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Geografia Umana 1 Capitolo

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Obiettivi didattici

Il termine geografia proviene da due parole greche (geo + graphia) che significano scrittura della Terra. In
realtà riguarda un discorso su ciò che possiamo osservare sulla superficie terrestre. Distinguiamo una
geografia fisica che si occupa di ambienti e componenti naturali e una geografia umana, che si occupa degli
esseri umani sulla Terra: la prima utilizza i metodi delle scienze naturali, la seconda le scienze umane e
sociali. Ma la geografia umana non può ignorare la geografia fisica, poiché tutte le attività umane hanno
rapporto con gli ambienti naturali e non possono essere comprese senza tener conto di ciò che le lega ad
essi.
Natura e cultura
Natura è intesa come tutto ciò che è estraneo alla creatività umana, mentre cultura spazia dall’arte,
musica, poesia, ecc, fino a ciò che sulle differenze di popoli ci possono dire oggetti di uso comune come i
vestiti, cibo, strumenti di lavoro. Uno dei massimi studiosi del rapporto tra natura e cultura, Luca Cavalli
Sforza, ha definito la cultura come un accumulo di conoscenze, capacità e innovazioni, derivante dai
contributi individuali e diffusi alla società. Se per società consideriamo l’umanità intera, parliamo di cultura
universale, se ci riferiamo a diverse società in cui l’umanità si suddivide, avremo culture specifiche diverse
tra loro. Negli ultimi decenni, il concetto di cultura si basa su tre aspetti: la cultura è una costruzione
sociale che riflette diversi fattori economici, politici, sociali; si modifica nel tempo; è un sistema dinamico
complesso, le persone che interagiscono tra loro esprimono cultura, la quale influenza le caratteristiche
delle persone che vi fanno parte.
Le culture si possono differenziare su base geografica e quindi si parla di culture locali, regionali, nazionali,
sovranazionali, con un legame della cultura con i luoghi dove essa si è formata e si trasmette da una
generazione all’altra. Abbiamo culture diversificate su base territoriale, come il cristianesimo o la pizza o i
social network. Oggi è nata l’ibridazione della cultura, a causa della globalizzazione che tende a imporre
certi caratteri culturali comuni a tutte le società e territori.
Nel pensiero occidentale vi è un dualismo tra natura e cultura. Nell’età moderna si pensava che cultura
permettesse all’uomo di porsi al di sopra della natura e di trasformarla a suo interesse. Questa teoria ha
giustificato il colonialismo o le gerarchie sociali, considerando i non occidentali inferiori perché più vicini
alla natura. Oggi si va affermando invece una rottura di questa distinzione, proprio per i problemi dovuti ad
essa. L’uomo, nonostante la predisposizione per la cultura, fa parte della natura e la sua azione deve fare
i conti con certe leggi naturali.
Il determinismo ambientale
Ritiene che i fattori naturali terrestri incidano direttamente sulle caratteristiche fisiche ed intellettuali
degli esseri umani. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del secolo scorso le teorie sotto l’influenza di Ratzel,
ebbero una grande diffusione, per poi essere abbandonate per tre motivi: non era dimostrabile la relazione
di causa effetto, come se gli individui rispondessero in modo automatico agli stimoli dell’ambiente, senza la
tecnologia, leggi politiche, ecc; non tutti i fattori ambientali identici danno luogo a pratiche o
comportamenti simili (i costieri non sono tutti navigatori ad esempio); si sospetta tale teoria per giustificare
il colonialismo, ovvero il dominio degli occidentali su gran parte dell’Africa o Asia.
Il possibilismo
La reazione al determinismo ambientale ha portato all’inizio del XX secolo, alla nascita del possibilismo, ad
opera della scuola del geografo Vidal de la Blache. I singoli o la collettività possono usare la propria
creatività per reagire alle condizioni o costrizioni di un ambiente naturale. Si utilizza il termine costrizioni
per indicare un limite delle scelte e delle possibilità delle persone. Ma gli ambienti per i possibilisti
possono offrire allo stesso modo possibilità, come il deserto, per l’allevamento degli animali o per i
trasporti delle merci.
La Terra modificata dall’azione umana
Le teorie del possibilismo hanno contribuito a diffondere l’idea dell’azione umana nei cambiamenti
dell’ambiente, modificando i paesaggi naturali in paesaggi culturali. L’idea dell’uomo che domina la natura
è presente fin dalla presenza di Noè o nella figura di Prometeo in mitologia greca. Con Leonardo da Vinci e
la rivoluzione scientifica con Galileo e Bacone, si ha una vera e propria trasformazione del pianeta.
Purtroppo però l’uomo nei due secoli scorsi, si è comportato come se non ci fosse un limite alla sua
capacità trasformatrice, mentre si formava contemporaneamente una visione della natura come
costruzione sociale, la quale riconosce che l’uomo modifica la natura a seconda dell’idea che si fa di essa.
Un buon esempio viene dato dall’evoluzione negli Stati Uniti del concetto di wilderness che in origine dato
agli spazi improduttivi e privi di valore, delinea poi i valori estetici della natura selvaggia.
La Terra come sistema dinamico integrato e complesso
Poniamo la visione che vede gli esseri umani legati al mondo naturale. La Terra funziona come un sistema
costituito da diverse componenti naturali e culturali, poco prevedibili. La Terra è infatti soggetta a continui
cambiamenti, derivanti da eventi naturali o dall’azione umana. Il sistema culturale umano è un
sottosistema di quello naturale terrestre: può modificarlo solo disponendo di alcune leggi naturali che non
può cambiare a suo piacere, come ad esempio quelle legate al clima.
Paesaggi culturali e regioni
Il concetto di paesaggio geografico è mutato nel corso del tempo, introdotto da Alexander von Humboldt,
per indurre i suoi contemporanei a studiare i fenomeni geografici come se si presentassero in una galleria di
quadri dipinti dalla natura e dalla storia, riconoscendo percezioni sia oggettive che soggettive. Questa
concezione si era persa con il positivismo, poiché il paesaggio veniva considerato oggettivamente. Nella
geografia della prima metà del secolo scorso, si studia in chiave deterministica o possibilistica i rapporti
tra gli ambienti e le popolazioni insediate. Questo metodo fu criticato da Gambi, poiché l’osservazione di
un passaggio non dava spiegazioni ma suggeriva correlazioni spaziali tra fatti visibili. Occorre secondo lui,
ricostruire la storia della formazione e trasformazione dei paesaggi, con un’importanza della componente
soggettiva. Ovviamente ciò non esclude che il paesaggio sia importante anche da un punto di vista
scientifico. Il paesaggio fa parte del patrimonio di un territorio, cioè dell’insieme di beni comuni naturali e
culturali di libero accesso e da tutelare.
L’analisi regionale è diversa da quella del paesaggio. Va oltre l’osservazione della superficie per indagare i
fattori, non visibili, che determinano la diversità dei territori e definiscono la loro suddivisione in regioni.
Tipi di regioni
In geografia si hanno più tipi di regione, poiché la superficie terrestre può essere suddivisa secondo criteri
diversi. Le regioni vanno considerate come costruzioni mentali, che si basano su fatti esistenti. Una prima
distinzione è tra regione formale e regione funzionale. La regione formale è un’area definita in base a una
o più caratteristiche fisiche o culturali omogenee, distribuite uniformemente nella regione e non in quella
di confine (per esempio le Alpi). In questa categoria vi sono le regioni storiche, in passato unite
politicamente. La regione funzionale, invece, è un’area i cui luoghi sono connessi tra loro da relazioni più
intense di quelle che intrattengono con l’esterno, come le ecoregioni, che corrispondono a un ecosistema,
oppure le regioni funzionali urbane, formate da una grande città e centri minori che gravitano su di essa, i
distretti economici o le regioni istituzionali, come l’Italia con regioni, città e comuni.
1.2 Pensare come un geografo
Per iniziare a ragionare come un geografo è necessaria una certa curiosità verso i diversi luoghi del
mondo. Quindi questo significa connettere tra loro i fatti che si osservano sulla superficie terrestre.
Luogo
Il luogo fa riferimento ad una località contraddistinta da specifiche caratteristiche fisiche, culturali e sociali.
Ogni luogo può essere identificato dalla sua ubicazione assoluta o posizione geometrica, misurata per
altitudine, longitudine e latitudine sul globo terrestre, oppure con riferimento a cosa gli sta intorno, cioè al
suo sito (le caratteristiche fisiche di un luogo, come forma del suolo, vegetazione, acque...) e alla sua
situazione o posizione geografica (la posizione che un luogo occupa in un contesto regionale più ampio con
riferimento alla rete delle comunicazioni). I luoghi contribuiscono al funzionamento sociale, politico ed
economico del mondo, all’identità umana (Quando si incontra una persona si chiede spesso: “Da dove
vieni?”). Si parla anche di senso del luogo per indicare l’emozione che le persone sviluppano nei confronti
di determinate località.
Lo spazio
Lo spazio è un’estensione della superficie terrestre di dimensioni non definite. Lo spazio assoluto è
un’entità geometrica le cui dimensioni, distanze, direzioni e contenuti possono essere definiti e misurati
con precisione con la metrica corrente (metri, chilometri). Lo spazio tempo o spazio relativo è uno spazio le
cui proprietà variano a seconda dei contenuti, cioè dei fenomeni che vi si svolgono. Un tipo di spazio
relativo importante in geografia è lo spazio relazionale, uno spazio definito dalle interazioni umane o
relazioni tra gli eventi. Esso è mutevole poiché definito dalle contingenze, cioè dal fatto che le interazioni
umane variano a seconda delle persone e oggetti che vengono coinvolti. Un esempio è dato dagli spazi del
commercio: quando due paesi avviano degli scambi commerciali, creano uno spazio relazionale di tipo
commerciale, che esiste fino a quando vengono soddisfatte queste condizioni contingenti. Il commercio
come anche gli scambi economici e politici, possono quindi incidere sugli spazi relativi, i quali vengono
definiti costruzioni sociali.
Lo spazio geografico è sempre uno spazio relativo e relazionale, in quanto le sue proprietà dipendono
dalle relazioni tra soggetti e oggetti che ogni geografia mette in scena. Anche se abbiamo opposto lo
spazio relativo e relazionale a quello assoluto, questa distinzione vale solo sul piano concettuale, mentre
nella realtà questi diversi spazi si sovrappongono. Ce ne accorgiamo quando pensiamo alle relazioni tra
spazio e percezioni. Le nostre percezioni relative allo spazio possono essere influenzate da molti fattori,
compresi i rapporti di potere. Queste relazioni tra spazio e potere/autorità sono state approfondite dal
filosofo francese Michel Foucault, che ha dimostrato come le relazioni di potere associate allo spazio
controllino il comportamento umano. Adottare una prospettiva spaziale significa prestare particolare
attenzione alle differenze tra un luogo e l’altro, tra uno spazio e l’altro, nelle dinamiche della società e nei
rapporti tra ambiente e società.
La variazione spaziale pone dei cambiamenti nella distribuzione di un fenomeno da un luogo ad un altro.
La correlazione spaziale è il grado in cui due o più fenomeni condividono una stessa distribuzione e
variazione spaziale. Sono due concetti utilizzati dai geografi, basati sulla distribuzione spaziale, ovvero sulla
disposizione dei fenomeni sulla superficie terrestre.
Diffusione spaziale
È un fenomeno nel quale il movimento e quindi la variabile tempo, rappresenta una dimensione
essenziale. I geografi identificano quattro diversi tipi di diffusione: per rilocalizzazione, contagio, gerarchia e
stimolo. Le migrazioni sono la tipologia più diffusa di diffusione per rilocalizzazione. La diffusione per
contagio si verifica quando un fenomeno (come il raffreddore) si diffonde tra persone che vengono a
contatto tra loro. Al contrario la diffusione gerarchica avviene dall’alto verso il basso, secondo una
successione ordinata per rango. La diffusione per stimolo si verifica quando la diffusione di un’idea o una
pratica contribuisce a generare una nuova idea, influenzando la produzione o commercializzazione dei
beni, come si può vedere nell’industria dell’automobile o nei fast food. Il ritmo e la direzione della
diffusione spaziale sono influenzati anche dalla presenza di barriere assorbenti (fisiche, legali o di altro
genere, che fermano la diffusione) o di barriere permeabili, che la rallentano.
Interazione spaziale e globalizzazione
La globalizzazione, ovvero l’interconnessione e l’interdipendenza tra persone e luoghi di tutto il mondo, è il
risultato dell’interazione spaziale: l’insieme delle relazioni che si sviluppano tra soggetti che occupano
luoghi e regioni sia vicine e sia lontane tra loro. L’interazione spaziale è influenzata da tre fattori. La
complementarietà si verifica quando un luogo o una regione trovano altrove una risposta alla esigenza di
beni e servizi, creando un’interazione spaziale che si realizza su distanze più o meno lunghe. Essa crea le
basi per il commercio e la cooperazione. La trasferibilità è inversamente proporzionale all’energia
necessaria e al costo per lo spostamento di un bene. Oggi grazie ad internet il bene più trasferibile è
l’informazione. Hanno un alto livello di trasferibilità i beni di valore elevato, mentre mattoni, ferro, ecc,
hanno una bassa trasferibilità. La trasferibilità è influenzata dall’attrito della distanza, ovvero il modo in
cui la distanza può ostacolare gli spostamenti da un luogo all’altro o l’interazione tra luoghi diversi.
L’opportunità alternativa è l’esistenza di un luogo che a parità di costi di trasferimento, possa offrire un
bene richiesto a condizioni più vantaggiose. Esse possono incidere sull’interazione spaziale tra luoghi,
ovvero se cambio benzinaio perché da un altro risparmio, traggo vantaggio da un’opportunità alternativa.
Esse rendono evidente l’importanza dell’accessibilità, cioè la facilità di accesso ad un luogo: minore è il
tempo impiegato per raggiungere un luogo, maggiore è la sua accessibilità. Quindi la distanza è il fattore più
importante dell'accessibilità di un luogo. Ma essa, può riferirsi a spazi relativi diversi. In uno spazio definito
dalla mobilità di persone e merci, l’accessibilità aumenta non solo con la vicinanza, ma anche con la
connettività dei luoghi, ovvero col numero e tipi di connessioni che li caratterizzano.
L’interazione tende a ridursi con la distanza
L’intensità dell’interazione spaziale, quando richiede contatto fisico tra le persone, di regola diminuisce
con la distanza.
Compressione spazio- temporale
Le innovazioni tecnologiche nei trasporti e nelle comunicazioni hanno reso possibile ridurre la distanza,
facendo sembrare i luoghi più vicini, aspetto che David Harvey chiama compressione spazio- temporale,
riferito ad una trasformazione dello spazio e del tempo. La globalizzazione non modifica la distanza
assoluta tra i luoghi, ma può cambiare la loro accessibilità e renderli capaci di interagire tra loro,
riducendo la distanza e cambiando la nostra percezione delle distanze relative.
Territorio
Il territorio è lo spazio delle interazioni tra esseri viventi ma in geografia umana si limita alle relazioni
spaziali che fanno capo agli esseri umani (città, stati, ecc). Tra queste relazioni si possono distinguere
quelle dei soggetti tra di loro e quelle che i soggetti intrattengono con l’ambiente esterno. Il motivo per cui
si difende un territorio è che esso fornisce le risorse che assicurano sopravvivenza e indipendenza a un
gruppo umano più o meno grande. Ciò ha una duplice conseguenza: che le relazioni tra soggetti sono non
solo di difesa ma anche di cooperazione pacifica, scambio, che permettono l’utilizzo delle risorse
territoriali; qualsiasi relazione sociale ha un legame con i rapporti con il territorio per soddisfare i nostri
bisogni.
Scala cartografica e scala geografica
La scala è ciò che ci permette di rappresentare la Terra o una sua parte, in una dimensione ridotta. In
geografia si hanno due tipi di scale. La scala cartografica esprime il rapporto tra le distanze sulla carta e le
distanze reali sulla superficie terrestre; i geografi distinguono in questo senso, tra carte a grande scala e a
piccola scala, attraverso un rapporto aritmetico: più è grande lo spazio rappresentato, più è piccola la scala
e viceversa. La scala geografica o scala d’osservazione indica invece il livello di analisi utilizzato per uno
studio o progetto, come una casa, un quartiere, una città, ecc. La scala d’osservazione è piccola quanto più
lo spazio esaminato è ristretto e il livello d’analisi dettagliato.
1.3 Gli strumenti della geografia
È necessario porre una distinzione tra tecniche e strumenti della geografia. Le prime sono il prodotto delle
nostre conoscenze e capacità operative, mentre i secondi degli attrezzi che usiamo per migliorare alcune
nostre procedure, come ad esempio la raccolta di dati e la loro visualizzazione.
Le carte geografiche
Sono rappresentazioni della Terra o di sue parti in dimensioni ridotte. Sono anche dette simboliche perché
i diversi oggetti sono rappresentati da simboli e sono approssimate, non solo perché è impossibile
rappresentare in piano la superficie curva della Terra, ma anche perché vengono riprodotti alcuni oggetti di
essa, ritenuti più importanti. Hanno una leggenda, una spiegazione dei simboli usati, e una scala, che indica
di quanto è stata ridotta la superficie rappresentata. La maggiore difficoltà sta nel rappresentare in piano
una superficie curva, deformandola il meno possibile. Per questo si ricorre a trasformazioni geometriche,
dette proiezioni cartografiche. Vi sono proiezioni che mantengono le proporzioni tra le distanze, in questo
caso si dicono equidistanti (come le carte stradali), oppure mantengono proporzionali le aree, sono dette
equivalenti (come le carte politiche ed economiche). Oppure, mantengono esatti gli angoli tra meridiani e
paralleli, dette isogone (le carte nautiche). Queste proiezioni non possono conservare queste
caratteristiche contemporaneamente, per questo variano le forme dei continenti o le distanze tra i punti.
A seconda della superficie che si vuole rappresentare, le carte prendono nomi diversi. I mappamondi o
planisferi rappresentano il mondo intero. Si chiamano carte geografiche quelle che rappresentano un
continente, un paese o una regione, con una scala che va da 1:50 milioni a 1: 100.000. Per rappresentare
dettagliatamente una porzione di territorio più limitata, si usano le carte topografiche, con una scala che va
da 1:100.000 a 1:10.000. Ancora più dettagliata è la mappa con scala inferiore al 10.000.
Le carte generali sono fisiche se rappresentano i tratti naturali fondamentali (mare, monte, fiume, ecc), e
politiche, se riportano i confini degli Stati, le vie di comunicazione, le città, ecc. Per lo studio di singoli
fenomeni e le loro variazioni spaziali, sono importanti le carte tematiche, che possono rappresentare anche
la popolazione, distribuzione di ricchezza, ecc. Le carte possono servire per i cartogrammi, in cui dati
numerici, sono riportati su carta e rappresentati da colori o figure geometriche diverse. Molto usato è il
cartogramma a mosaico: si costruisce una tabella per le aree geografiche da rappresentare, i dati vengono
divisi in gruppi di valori e a ciascun valore viene assegnato un colore o simbolo geometrico. Per i
cartogrammi, si ricorre oggi alle tecniche GIS, quindi non più disegnati manualmente.
Il telerilevamento
Con il telerilevamento si acquisiscono informazioni relative a un qualcosa che si pone ad una certa
distanza da noi. L’occhio umano agisce come un sensore, che risponde agli stimoli luminosi e trasmette
dei segnali al cervello. Le prime applicazioni del telerilevamento riguardavano soprattutto lo studio della
meteorologia e delle previsioni del tempo.
Il GPS: Global Positioning System
Un sistema GPS utilizza una costellazione di satelliti artificiali e i segnali radio da essi trasmessi per
determinare la posizione assoluta di persone, luoghi o elementi della superficie terrestre, misurando il
tempo che il ricevitore GPS impiega per ricevere un segnale dal satellite e calcolando la distanza del
satellite dal ricevitore. Quando un ricevitore capta simultaneamente segnali radio trasmessi da diversi
satelliti, è possibile applicare i principi geometrici della trigonometria per calcolare la longitudine,
latitudine e altitudine del punto in cui ci si trova. Quando si utilizza un'apparecchiatura GPS, ci si appoggia
ad un sistema sviluppato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, col nome di Global Positioning
System, mentre oggi il termine indica più in generale l’utilizzo di diversi satelliti per determinare la
posizione di un oggetto sulla superficie terrestre o il percorso per spostarsi da un luogo ad un altro. Le
informazioni raccolte possono essere inviate a dei computer per creare o modificare delle mappe. Viene
usato anche per monitorare le coltivazioni, tracciare e censire le diverse specie di piante e animali. I
cellulari permettono di localizzare i ristoranti o bancomat più vicini, tramite GPS. Può però rischiare di
mettere a rischio la libertà personale: può essere anche usato dai genitori per sorvegliare gli spostamenti
dei propri figli, ad esempio.
Il GIS: Geographic Information System
Le mappe geografiche hanno dei limiti: per conoscere l’estensione di un lago, ad esempio, è necessario
fare calcoli lunghi e dispendiosi. A tal proposito vi è il GIS, per una georeferenziazione dei dati, ovvero dati
a cui è attribuita una precisa localizzazione sulla superficie terrestre. Questa può avvenire in modo
diretto o indiretto: il primo metodo fa riferimento alla latitudine e alla longitudine, il secondo deriva le
coordinate geografiche da altre informazioni di tipo spaziale, come un indirizzo, un codice postale, ecc.
Il GIS quindi è costituito da una combinazione di hardware e software, che permette di inserire e
analizzare dati georeferenziati. Esso mette in relazione i dati, permettendo di visualizzarli su mappe
interattive che permettono a chi le visualizza di cliccare su un'informazione che gli interessa per ottenere
maggiori dettagli.
Tuttavia il GIS ha due punti deboli: per utilizzarlo è necessario possedere sia il software del programma,
quasi sempre a pagamento, sia le apparecchiature hardware adeguate, che coincidono con i modelli più
recenti e costosi di computer; prima di utilizzare il GIS è necessario ottenere i dati, in molti casi solo
acquistabili da società specializzate o rilevati sul campo, da parte di individui con risorse economiche e
tecnologiche sufficienti. Quindi se il GIS permette di realizzare più carte di quante disegnate prima, vi è una
limitazione di possesso e di risorse: gli individui dovrebbero accedere liberamente o gratuitamente. Il GIS
inoltre riflette una visione del mondo più occidentale. È possibile creare delle carte con il GIS stando seduti
davanti al computer, senza aver davvero visitato i luoghi di studio, utilizzando solo dati prodotti da
determinate fonti, che escludono certi aspetti della realtà. Per ovviare a ciò, si cerca ora di utilizzare
piattaforme informatiche interattive, che permettono ad esempio agli abitanti di fornire una loro
rappresentazione dei luoghi.

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