ORATIO: Prega!
Fare la lectio è già pregare! Ripetere la parola di Dio dentro di sé è pregare. Come è pregare
recitando il Santo Rosario, ripetendo il Padre nostro e l’Ave Maria, entrambe preghiere che sono
Parola di Dio. Vivi questo momento come una preghiera, ovvero come un contatto con il Signore, il
quale ti parla con la sua Parola e tu la ascolti e la ripeti dentro di te. Sin questo modo stai già
pregando.
CONTEMPLATIO
I primi due momenti della lectio sono espressione della nostra volontà, i secondi due sono frutto
dell’azione della parola di Dio. Sia la preghiera, che la contemplazione, sono azioni che nella lectio
divina lasciamo compiere a Dio dentro di noi. Pensa: quando preghi con le sue parole, stai in
qualche modo lasciando che Lui preghi in te. Lo ha spiegato lo stesso Gesù con una parabola: «il
regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il
seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa» (Mc 4,26-29). Immagina che la sua parola sia
quel seme: tu la porti dentro di te, e lei fa il resto.