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Storia

Il documento analizza il nuovo ordine mondiale post-II Guerra Mondiale, evidenziando la creazione dell'ONU e degli Accordi di Bretton Woods, che stabilirono un sistema economico globale dominato dagli USA. Descrive la guerra fredda come una contrapposizione tra blocchi orientale e occidentale, caratterizzata da tensioni ideologiche e conflitti indiretti. Infine, discute la decolonizzazione e l'integrazione europea, sottolineando il miracolo economico italiano e l'importanza della nuova costituzione del 1948.

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Il documento analizza il nuovo ordine mondiale post-II Guerra Mondiale, evidenziando la creazione dell'ONU e degli Accordi di Bretton Woods, che stabilirono un sistema economico globale dominato dagli USA. Descrive la guerra fredda come una contrapposizione tra blocchi orientale e occidentale, caratterizzata da tensioni ideologiche e conflitti indiretti. Infine, discute la decolonizzazione e l'integrazione europea, sottolineando il miracolo economico italiano e l'importanza della nuova costituzione del 1948.

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Il nuovo ordine mondiale e lo scoppio della guerra fredda

Durante la II GM i leader della Gran Bretagna e degli USA capirono che vi era la necessità di
un nuovo assetto politico-economico per il dopoguerra. Nell’agosto del 1941 Churchill e
Roosevelt si incontrarono a Terranova per porre le basi del futuro: firmarono la carta
atlantica, la quale ribadiva i concetti già illustrati da Wilson nei suoi 14 punti, come ad
esempio la lotta contro i totalitarismi, l’autodeterminazione dei popoli, il rifiuto del
colonialismo, la libertà dei commerci e la rinuncia all’uso della forza nelle relazioni
internazionali. Dopodiché ci fu un ulteriore incontro nel 45 a San Francisco nella quale
furono gettate le basi per le Nazioni Unite, l’ONU: è composta da un’assemblea generale
degli stati membri (tipo un parlamento con potere legislativo), un consiglio di sicurezza con
potere esecutivo e diritto di veto ossia il potere di bloccare le scelte degli altri stati (5
membri permanenti USA, UK, Cina, Russia e Francia e altri 10 a rotazione tra quelli
dell’Assemblea generale) e un segretario generale eletto dall’Assemblea. L’area di
competenza dell’ONU si è poi allargata con la nascita di agenzie specializzate come OMS,
Unesco, OIL, FAO; la carta universale dell’ONU è la “dichiarazione universale dei diritti
umani” del 48 che riconosce i diritti civili e sociali dell’uomo (istruzione, sanità). Dal punto
di vista economico sono rilevanti gli Accordi di Bretton Woods del luglio 44 ai quali
parteciparono molti stati liberal democratici dell’epoca e dai quali emersero: il passaggio
della valuta di riferimento internazionale dalla sterlina al dollaro, la fondazione del FMI per
stabilire i cambi tra le varie monete, e la creazione della World Bank col compito di aiutare
gli stati reduci dalla WW2 (ora favorisce gli stati in via di sviluppo). Per poter accedere al
FMI o ottenere prestiti dalla World Bank bisognava però essere delle liberal democrazie.
Con la sede dell’ONU a New York e del FMI e World Bank a Washington gli USA diventano
lo stato di riferimento del nuovo ordine mondiale. Il secondo dopoguerra è caratterizzato
dalla spartizione dell’Europa in zone d’influenza decise nella conferenza di Yalta tra
Churchill, Stalin e Roosevelt (1945) che portò alla creazione di due blocchi contrapposti.
Simbolo di questa contrapposizione fu la nascita di due stati tedeschi (1949): la Repubblica
federale tedesca (Rft, Germania Ovest) e la Repubblica democratica tedesca (Rdt,
Germania Est), in cui si trovava Berlino divisa a sua volta in parte est e parte ovest. [I
blocchi erano i seguenti: Blocco orientale: URSS, Germania Est, Polonia, Ungheria,
Cecoslovacchia, Bulgaria, Romania, che avevano un sistema politico comunista a partito
unico, ad economia statalizzata, organizzato militarmente nel Patto di Varsavia ed
economicamente nel Comecon / Blocco occidentale: Germania Ovest, Francia, Italia, Regno
Unito, i quali avevano un sistema politico liberal-democratico ed un’economia di mercato
capitalista egemonizzato dagli USA, organizzato militarmente dalla NATO ed
economicamente dalla CEE.] La contrapposizione tra i due blocchi dovuta a 3 passaggi
principali (l’occupazione di Stalin di alcune zone strategiche come Afghanistan, Iran e
Polonia, l’insistente richiesta alla Turchia di sbocchi sul Mediterraneo e il Long Telegram
inviato da Kennon in cui dice che nonostante l’alleanza nella WW2 bisognava contenere il
dilagarsi dell’URSS) portò alla “guerra fredda” (condizione di coesistenza antagonista tra
due superpotenze diverse per ideologie, interessi e storia, si passa da un sistemo
multipolare con una sola stella a un sistema bipolare con due poli di riferimento; periodo di
tensione, riarmo, finanziamento degli avversari e competizione di ogni campo) i cui
elementi caratterizzanti furono: guerra senza scontri diretti, ideologica e di propaganda,
incentrata sulla minaccia atomica e con piccole guerre per procura o delega come in Corea
e diede origine al cosiddetto sistema bipolare. Nel marzo 47 Truman (dopo Roosevelt)
chiede un aumento degli stanziamenti militari per poter difendere la democrazia dove
minacciata (dottrina di contenimento) Si può dividere in cinque fasi: 1) 1946-53: la fase più
acuta della guerra fredda e le tensioni sono altissime sia per la bomba atomica adottata
dall’URSS sia per lo scoppio in Corea della guerra, che finì nel 1953 con un armistizio;
inoltre nel 49 nasce la repubblica popolare cinese e quella democratica tedesca 2) 1953-65
stabilizzazione e rinnovate tensioni: i momenti principali sono la decolonizzazione (fine dei
governi coloniali in Africa e Asia), la crisi del canale di Suez, la creazione del muro di Berlino
(1961) e la crisi dei missili di Cuba (Kennedy scopre che i sovietici stanno installando missili
sull'isola che potrebbero colpire gli USA e decreta il blocco navale, è il momento in cui si
arriva più vicino allo scontro diretto). 3) 1965-75 distensione relativa a causa della crisi a
cui i due blocchi vanno incontro (USA nel sud-est asiatico e URSS con la primavera di
Praga); inoltre, l’URSS interrompe i rapporti con la Cina perché non vuole fornirgli il
nucleare. 4) 1975-85 confronto duro e possibile scontro: tentativo dell’URSS di occupare
l’Afghanistan mentre gli USA sono in piena crisi ma il tentativo fallisce. 5) 1985-89/91
riscoperta della negoziazione: crollo del muro di Berlino nell’89 e scomparsa dell’URSS nel
91. In generale, l’URSS ribadisce la sua supremazia teorica e politica ma non può godere
degli aiuti economici degli USA e viene migliorata l’istruzione e la sanità; gli USA varano il
“National Security Act” che porta alla nascita del Ministero della Difesa, l’istituzione di un
organo che sia affianca al presidente e la creazione della CIA, un agenzia di servizi segreti;
dal punto di vista estero mantengono il controllo del Giappone mentre in Europa varano il
“European Recovery Program”, il piano Marshall, un piano di aiuti economici all’Europa
che gli permette di avviare l’espansione economica; nasce la NATO, un’alleanza militare
atlantica difensiva e vogliono togliere le barriere doganali tra gli stati per creare buoni
rapporti per cui nasce la CEE (Comunità Economica Europea) nel 1957.
La decolonizzazione
La decolonizzazione e fine dell’imperialismo europeo fu una conseguenza diretta della
WW2 e si può dividere in tre fasi: 1) 1945-56: indipendenza di alcuni paesi asiatici e del
Nord Africa (Indonesia, Filippine). 2) 1956-65: indipendenza degli stati dell’Africa Centrale
(Congo). 3) Anni ’70: indipendenza dei paesi controllati dal Portogallo. Inoltre, ci sono due
processi di decolonizzazione: Negoziata (es. Gran Bretagna con India in cambio
dell’adesione al Commonwealth) raggiunta attraverso una serie di accordi; autoritaria o
violenta: es. il processo di decolonizzazione di Francia, Belgio, Portogallo passa attraverso
duri conflitti come in Algeria che porta al richiamo di Charles de Gaulle al potere. Anche se
le ex colonie erano indipendenti sul fronte politico, su quello economico dipendevano
ancora dalle potenze occidentali che possedevano i diritti di sfruttare le risorse naturali e
influenzarne i governi.
L’età dell’oro e l’avvio del processo d’integrazione europea
Dopo la fine della II GM, la cosiddetta “età dell’oro”, per gli USA inizia subito, mentre in
Europa bisognerà aspettare l’inizio degli anni ’50, ossia quando avranno superato
l’emergenza della ricostruzione. Essa dura fino al 1973 e sono gli anni di maggior crescita
economica ma ci sono tre tratti comuni in tutti i paesi: 1) Un lungo periodo di crescita
economica (USA, Europa occidentale, Giappone 3%, Germania e Italia 6%); 2) Una rapida
crescita demografica (aspettative di vita più lunghe e buon tasso di natalità) a causa del
BABY BOOM nel 1964; 3) Un eccezionale sviluppo degli scambi commerciali internazionali
legati alla stabilità, grazie agli accordi di Bretton Woods. Inoltre, lo sviluppo avvenne grazie
a molteplici fattori: Una grande disponibilità di manodopera industriale a basso costo e
l’immigrazione che portò all’abbandono delle campagne per le enormi megalopoli; il
trasferimento di tecnologia dal Nord America all’Europa; gli effetti del coinvolgimento dello
stato nell’economia per farla ripartire e ridurre le disuguaglianze di reddito e la
disoccupazione. Ne derivarono due benefici: le aziende statali si occupavano di settori in
cui la redditività è a lungo termine mentre l’ambito di quelli privati era rapidamente
redditizio. Inoltre, nacque il “welfare state”, lo stato sociale, che riconosceva garanzie ai
lavoratori allora sconosciute aumentando il consenso sociale; nei momenti di difficoltà
economica, però, pesava perché molto costoso quindi venne utilizzato come carta di
scambio (si garantiscono diritti in cambio di consenso elettorale). Nonostante questo, con il
tempo la stabilità cedette ad elementi di rottura: 1971 e la svalutazione del dollaro: Nixon
svincola il dollaro dall’oro perché troppo costoso per migliorare l’economia americana. /
1972-73 shock petrolifero: il rapido aumento dei prezzi del petrolio, che era la maggior
fonte di energia, portò all’instabilità monetaria. / Diminuzione della disponibilità di
manodopera a basso costo e aumento delle rivendicazioni salariali. Inoltre, questo rapido
sviluppo economico ebbe drastiche conseguenze sull’ambiente (questione ecologica). Vi è
poi il definitivo affermarsi della società dei consumi (consumismo di massa) a cui si lega la
produttività dell’industria, la diminuzione dell’agricoltura (diventa molto importante il
settore terziario e il reddito pro-capite triplica), nascita di nuovi beni di consumo che
cambiano le abitudini (elettrodomestici), diminuzione delle ore di lavoro e aumento del
tempo libero, diffusione dei mezzi di trasporto (automobile che dà identità),
miglioramento delle infrastrutture, crescita della pubblicità e del marketing e infine
l’interconnessione economica tra i vari paesi (criticata dai cattolici perché vedono un minor
attaccamento ai loro principi, e dal partito comunista perché vede la diminuzione della
lotta di classe). La caratteristica principale di questo periodo è la nascita di una nuova
fascia della popolazione, i giovani, i cui tratti principali sono: livello d’istruzione superiore ai
genitori; Interclassismo (classi miste e molto diverse); molto contestatori; È la categoria su
cui si riflettono di più i consumi; avendo avuto più possibilità di lavoro e di soldi,
sperperano e spendono, abusano di alcool e droghe. Inoltre, la musica giovanile diventa il
simbolo dello scontro genitori-giovani con il ROCK’N’ROLL che richiama al disordine,
all’aggressività e al sesso. INTEGRAZIONE EUROPEA: emergono tre correnti di pensiero:
quella confederalista (cooperazione tra stati ma pur sempre limitata), quella federalista (gli
stati gradualmente cessano di esistere per creare un’entità sovrannazionale), quella
funzionalista (che punta alle integrazioni settoriali su due binari: uno politico, più limitato,
e uno economico). Il primo passo è la politica agricola stabilita a Bruxelles in cui si tracciano
leggi europee e che rende l’agricoltura non più patrimonio del singolo stato; poi la nascita
della CECA (comunità economica del carbone e dell’acciaio) tra Francia, Belgio, Italia e
Lussemburgo con cui si aboliscono i dazi doganali; il trattato di Roma del 57 con l’aggiunta
dell’Olanda e la nascita della CEE (comunità economica europea) che mirava a un libero
mercato (gli USA avevano spinto a questa integrazione per evitare future guerre). Col
tempo la CEE si allargò includendo altri stati come la Gran Bretagna e l’integrazione
economica venne spinta soprattutto da Alcide de Gasperi, Monnet (Francia) e Adenauer
(Germania federale).
L’Italia dalla ricostruzione post-bellica al miracolo economico
Il 2 giugno 46 ci fu un referendum al quale parteciparono anche le donne per scegliere tra
monarchia e repubblica; vince la repubblica e il re Umberto II con un gesto di amore per il
suo paese va volontariamente in esilio; viene anche eletta l’Assemblea costituente per
redigere una nuova costituzione, composta da 556 persone tra cui 21 donne. La
costituzione entrò in vigore il 1 gennaio 48 ed è divisa in tre parti: dal 1 al 12 principi
fondamentali, dal 13 al 54 diritti e doveri dei cittadini, dal 55 al 139 ordinamento della
repubblica (5 articoli son stati cancellati nel tempo). Ha alto livello giuridico, chiarezza
espositiva e bilancia i diritti e i doveri dei cittadini; la nostra è una repubblica parlamentare
con centro nel parlamento che è diviso in due camere: camera dei deputati (630) e senato
della repubblica (315). Ogni 7 anni le due camere eleggono il presidente della repubblica, il
capo dello stato, che sceglie a chi affidare il governo in base al risultato delle elezioni. La
seconda carica più importante è il presidente del senato, la terza quello della camera dei
deputati e la quarta quello del consiglio dei ministri. Venne creata anche la corte
costituzionale per vigilare le conformità delle leggi rispetto alla costituzione (in caso
contrario può abrogare una legge o rinviarla). La costituzione è la legge delle leggi e il
punto di riferimento generale; gli articoli più importanti sono il primo (che in generale
descrive la repubblica italiana), il terzo (che garantisce gli stessi diritti a tutti i cittadini) e il
36 (che riguarda i lavoratori e garantisce uno stipendio giusto, riposo settimanale e ferie
annuali retribuite). Politicamente l’Italia si affida alla democrazia cristiana, al partito
socialista, a quello comunista e a quello d’azione che guiderà nel 45 con Parri; dopo, fino al
53 ci sarà De Gasperi, della democrazia cristiana, che rappresenta bene la capacità di
guardare oltre i ristretti ambiti dello stato. La sua politica è di unità antifascista fino a
quando nel 47 i partiti socialista e comunista escono dal governo. Nel 48 ci saranno poi le
prime elezioni con la nuova costituzione, nelle quali si oppongono la democrazia cristiana e
il fronte popolare (socialisti e comunisti); la democrazia cristiana ottenne la maggioranza
assoluta dei seggi in parlamento col 48,5% dei voti, dando inizio alla Prima Repubblica
Italiana che si divide in 4 fasi: 1) fase centrista (1948-62); 2) Centro-sinistra (1962-76); 3)
Solidarietà nazionale (1976-79); 4) Pentapartito (1981-91/94). La fase centrista vede al
centro la democrazia cristiana la quale attua delle importanti riforme: nel 1950 quella
agraria, con espropri di grandi proprietà abbandonate, e la creazione della Cassa per il
mezzogiorno per risolvere la questione meridionale; nel 1949 il piano case Fanfani per
costruire case popolari; nel 1951 la riforma Vanoni (dichiarazione dei redditi, creazione di
industrie di stato come l’ENI). Dopo aver perso consensi elettorali cerca in tutti i modi di
riconquistarli concedendo benefici e privilegi senza le coperture necessarie. Il boom
economico in Italia inizia nel 1950 e finisce nel 1965, ma il vero periodo di crescita si ha dal
1958 al 1962. Le caratteristiche del boom furono nel 1955 la FIAT 600 che permise la
diffusione della motorizzazione di massa a prezzo contenuto e possibilità di pagare a rate e
il piano di costruzioni autostradali. Ciò però che ha permesso la crescita economica è: la
manodopera abbondante dall’agricoltura all’industria; modernizzazione dei sistemi
produttivi; costi accessibili delle materie prime; sfruttamento delle nuove fonti
energetiche; bassi tassi d’interesse che facilitano gli investimenti; una buona combinazione
tra capitalismo pubblico e privato: il primo si occupa dei settori di base (energia, acciaio)
con guadagni a lungo termine, il secondo dei beni di consumo fondamentali. Tutto ciò
favorì lo sviluppo economico industriale ma ci furono aspetti negativi: il boom si concentrò
al nord, poco nel centro e per niente nel sud, e questo provocò una grande migrazione dal
sud al nord, le città del nord divennero sempre più affollate; i bassi salari contribuirono alla
crescita ma vi furono grandi problemi d’integrazione (scala mobile nei contratti: stipendio
in base al costo della vita); la sicurezza del lavoro era scarsa; l’inquinamento ambientale
cresce. Si può concludere dicendo che in Italia ci fu una crescita rapidissima e i due
momenti simbolici furono: nel 1960 Roma diventa sede delle olimpiadi; nel 1961
celebrazione del centenario dell’unità d’Italia che porta alla costruzione di nuovi palazzi.
REPUBBLICA POPOLARE CINESE: nasce il 1 ottobre 49 guidata da Mao Zedong, leader
comunista, e si allinea all’URSS varando piani economici che riguardano l’agricoltura ma
fallendo e provocando milioni di morti per carestia. L’URSS non è disposta a cedere la
tecnologia nucleare alla Cina che rompe le relazioni diplomatiche con i sovietici anche
motivato da modi diversi di intendere l’ideologia comunista (antagonismo).
DESTALINIZZAZIONE: al ventesimo congresso del partito comunista Kruscev, nuovo leader
sovietico, denuncia i crimini commessi da Stalin portando a ricadute esterne
(stabilizzazione della guerra fredda) e interne (in Polonia e Ungheria nascono
manifestazioni per chiedere maggiori libertà ma vengono represse duramente dai governi).
Età dell’oro negli Stati Uniti
Il periodo che va dal 1950 al 1960 si può così suddividere in: Prima parte degli anni ’50: in
relazione alla guerra fredda nasce una sorta di clima persecutorio istigato dal senatore
McCarthy (maccartismo) nei confronti del partito comunista che crea un clima di crociate
anticomuniste e di “caccia alle streghe” (si teme che spie russe minino la politica
americana) con lo scopo di mettere fuori legge il partito. Vengono prese di mira anche
persone importanti, condannati a morte, e questo colpirà profondamente Hollywood e il
cinema. Tutta questa paura nasce da un discorso, bufala, di McCarthy che creò una grande
isteria generale. Tutto questo finì col nuovo presidente Eisenhower che McCarthy
accuserà, con la conseguente perdita di fiducia e credibilità. Viene messo in stato di accusa
e gli viene imposto che per denunciare qualcosa deve portare dati concreti; nel 54 esce di
scena / “Better living”: affermazione del consumismo di massa (che si realizza prima che in
Europa) e si diffonde l’american style of life, che si cerca di esportarlo tramite borse di
studio e manifestazioni come l’Expo di Bruxelles del 58 nella quale nel padiglione
americano viene installato l’unfinished work che denunciava la questione razziale;
nell’opera vi era rappresentata la storia degli schiavi e una foto in cui bambini di etnie
diverse si stringevano la mano, dopo qualche settimana i rappresentanti del congresso
degli stati del sud la fecero rimuovere. Negli stati del sud era ancora legale la
discriminazione mentre il presidente Truman aveva concesso l’ingresso nelle forze armate
anche degli afroamericani e si può dire che segna l’inizio della lotta per i diritti civili degli
afroamericani negli USA: la corte suprema dichiara che le scuole segregate violano i diritti
costituzionali di uguaglianza e queste lotte legali vennero portate avanti dal NAACP
(national association for the advancement of coloured people); nel 55 col boicottaggio a
Montgomery, Rosa Parks si siede nei posti riservati ai bianchi su un autobus venendo
arrestata ma suscitando una lotta guidata da Martin Luther King per la desegregazione
degli autobus attraverso il loro boicottaggio; King, che si ispirava a Gandhi, voleva
sensibilizzare i bianchi alla questione razziale e il 28 Agosto 63 pronuncia il celebre discorso
a Washington in cui sogna di poter vedere giocare insieme bambini bianchi e neri. John
Fritzgerald Kennedy non vedrà il realizzarsi del progetto perché il 22 novembre 63 viene
assassinato a Dallas. Il suo successore Lyndon B. Johnson comunque firma le due leggi che
portavano al compimento della lotta per i diritti civili “civil right act” e politici “voting right
act” dei neri. Nascerà anche il Black Power che porta alla nascita del partito delle pantere
nere per l’autodifesa; tutto ciò non risolse il problema razziale.
Trionfo e crisi dello stato liberal negli Stati Uniti: John F. Kennedy e Lyndon B. Johnson
Nel 1960 Kennedy diventa presidente (repubblicano cattolico e giovane); crea molte
aspettative ma data la sua giovane età, l’inesperienza e il periodo di rallentamento
economico del paese, la sua attività si concentra sulla politica estera nella quale risaltano:
nel 61 il fallimento della missione nella baia dei Porci a Cuba per rovesciare il sistema di
Fidel Castro; sempre nel 61 la crisi del muro di Berlino in cui la repubblica democratica
tedesca (Est) costruisce il muro per impedire ai loro tedeschi di fuggire nella parte
occidentale in cerca di maggiori diritti; nell’ottobre 62 la crisi dei missili di Cuba come
conseguenza del fallimento nella baia dei Porci: Castro si affida all’URSS che fonda basi
missilistiche nell’isola e tenta di portarci i missili ma il tutto viene scoperto dagli USA che
invitano Castro ad abbattere le basi per evitare conseguenze indesiderate (momento più
vicino allo scontro USA-URSS). Da questo momento Kennedy può concentrarsi sul fronte
interno ma viene assassinato a Dallas il 28 Agosto 63; il successore è il vicepresidente
Lyndon B. Johnson, l’opposto di Kennedy sia umanamente che politicamente. È l’ultimo
seguace del New Deal di Roosevelt e si muove lungo due binari, uno politico e uno sociale;
propone agli americani una “Great society” per costruire una società migliore e abbattere
la povertà (firma le due leggi a favore dell’uguaglianza tra bianchi e neri). Crea quindi un
ufficio per le pari opportunità economiche per limitare la povertà (sarà il 50% in meno) e
per eliminare le discriminazioni e vara delle leggi riferite alla sanità (medicaid, assistenza
gratuita agli indigenti, e medicare, assicurazione sanitaria gratuita per gli over 65),
all’educazione (costruzione di nuovi edifici in cambio dell’integrazione etnica), all’edilizia
popolare per gli indigenti, e aiuti specifici per le comunità più disagiate del paese. Queste
riforme sociali sono estremamente costose per lo stato provocando un elevato prelievo
fiscale (tasse). Crolla quindi lo stato liberale e il Vietnam diventa il simbolo della fine di
questo periodo democratico e di Johnson. Il Vietnam è il sovrapporsi di due processi: la
guerra fredda e la decolonizzazione. Per la prima volta la guerra entra nelle case attraverso
la tv e diventa un trauma oltre che un dramma nazionale (unica sconfitta degli USA in una
guerra) e internazionale; per il Vietnam è un episodio di autodeterminazione in cui tutti
sono disposti a morire. Il Vietnam faceva prima parte della Cina poi con l’Imperialismo
della Francia e con la sconfitta francese contro i tedeschi nel 40 passa sotto il controllo del
Giappone; nel frattempo nasce un movimento di liberazione nazionale guidato da Ho Chi
Minh contro i dominatori giapponesi. Con la fine della WW2 Ho Chi Minh proclama la
nascita della repubblica democratica vietnamita che viene però solo riconosciuta nella
parte Nord; la parte Sud rimane prima sotto il controllo della Francia e poi sostenuto dagli
USA che mettono a capo della zona un capo corrotto e influenzabile. Mentre i vietcong (del
Nord) provano a far crollare il regime del Sud, Kennedy invia truppe americane con lo
scopo di formare militarmente gli impreparati eserciti locali. Con Johnson si ha subito uno
scontro, seppur minimo, col Vietnam del Nord che induce il presidente a prendere ulteriori
misure, dato che non ottiene miglioramenti e vietcong sono sempre più forti: reintroduce
la leva militare obbligatoria provocando un grande dissenso e avversione nei confronti
della guerra (tra cui spicca Mohammed Alì che si rifiuta di combattere perché “i vietcong
non gli hanno fatto nulla”). Il 31 gennaio 68 i vietcong e l’esercito del Nord avviano
un’offensiva militare contro il Sud e il 31 marzo Johnson annuncia in tv che non si
ricandiderà, che interromperà i bombardamenti aerei e che avvierà trattative di pace, di
fatto ammettendo la sconfitta (andrà comunque avanti per 5 anni la guerra). Il disastro
americano derivato da questa guerra si riassume in tre motivi: è l’unica guerra persa; è
stata combattuta senza un motivo ideologico; non hanno avuto il consenso interno e
internazionale, con conseguente malfunzionamento militare. Nel 1973 si concluse il tutto
con un armistizio tra USA e Vietnam del nord, che poi nel 1975 riuscirà a riunire il
territorio. Il 1968 fu un anno saliente p per gli USA, nel quale ci furono: il 4 aprile
l’assassinio di M. L. King a Memphis; il 5 giugno l’assassinio del fratello di Kennedy, il quale
era il più probabile candidato alla presidenza; il vicepresidente di Johnson, Humphrey,
propose la continuazione della politica precedente ma nel novembre vincerà le elezioni il
repubblicano Richard Nixon, segnando la fine del ciclo democratico.
L’occidente tra controcultura e crisi sociale: il sessantotto
Il 1968 è caratterizzato da grandi movimenti di protesta i cui elementi principali sono: la
questione giovanile: i giovani sono sempre più numerosi e difficili da controllare, si sentono
molto diversi dagli adulti e per questo necessitano di un sapere più critico, da cui derviano
le forme di controcultura (cultura che vuole cambiare la cultura umana) / il movimento:
una sorta di attivismo sociale e culturale che si legò alla partecipazione politica. Ci si rifà a
sociologi come Nils (Elite al potere), il quale condanna l’economia diventata di guerra e
l’incapacità di reagire, oppure come il filosofo Mercuse (L’uomo in una sola dimensione)
che pensava che l’uomo in una società basata sul consumismo è ormai svuotato della
morale e legato solo al consumo e alla produzione (critica l’omologazione). Questi autori
fornirono le basi teoriche che sfociarono poi nel movimento del ’68 che fu un fenomeno
che toccò l’occidente (Europa e USA), si diffuse grazie alla tv nei ceti medio-alti e con alcuni
elementi principali: rifiuto della logica della Guerra Fredda; rifiuto delle gerarchie sociali
esistenti; condivisione delle controculture e sviluppo del senso di autoironia per questioni
sociali e politiche; spinta per un modo di conoscere più originale; uso di droghe; attenzione
particolare per la realtà del terzo mondo e la decolonizzazione; attenzione per la questione
ecologica (con tre caratteri: pericolo atomico, sfruttamento delle risorse e inquinamento. Il
movimento ebbe importanti ricadute sull’istruzione e sulla cultura (diritti civili, studio sulla
cultura afroamericana nuove ricerche), rilanciò la funzione etica in politica (più bene
pubblico e meno personale) e rivoluzionò i costumi e i comportamenti, tra cui quelli
sessuali (meno costrizioni). Tuttavia, vi fu una mancanza di chiarezza ideologica, rapporto
contraddittorio con il consumismo, rifiuto dei rapporti con le istituzioni e sottovalutazione
dell’importante crescita del femminismo.
Femminismo
Con gli anni 50 le donne vengono nuovamente relegate nelle case a causa della crescita
demografica provocando però due rivendicazioni: la donna è sullo stesso piano dell’uomo
(Betty Friedan scrisse “La mistica della femminilità” in cui concentrava l’attenzione verso
l’insoddisfazione delle casalinghe e l’uguaglianza nella società); / valorizzazione della
donna in base alle sue specificità (protestano donne più giovani dei ceti più bassi che
chiedono una netta separazione dall’uomo e affermano la loro superiorità rispetto ad essi).
Anche in Italia è forte il sentimento di emancipazione, i cui risultati sono: 1970 legge sul
divorzio; 1975 riforma del diritto di famiglia (la donna non è più sottomessa all’uomo);
1977 parità sui luoghi di lavoro; 1978 l’aborto diventa legale.
Gli anni ’70: dal malessere al neoconservatorismo
Gli USA si affacciano al 1970 con un nuovo presidente: Richard Nixon (era un maccartista e
vice di Eisenhauer). Egli non vince con grande margine di elezione e questo comporta alla
formazione del governo diviso, ossia un presidente di un partito (repubblicano) e la
maggioranza del partito opposto (democratico), risultando difficile quindi da governare.
Proveniva dalla California, lo stato più importante del tempo e voleva riportare l’ordine
nello stato ridando voce alla maggioranza silenziosa rispetto a coloro che hanno goduto di
benefici (afroamericani). Per quanto riguarda la politica estera invece: nella questione del
Vietnam aveva promesso di portare fuori gli USA dal conflitto ma intensificò i
bombardamenti aerei nascondendo le difficoltà del suo esercito; con l’aiuto di Kissinger
inaugura la stagione della Realpolitik, ossia avvalersi di operazioni gestite dai servizi segreti
(es. colpo di stati cileno di Pinochet nei confronti di Allende) e non intervenire ovunque la
democrazia sia in pericolo; apre le relazioni con la Cina, in chiave antisovietica. Si può dire
che con Nixon terminò l’età dell’oro americana propiziata anche dal fatto che svincolerà il
dollaro dal rapporto con l’oro portando a un’impennata dell’inflazione e a un’economia
stagnata (Stagflazione: stagnazione e inflazione) e di fatto in crisi. Nell’ottobre 1973 ci fu
una crisi petrolifera dovuta alla guerra del Kippur, producendo un embargo petrolifero
degli stati che fiancheggiavano l’Egitto (Iran, Iraq); alla fine del conflitto il prezzo del
petrolio sarà quadruplicato (con petro dollari si intendono i dollari ricavati dalla vendita di
petrolio che portano a una rivalutazione dell’economia, degli investimenti, delle finanze e
che spesso provocarono colpi di stato). Un altro evento saliente del periodo fu la 3
rivoluzione industriale, la rivoluzione elettronica con l’avvento del computer che porta a un
aumento dell’importanza del settore finanziario. Nixon esce di scena con lo scandalo
watergate: nelle elezioni del 72 Nixon vince senza grandi sforzi in quanto l’avversario
McGovern propose un programma troppo di sinistra (uscita dal Vietnam senza indugi,
reddito minimo a tutti); durante le campagne elettorali vengono intercettati 5 scassinatori
nelle sedi del comitato democratico che fecero nascere un’inchiesta nazionale; la corte
suprema invitò Nixon, che negò ogni coinvolgimento, a consegnare tutti i materiali
compresi i nastri di registrazione che risultarono però tagliati; viene quindi accusato di
abuso di potere e ostruzione alla giustizia portandolo a dimettersi (prima volta nella storia)
a favore di Ford, nominato da Nixon (unico presidente ad essere tale senza aver ricevuto
voti). Alle elezioni del 76 vincerà poi Carter che non ottenn e particolari miglioramenti se
non il riconoscimento reciproco di Egitto e Israele (rapporti con l’Oriente migliorati); si
limitò a difendere i risultati del Welfare State degli anni 60.
Gli anni di piombo in Italia
Nel 1962 inizia la seconda fase perché la Dc perde il consenso elettorale e dopo aver
provato a spostarsi a destra creerà un’alleanza tra Dc e PSI, dando vita alla fase di
centrosinistra fino al 76 (Aldo Moro guiderà il paese per 3 governi successivi fino al 68). Le
prime riforme varante furono: la nazionalizzazione dell’energia elettrica, l’ENEL (ente
nazionale energia elettrica); l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino ai 14 anni e
abolizione delle scuole professionali a favore di scuole medie unificate (per garantire lo
stesso livello d’istruzione). Riguardo settori più delicati il governo trova difficoltà ad
intervenire limitandosi a pianificazioni urbanistiche e riconoscendo le regioni come enti
territoriali autonomi. Nel frattempo, l’Italia è anche attraversata da movimenti
studenteschi, degli operai, tentativi di colpi di stato e sommosse popolari; emerge inoltre il
terrorismo all’inizio degli anni 70 che diede inizio agli anni di piombo. Il terrorismo è un
metodo di lotta politica caratterizzata dall’uso sistematico della violenza nei confronti di
individui o comunità; vi sono due grandi tipi: di autodeterminazione e politico (per
ribaltare le istituzioni presenti, es. Italia). Gli eventi terroristici principali in Italia sono nel
1969 la strage di piazza Fontana a Milano (banca nazionale dell’agricoltura viene fatta
esplodere), nel 1978 il rapimento e l’uccisione del presidente della Dc Aldo Moro e il 2
agosto 1980 la strage di stazione di Bologna. Esistono tre tipologie di terrorismo in Italia:
terrorismo rosso (le brigate rosse: comunismo estremo e violento che mira a colpire singoli
individui, spesso politici), terrorismo nero (neofascisti di destra che colpivano la massa
attraverso stragi come a Bologna) e quello delinquenziale (legato alla mafia siciliana con il
narcotraffico, cui apice fu il 92 con l’uccisione dei magistrati Falcone e Borsellino). Nel 1973
Berlinguer, segretario comunista, attuò il “compromesso storico”, un accordo politico tra i
tre maggiori partiti (Dc, PSI e PCI) per fronteggiare il terrorismo. Con le elezioni del 76 inizia
la fase di “solidarietà nazionale” con 3 governi guidati da Andreotti il quale fermò
l’inflazione, applicò la riforma fiscale dell’IVA, e istituì il Servizio Sanitario Nazionale. La
“solidarietà nazionale” entrò in crisi con le dimissioni del presidente della repubblica
Giovanni Leone che lasciò il posto a Sandro Pertini nel 1979 (il governo che guidò il paese
dall’83 all’86 fu di Craxi).
La crisi dell’URSS e la fine della guerra fredda
STATI UNITI: Nel gennaio del 1980 diventa presidente Ronald Reagan, ex governatore della
California che era passato dal partito democratico a quello repubblicano; negli anni 80 il
modo di comunicare cambia perché la tv diventa sempre più pervasiva e Reagan è l’uomo
giusto al momento giusto in quando grande comunicatore. Venne sostenuto dai movimenti
religiosi che contestavano il Welfare State, i neoconservatori, delusi dalle aspettative del
partito democratico; i neoconservatori sostengono meno il governo federale di
Washington volendo un ritorno al governo degli stati (per loro il governo deve solo
proteggere la famiglia [influenza religiosa], sono contro l’aborto e il divorzio) mentre
riguardo la politica estera sostengono l’uso delle forze militari. Con Reagan si passa dalla
politica economico keynesiana alla politica dell’offerta: taglio delle tasse per lasciare più
soldi da investire nelle ricerche e nella tecnologia, soprattutto elettronica, abbassando
inoltre la disoccupazione (questa strategia si chiama REAGANOMICS). L’economia si rimise
in moto producendo però danni sul lungo periodo come i minori controlli generali
(manutenzione delle strade, dei ponti), lo sfruttamento delle risorse territoriali, i costi
elevati nella sanità e l’impennata del debito pubblico. Ottenne buoni risultati in politica
estera, grazie anche ad un buon uso delle tv ed è stato definito come il vincitore della
guerra fredda per merito dell’azione di propaganda che portò alla crisi dell’Unione
Sovietica (il suo successore sarà Bush Senior).
UNIONE SOVIETICA: Dopo Krusciov i segretari del partito furono Breznev, Andropov,
Cernenko e Gorbaciov che nell’85 iniziò a guidare il paese; si trovò di fronte a una
situazione grave dovuta dalla stagnazione economica e dall’arretratezza sociale, l’unica
cosa che funzionava era il settore militare che doveva tenere il passo di quello americano.
Nel 1986 attua una serie di riforme, le cui parole chiave erano Glasnost e Perestroika, ossia
trasparenza (con valenza più culturale e ideologica per allargare la libertà di espressione) e
ristrutturazione (per risolvere la stagnazione si dava più responsabilità ai dirigenti dei vari
settori); come conseguenza della trasparenza/apertura si ha il distacco dall’URSS dei paesi
baltici, degli stati satelliti e della Romania. Inoltre, nel 1987 Gorbaciov siglò un accordo con
gli USA per la riduzione degli arsenali militari. Il processo di ristrutturazione accelerò e i
regimi comunisti implosero uno dietro l’altro, ma il simbolo della disgregazione fu la
caduta del muro di Berlino nel 1989 e la conseguente fine della guerra fredda (proclamata
da Bush e Gorbaciov nel dicembre a Malta). Nel 91 vi è lo scioglimento del Patto di
Varsavia e l’imprigionamento di Gorbaciov da parte dei conservatori che volevano tornare
a un clima precedente al suo; ne succede un’insurrezione nazionale guidata da Boris Eltsin
che con un referendum nel dicembre 1991 dichiara la Russia indipendente, facendo
cessare di esistere tutte le istituzioni sovietiche e dando vita alla Federazione Russa.

La crisi della prima repubblica in Italia


Nel 1981 sale al governo Giovanni Spadolini, che rimarrà fino all’83. Con lui inizia la quarta
fase della prima repubblica, quella del pentapartito (5 partiti formano la coalizione): Dc,
PSI, Partito Repubblicano, Partito Socialdemocratico e Partito Liberale (rimangono fuori il
PCI e il movimento sociale di estrema sinistra ed estrema destra). Protagonista di questa
stagione politica è il segretario del PSI Bettino Craxi, fortemente anticomunista, che
diventa presidente del consiglio dall’83 all’87; egli voleva scostare dal potere i comunisti e i
democristiani per far crescere la forza elettorale del PSI, senza riuscirci. Ci prova
ripetutamente con il ricorso ai decreti-legge (strumento che il governo può usare in caso di
necessità [es. adesso con la pandemia] per accelerare le decisioni) andando però a
marginalizzare il potere legislativo del parlamento. Ne consegue un allargamento della
spesa pubblica (viene concessa la pensione a cittadini relativamente giovani) che porta
all’aumento del debito pubblico ma si avrà un periodo di stabilità politica; Craxi fu un
leader mediatico come Reagan perché sfruttava la tv per comunicare con i cittadini. Cerca
inoltre di far uscire il paese dall’ombra in cui era rimasta dopo la WW2 e sarà con lui che si
arriverà al Secondo Miracolo Economico Italiano con apice nell’87, anno in cui l’Italia
raggiunge il quinto posto per ricchezza economica superando la Gran Bretagna. Questo
risultato venne ottenuto grazie alle piccole e medie imprese nelle quali si afferma il “made
in Italy”, i prodotti di lusso italiani (elementi negativi furono comunque la mancanza di
tutela dei lavoratori e l’espansione del lavoro in nero). Con “fine di una repubblica” si
intende quando si cambia una costituzione ma il termine venne esteso al caso italiano
perché ci furono profondi cambiamenti costituzionali, che portarono alla “fine della prima
repubblica italiana”. Le cause furono: la dissoluzione dell’URSS che porta allo scioglimento
del PCI / il cambiamento del sistema elettorale che passa da proporzionale a uninominale /
l’inchiesta “mani pulite” che porta alla luce la corruzione della politica italiana a danni del
PSI e della Dc / l’integrazione economica che costringe l’Italia a compiere pesanti manovre
economiche / scontento dell’opinione pubblica verso la politica e i vecchi partiti. Inizia a
crescere in questo periodo la Lega ma Silvio Berlusconi, grazie a Mediaset, sfrutta il
malcontento italiano fondando Forza Italia che nel 94 vince le elezioni.
La globalizzazione e il compimento dell’integrazione economica europea
Dopo la fine della Guerra Fredda si hanno due teorie: si pensa ad un periodo di stabilità
nell’occidente da un lato, mentre dall’altro la fine dell’URSS provocò la nascita di
nazionalismi con conseguenti violenze. Negli anni seguenti la fine della Guerra Fredda si va
incontro alla globalizzazione: l’integrazione economica e finanziaria delle principali
economie mondiali, attraverso un processo di omologazione di tutti i mercati rispetto ad
un unico modello dominante, in cui la libera circolazione dei capitali tende a seguire
dinamiche non direttamente collegate con il governo di un singolo stato; le economie sono
integrate e diventano preponderanti rispetto alla politica (mentre prima la politica dettava
le linee economiche, con la globalizzazione è l’economia a gestire la politica). Le cause di
questo processo sono: la rivoluzione elettronica e l’avvento di Internet / l’uso dell’inglese
come lingua veicolare comune / l’affermarsi di politiche liberiste che facilitano il
commercio (la politica diventa locale, non guida più l’economia). L’avvento della
globalizzazione vedrà arrivare alla Casa Bianca Bill Clinton, un nuovo democratico ispirato
al “new labour party” ossia che cerca di sottrarre ai repubblicani questioni come lo
snellimento delle procedure amministrative. Si concentrerà sulla sanità incaricando la
moglie Hilary Clinton di renderla pubblica come quella europea ma fallendo dato che la
first lady non volle scendere a compromessi con le imprese di servizio. Clinton estese la
sanità gratuita agli indigenti, fece riconoscere il diritto alle assenze per maternità (non però
al salario), fece accettare gli omosessuali nelle forze armate e fece entrare gli USA nel
NAFTA (North american free trade agreement) con Canada e Messico. Venne messo in
stato d’accusa per lo scandalo Levinskij ma viene assolto anche dal popolo in quanto fece
espandere l’economia americana (decennio della E-economy, economia elettronica).
Riguardo la politica estera ritorna l’interventismo (in Jugoslavia per bloccare l’espansione
bosniaca e nella guerra del golfo per sconfiggere Saddam Hussein, anche se Clinton non
era ancora arrivato) e rilevanti furono gli accordi di Oslo in cui ci fu il riconoscimento
parziale reciproco tra Israele e Palestina. Lasciò il paese con l’azzeramento del deficit e
un’economia rigogliosa. Integrazione economica europea: la CEE avrebbe dovuto creare
non solo un’integrazione economica ma anche politica. Nel 1974 a Parigi si decise la
creazione di un parlamento europeo votato direttamente dai cittadini, la creazione di una
commissione europea, di una corte di giustizia europea e di un sistema di cambio europeo
(nel 79 e solo la sterlina rimase fuori dal sistema monetario). Nell’85 venne firmato il
trattato di Schengen (eliminazione dei controlli alle frontiere tra paesi dell’Unione
Europea) e col trattato unico europeo dell’87 si prova a impostare un’unità politica; il
trattato più importante fu quello di Maastricht nel 92 in cui si ebbe la completa
unificazione dei mercati, l’allargamento delle aree di competenza europea, la realizzazione
di una moneta unica (l’euro), la creazione della BCE per dettare la politica monetaria e la
CEE divenne UE. Per adottare l’euro bisogna che il disavanzo tra PIL e debito pubblico
annuo sia al massimo del 3% e venne utilizzato per la prima volta nel 99 per scambi
finanziari mentre nel 2002 come denaro contante; attualmente nell’UE ci sono 27 stati.
La fine del secolo e gli attentati dell’11 settembre
Negli ultimi anni il continente asiatico, grazie alla grande crescita economica, diventa uno
dei continenti più importanti, i cui tassi di crescita sono molto alti. La Cina è la seconda
economia mondiale dopo gli USA (il Giappone è terzo), l’India è diventata la più grande
democrazia del mondo, e altrettanti piccoli stati come Filippine, Indonesia, Taiwan e Corea
del Sud stanno avendo uno sviluppo (nonostante ciò, in alcune zone vi sono tuttora
dittature). L’11 settembre 2001 però, il giorno dopo la Festa del Lavoro, il movimento
terroristico di Al Qaeda dirotta quattro aerei di linea contro le torri gemelle colpendo
anche il pentagono (radicalismo islamico); fu un evento traumatico soprattutto a livello
psicologico perché venne vissuto in diretta anche con le tv e causò oltre 3000 vittime.
Questo attentato fu un prodotto della globalizzazione, del passaggio dal sistema bipolare a
quello uni-multipolare e della politica estera americana degli anni 90.

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