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Il documento esplora l'esperienza morale e il valore morale, analizzando fenomeni come il giudizio etico, la coscienza morale e l'obbligazione etica. Si discute la natura del valore morale, la sua soggettività e oggettività, e la sua relazione con la libertà e la responsabilità. Infine, si sottolinea che il valore morale si fonda sulla natura razionale dell'uomo e sulla sua capacità di relazionarsi con l'essere assoluto.

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Il documento esplora l'esperienza morale e il valore morale, analizzando fenomeni come il giudizio etico, la coscienza morale e l'obbligazione etica. Si discute la natura del valore morale, la sua soggettività e oggettività, e la sua relazione con la libertà e la responsabilità. Infine, si sottolinea che il valore morale si fonda sulla natura razionale dell'uomo e sulla sua capacità di relazionarsi con l'essere assoluto.

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TEMA XI. DI ESPERIENZA E VALORE MORALI.

L'ESPERIENZA E IL VALORE MORALE

PROBLEMI:

-- L'esperienza morale ed il suoi fenomeni essenziali (il giudizio etico, il senso della obbligazione, il rimorso,

la penitenza, ecc...). Teorie insufficiente circa l'esperienza morale: il neopositivismo, lo strutturalismo e il sociologismo , la

psicoanalisi, ...

-- Cosa sia il dettame (dictamem) della coscienza morale; la sua indole normativa e obbligatoria. l'obiettività

dei giudizi etici. Se la coscienza erronea o dubbia obblighi. Sull'educazione della coscienza.

-- Descrizione e definizione dei valore in genere; rapporto dei valore all'essere. Le note distintive e le proprietà

dei valore morale. Sulle varie teorie del valore morale. Varie sistemi etici.

-- Normatività cioè obbligazione del valore morale: cosa sia e come si dimostri. Impossibilità di ridurre i

giudizi normativi (deve) a giudizi di fatto. Sul fondamento della obbligazione.

-- Indole concreta del valore morale: in che senso il valore morale sia insieme soggettivo e oggettivo, mutevole

e immutabile , eterno e storico.

SVOLGIMENTO PRIMO

(Tengo presente i testi di P. Valore, L'esperienza Morale, Morceliana; e di J. di Finance, Etica Generale, ed.

del Circito, bari 1975)

A - Esperienza morale.

Si può partire dalla constatazione che esiste in ogni singolo uomo una coscienza morale (dettame della

raggione pratica), che implica un ,motivazione (ragione morale ) e un'esigenza (pretesa morale) etica.

Motivazione etica: conoscenza del bene e del male ( e una conoscenza differenziata del più o meno bene e del

più o meno male) un elenco o gerarchi di valore.

Esigenza Etica: esercizio della libertà, in senso attiva e passivo , e senso dell'obbligo soprattutto in ordini al

male che non se deve fare (Il malum est vitandum è più forte del bonum est faciendum)
1 - Esperienza umana: due descrizione.

Una struttura, insieme vissuta e riflessa, integrale e totalitaria della coscienza personale, in attiva e insieme passiva

apertura: al mondo, agli altri, alla totalità dell'essere che fa da sfondo, all'assoluto (G. Magnani, Filosofia della Religione. PUG

1992, p.90)

un contato immediato e ricettivo con la realità, intesa nella sua essenza e significato (Valori,121)

Osservazione importante che ci consentano di superare una visione empirista della E umana:

- impegna sensibilità e razionalità (si riferisce sia a ciò che è a posteriori sia a ciò che è a priori);

- immediatezza tra soggetto e oggetto;

- ricettività verso la realità;

- intenzionalità o apertura verso tutto il reale.

2 - E morale.

Un contatto immediato, presenziale, vissuto, con una realtà che si impone dinanzi, realtà d'altro canto non empirica, ma

essenziale, che dice cioè non ad un mondo fattuale (fisico, biologico, psicologico o psicogenetico), ma al significato della

condotta in quanto tale (Valori, 121)

Tre sembrano i fenomeni essenziale della esperienza morale:

- un giudizio valutativo pratico;

- la coscienza dell'obbligo, percepito come una esigenza interiore;

- il senso della responsabilità ( ciò che faccio me appartiene) e conseguente senso de gratificazione o di rimorso ( o

pentimento)

B - Valore morale

Per capire il significato di valore è necessario rifarsi alla nozione di bene. Il bene è ciò che determina ad agire

come fine (omne agens agipt propter finem) ed è oggetto del desiderio; il valore è il bene conosciuto e inteso dall'agente. Il bene

è più oggettivo, il valore più soggettivo; sono quindi inseparabili, al punto che direi: bonum est id quod appetitur, valor est id

quod appetitur. Si direbbe che, nell'atto del soggetto libero, il bene è percepito come perfettivo: " Il valore rientra nella categoria

più generale dell'interessante, dell'importante, di ciò che <<rompe l'indifferenza >>; gli è essenziale spiccare su un fondo neutro

e spesso in contrasto con uno antivalore (De Finance, 45)


b.1. - Molteplicità die valori.

La molteplicità degli interessi crea la molteplicità dei valori. possiamo cosi parlare di:

- valore extraumani: ambiente, fonti energetiche, ecc...

- valore umani in riferimento al corpo: salute, educazione fisica, alimentazione ecc...

- valore umani in riferimento allo spirito: estetici, scientifici, etici religiosi, ecc...

- valore individuali: libertà promozione umana ecc...

- valore sociali: politici, giudiziari, economici ecc...

b.2. - Valore morale

Il valore morale tocca la libertà dell'uomo, si attua per e nell'atto del soggetto libero; è uno dei valori più

intime alla persona e ne esprime soprattutto la dignità della persona (il suo essere, fine a si stessa). Il valore morale è:

- soggettivo e oggettivo;

- singolare (nessuno può agire per me) e universale ( ciò che vale per me, vale per tutti nelle stesse condizione ed è

approvato per tutti);

- desiderabile per se (nell'atto del soggetto);

- irriducibile ad altri valori;

- espressivo dalla persona e della personalità;

- è obbligante di una necessità che non toglie, anzi presume, la libertà (aspetto che più classifica il valore morale);

l'obbligatorietà è più forte nell'evitare il male (sempre) che nel fare il bene (non sempre e non tutto)

C. Fondazione dei valori morali.

Il valore morale è ciò che rende buono l'atto umano in quanto umano; ed è umano in quanto è volontario e

libero.

Ora volontà (appetito razionale) e libertà (ragione della ragione) si fondano nella natura razionale dell'uomo,

ne sono anzi espressione.

Ne segue che l'atto umano è tale per l'esercizio della ragione e buono esercizio della reta ragione; e la ragione è

retta, innanzitutto quando è fedele a se stessa, quando è ratio rationabiliter ratiocinans, o più semplicemente quando esprime lo

statuto ontologico della natura umana. "la rettitudine della ragione non definibile o conoscibile per comparazione con una regola

esteriore: la sua regola è nella ragione stessa. La retta ragione è la ragione fedele alla sua essenza e a ciò che chiameremo il suo

ideale, la ragione esercitandosi razionalmente, secondo la sua propria legge, anziché subordinarsi ad una legge estranea, alienarsi
seguendo, ad esempio, la legge dei sensi. L'etica della retta ragione è pertanto una etica della libertà. Colui che impiega tutto il

suo talento per scoprire e mettere in opera i mezzi per soddisfare la sua ambizione, la sua voglia, il sui appetiti carnale, o che

macchina un <<crimine perfetto>>, usa certamente della sua ragione e spesso in una misura poco comune, ma non se ne serve

razionalmente, poiché non lo fai per fini in cui la ragione possa riconoscersi. Ciò che non è morale nel senso del moralmente

buono non è pienamente razionale: <<la ragione corrotta non è veramente ragione, cosi come propriamente parlando, un

sillogismo falso non è un sillogismo; è per questo che la regola degli atti umani non è una ragione qualunque, ma la retta

ragione>> (In II Sent.,d.24, q.2, a.3)" (De Finance,181).

Corollari:

1 - Il valore come bene se fonda sull'essere.

2 - L'uomo, come essere finito intelligente, è aperto all'essere assoluto e capace di entrare in relazione con lui.

3 - Per ciò la assiologia trova la sua ultima fondazione nell'essere assoluto, cioè in DIO.

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