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Storia 5

Il documento analizza il periodo post-unitario in Italia, evidenziando le sfide socio-economiche e politiche affrontate, come il brigantaggio e l'analfabetismo, e l'emergere di governi come la Destra e la Sinistra Storica. Si discute anche la Prima Guerra Mondiale e le sue conseguenze, inclusa la Rivoluzione Russa e l'ascesa dello stalinismo, fino all'emergere del fascismo in Italia sotto Mussolini, in un contesto di instabilità e malcontento sociale.

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Storia 5

Il documento analizza il periodo post-unitario in Italia, evidenziando le sfide socio-economiche e politiche affrontate, come il brigantaggio e l'analfabetismo, e l'emergere di governi come la Destra e la Sinistra Storica. Si discute anche la Prima Guerra Mondiale e le sue conseguenze, inclusa la Rivoluzione Russa e l'ascesa dello stalinismo, fino all'emergere del fascismo in Italia sotto Mussolini, in un contesto di instabilità e malcontento sociale.

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1.

Il Post-Unità d'Italia e l'Età Giolittiana


Il processo di uni cazione italiana si completa grazie alle tre guerre
d’indipendenza (1848, 1859, 1866): durante la seconda, Cavour fece in modo
che gli altri paesi europei si rendessero conto del problema dell’uni cazione.
Egli strinse con la Francia gli accordi di plombieres, un’alleanza che avrebbe
difeso l’Italia in caso di aggressione austriaca. Con l’armistizio di Villafranca
la Francia tradì l’italia e dopo le dimissioni di Cavour, Garibaldi guidò la
spedizione dei mille, creando il regno delle due sicilie.
Nel 1861 viene proclamato il Regno d’Italia con Vittorio Emanuele II re e
capitale Torino.
Restano escluse Roma (Stato Ponti cio) e il Veneto (sotto dominio
austriaco).

Problemi dopo l’unità


• Divisioni culturali e sociali: Nord industrializzato e più moderno; Sud
agricolo e povero, vigeva ancora il latifondo (questione meridionale).
• Mancanza di identità nazionale: “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”.
• Brigantaggio nel Sud: violente rivolte contadine contro lo Stato.

I primi governi della Destra Storica (1861-1876) si trovano di fronte a


problemi enormi: "fare gli italiani" dopo aver fatto l'Italia, l'analfabetismo
(Legge Casati, sull’istruzione primaria resa obbligatoria, non applicata
uniformemente), il brigantaggio nel Sud, la "questione del latifondo"
connessa all'origine della ma a, e l'imposizione di nuove tasse (come la
"tassa sul pane") per risanare le nanze.
Imposero anche la leva obbligatoria ed e ettuarono un accentramento
amministrativo.

La Sinistra Storica sale al potere con Agostino Depretis. Vengono


introdotte riforme come l'allargamento del diritto di voto (abbassando l'età
e il reddito minimo) e l'abolizione della tassa sul macinato. La Legge
Coppino rilancia la lotta all'analfabetismo rendendo l'istruzione
obbligatoria no alla quinta elementare.

Si di onde la pratica del "trasformismo", che rende instabili le


maggioranze parlamentari a causa di cambi di opinione e voti basati su
tornaconti personali.

Il processo di uni cazione si completa con l'annessione del Veneto dopo la


Terza Guerra d'Indipendenza e le battaglie di Custoza e Lissa (1866) e con la
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Breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), che porta alla conquista di
Roma e alla ne dello Stato Ponti cio non più difeso dalla Francia dopo la
guerra Franco-Prussiana. Roma diventa capitale.
La "Questione Romana" rimane aperta: il Papa Pio IX non riconosce il
Regno d'Italia e con il "Non expedit" vieta ai cattolici di partecipare alla vita
politica del paese. Le "Leggi delle Guarentigie" o rono garanzie al
ponte ce, ma non vengono accettate.

In politica estera, l'Italia si unisce alla Triplice Alleanza (1882) con Austria
e Germania, un'alleanza difensiva che inizialmente implica la rinuncia alle
"terre irredenti" (Trento e Trieste).
Inizia una politica coloniale in Africa, orientata verso l'Eritrea, ottenuta con
il “trattato di Uccialli”. Si veri cano scon tte militari, come a Dogali (1887)
contro l'Etiopia.

Sale al governo Francesco Crispi, che introduce riforme (abolizione pena


di morte e riconoscimento sciopero con il Codice Zanardelli) ma anche
misure autoritarie (più potere alla polizia, leggi anti-anarchiche). Riprende
l'iniziativa coloniale, ma subisce una scon tta de nitiva ad Adua (1896)
contro l'Etiopia, che lo costringe alle dimissioni, dato che tale politica
coloniale non era considerata e cace.

Dopo un periodo di tensioni sociali (tumulti di Milano del 1898 repressi


dall'esercito) e l'assassinio del Re Umberto I (1900), Giovanni Giolitti
diventa Primo Ministro. Inizia l'Età Giolittiana.

La politica interna di Giolitti si basa sulla mediazione tra le classi sociali e


la neutralità dello Stato nei con itti lavorativi. Introduce riforme sociali
(diritto di sciopero, legislazione per lavoratori anziani/infortunati/donne/
bambini, riposo settimanale, aumento salari). Rende l'istruzione elementare
obbligatoria e sotto controllo statale e migliora la salute pubblica (chinino
gratuito).

Si veri ca un forte sviluppo industriale al Nord (industria meccanica,


chimica, tessile, nascita di FIAT e Pirelli), che però accentua lo squilibrio
territoriale con il Sud e aumenta l'emigrazione.

Giolitti tenta un'apertura verso i socialisti (ala riformista di Turati) e i


cattolici. L'ingresso dei cattolici nella vita politica si realizza con il Patto
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Gentiloni (1912), un accordo segreto in base al quale i cattolici votano i
liberali in cambio di politiche non anticlericali.

Una nuova legge elettorale (1912) introduce il su ragio universale


maschile (per i maggiorenni con requisiti di età, istruzione o servizio
militare), aumentando notevolmente il numero degli elettori.

In politica estera, Giolitti si riavvicina a Francia e Inghilterra, in vista di


un'espansione in Nord Africa. L'Italia conquista la Tripolitania e la Cirenaica
(ribattezzata Libia) dall'Impero Ottomano con la guerra del 1911-1912. La
conquista non porta i vantaggi economici sperati ma aumenta il prestigio
internazionale.

L'impresa libica provoca malcontenti sia tra i socialisti (ala rivoluzionaria


guidata da Benito Mussolini) che tra i nazionalisti. Giolitti si dimette nel
marzo 1914, sostituito da Antonio Salandra. Nel giugno 1914 si veri ca la
Settimana Rossa, una serie di scioperi e agitazioni violente.

2. La Prima Guerra Mondiale e le sue Conseguenze


La Prima Guerra Mondiale scoppia nel luglio 1914 a seguito dell'assassinio
dell'Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo. Il sistema di alleanze
(Triplice Alleanza vs Triplice Intesa) trasforma il con itto in una guerra su
vasta scala.

L'Italia inizialmente neutrale, si divide tra neutralisti e interventisti. Il


governo Salandra e il Re, tramite il ministro degli Esteri Sonnino, rmano
segretamente il Patto di Londra (aprile 1915) con le potenze dell'Intesa,
che promettono all'Italia i territori irredenti e altri compensi in cambio
dell'intervento. L'Italia dichiara guerra all'Austria il 24 maggio 1915.

Il con itto diventa una logorante guerra di posizione combattuta nelle


trincee. Si usano nuove armi (lancia amme, gas as ssianti, carri armati,
sommergibili).

Il 1917 è un anno cruciale: la Russia si ritira a causa della rivoluzione, e gli


USA entrano in guerra a anco dell'Intesa. Sul fronte italiano, la
disfatta di Caporetto (ottobre 1917) causa una grave ritirata, ma l'esercito
si riorganizza sulla linea del Piave sotto il generale Diaz.
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Nell'autunno 1918 l'esercito italiano scon gge gli austriaci a Vittorio
Veneto. L'Austria e la Germania rmano gli armistizi, ponendo ne alla
guerra.

La guerra provoca un elevatissimo numero di morti e mutilati e gravi


di coltà economiche (indebitamento, riconversione industriale, crollo
agricoltura, in azione, disoccupazione). I paesi vincitori, come Francia e
Italia, si ritrovano indebitati verso gli USA. La Germania è messa in
ginocchio dalle riparazioni imposte dal Trattato di Versailles.

La Conferenza di Pace di Parigi (gennaio 1919) porta alla rma di diversi


trattati. Il Trattato di Versailles impone pesanti condizioni alla Germania
(perdite territoriali, riduzione militare, riparazioni). Il Trattato di Saint-
Germain de nisce i territori per l'Italia, ma la mancata assegnazione di
Dalmazia e Fiume genera malcontento e il mito della "Vittoria mutilata".

Viene istituita la Società delle Nazioni con lo scopo di mantenere la pace,


ma non riesce nel suo intento, indebolita dall'esclusione dei paesi scon tti e
dal ritiro degli USA, diventando uno strumento nelle mani di Francia e
Inghilterra.

La cartina geopolitica europea cambia radicalmente, nascono nuovi stati. Si


di onde il principio di autodeterminazione, sebbene non sempre rispettato.

Negli USA, gli anni '20 sono i "ruggenti anni '20", caratterizzati da un
boom economico, aumento dei consumi e di usione dell'American way of
life. Tuttavia, si crea un disequilibrio tra produzione e domanda (interna ed
estera, con la ripresa europea e le politiche protezionistiche), che porta al
crollo della borsa di Wall Street (Giovedì Nero, 24 ottobre 1929).

La crisi del 1929 si di onde a livello mondiale, causando fallimenti bancari


e industriali, e un'enorme crescita della disoccupazione (anche in Europa,
dipendente dai capitali USA). In Germania la disoccupazione raggiunge
livelli altissimi. Anche in Italia la crisi colpisce industria e agricoltura.

Negli USA, il Presidente Roosevelt risolleva la situazione con il New


Deal, un piano di intervento statale nell'economia e di politiche sociali
(salario minimo, lavori pubblici, aiuto agricoltura), segnando l'inizio del
Welfare State.
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3. La Rivoluzione Russa e lo Stalinismo
Nel 1917 scoppia la Rivoluzione Russa. Le cause sono le enormi perdite
della Russia nella Prima Guerra Mondiale e il disagio economico e sociale
della popolazione.

La Rivoluzione di Febbraio (1917) porta all'abdicazione dello Zar Nicola II e


alla formazione di un governo provvisorio. Accanto al governo sorgono i
Soviet (assemblee di operai, contadini, soldati).

Il leader dei Bolscevichi, Lenin, rientra in Russia e con le Tesi di Aprile


chiede una rivoluzione proletaria immediata e il trasferimento di tutto il
potere ai Soviet, oltre alla distribuzione delle terre ai contadini.

La Rivoluzione d'Ottobre (1917) porta i Bolscevichi al potere con l'assalto


al Palazzo d'Inverno. Si forma un governo rivoluzionario con Lenin, Trotsky
e Stalin. Vengono avviate trattative di pace (Pace di Brest-Litovsk, 1918, con
perdite territoriali) e distribuite le terre ai contadini. L'Assemblea
Costituente, dove i Bolscevichi sono minoranza, viene sciolta.

Scoppia una Guerra Civile tra l'Armata Rossa (bolscevichi) e l'Armata


Bianca (fedeli allo Zar). La famiglia reale viene giustiziata. L'Armata Rossa
prevale. Viene creata la Terza Internazionale (Comintern) per coordinare i
partiti comunisti mondiali.

Durante la guerra civile viene attuato il "Comunismo di guerra":


controllo statale sulla produzione e requisizioni, con repressione e la
creazione della polizia politica CEKA.

Successivamente viene introdotta la NEP (Nuova Politica Economica),


che limita il controllo statale, rilancia il commercio e permette una certa
proprietà privata per migliorare l'economia.

Nel 1922 viene creata l'URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste


Sovietiche), uno stato federale a partito unico (Partito Comunista).

Alla morte di Lenin (1924), si scontrano Trotsky (rivoluzione mondiale) e


Stalin (consolidamento in Russia). Stalin si impone, eliminando gli
avversari politici (Trotsky esiliato e poi ucciso).
Stalin promuove una massiccia industrializzazione attraverso i piani
quinquennali e la collettivizzazione forzata delle terre, espropriando i
contadini ("Kulaki") e deportandoli nei campi di lavoro (Gulag). L'URSS si
industrializza rapidamente, anche durante la crisi del 1929.

Negli anni '30 si consolida lo stalinismo, un regime totalitario basato sul


culto della personalità, la censura, la limitazione delle libertà e il terrore.
Le "Grandi Purghe" (1936-1938) colpiscono gli oppositori (reali o presunti)
con processi e condanne. I Gulag diventano un sistema repressivo di massa.

4. Il Fascismo in Italia
Il malcontento post-bellico (vittoria mutilata, crisi economica,
disoccupazione) e le agitazioni sociali del Biennio Rosso (1919-1920,
scioperi, occupazioni di fabbriche e terre) creano un clima di instabilità.

In questo contesto nasce il movimento dei Fasci di Combattimento


(1919), fondato da Benito Mussolini. Si caratterizza per nazionalismo,
ostilità verso socialisti e ricchi, e uso della violenza. Si sviluppa lo
squadrismo (le squadre d'azione con le camicie nere) che attacca sedi
politiche e giornali socialisti.

Nelle elezioni del 1921 i fascisti entrano in parlamento. Il successo è dovuto


al sostegno della piccola borghesia (che si sente minacciata) e delle classi più
ricche (che vogliono strumentalizzare il fascismo contro l'avanzata
socialista).

Appro ttando della debolezza dei governi liberali e coltivando l'idea di un


colpo di stato, Mussolini organizza la Marcia su Roma (28 ottobre 1922). Il
Re Vittorio Emanuele III ri uta di rmare lo stato d'assedio e incarica
Mussolini di formare un nuovo governo. Questo segna la ne del governo
liberale.

Mussolini forma un governo di coalizione, ma mira a consolidare il proprio


potere. Istituisce il Gran Consiglio del Fascismo e la Milizia Volontaria per
la Sicurezza Nazionale (MVSN).

Le elezioni del 1924, caratterizzate da brogli e violenze delle camicie nere,


danno al Partito Fascista una larghissima maggioranza. Il deputato socialista
Giacomo Matteotti denuncia i brogli e viene rapito e assassinato.
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L'omicidio Matteotti provoca una crisi, ma la secessione dell'Aventino
dell'opposizione non ottiene risultati. Nel 1925 Mussolini si assume la
responsabilità dell'omicidio in un discorso alla Camera, dichiarando la ne
dello stato parlamentare e l'avvio di un regime autoritario.

Vengono emanate le Leggi Fascistissime, che trasformano l'Italia in una


dittatura: il capo del governo risponde solo al Re, vengono soppressi partiti
d'opposizione, sindaci e consigli comunali sono sostituiti da podestà,
ripristinata la pena di morte, soppresse libertà di opinione, stampa,
associazione, sciopero. I dipendenti pubblici sono obbligati a iscriversi al
partito.

Il regime si basa sulla propaganda (Mussolini come "Duce"),


sull'indottrinamento (specialmente dei giovani attraverso la scuola, la
Riforma Gentile e l'Opera Nazionale Balilla) e sulla repressione (polizia
politica OVRA, con no, carcere per gli oppositori).

Nonostante la repressione, c'è opposizione intellettuale (Manifesto degli


intellettuali antifascisti di Benedetto Croce). Tra le vittime della repressione
c'è Antonio Gramsci.

Per avere un ampio consenso, Mussolini scende a patti con la Chiesa. I


Patti Lateranensi (1929) con Pio XI riconoscono il cattolicesimo come
religione di Stato, la sovranità del Vaticano e introducono l'insegnamento
religioso nelle scuole.

In economia, il regime passa da una politica liberista a una protezionista


con l'obiettivo dell'autarchia (autosu cienza). La rivalutazione della lira
danneggia le esportazioni. In risposta alla crisi del 1929, lo Stato diventa
"imprenditore" creando l'IMI e l'IRI per sostenere le industrie in crisi.
Vengono promosse politiche come la "Battaglia del Grano" e lavori pubblici.

In politica estera, Mussolini inizialmente migliora i rapporti con Francia e


Inghilterra, ma presto persegue una politica espansionistica. L'Italia invade
l'Etiopia (ottobre 1935). La Società delle Nazioni sanziona l'Italia. La guerra
si conclude con l'annessione dell'Etiopia e la proclamazione dell'Impero
(maggio 1936), ma causa l'uscita dell'Italia dalla Società delle Nazioni e
l'isolamento.
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Questo isolamento spinge Mussolini ad avvicinarsi alla Germania di Hitler,
culminando nell'Asse Roma-Berlino (ottobre 1936).

Vengono promulgate le Leggi Razziali (1938/1939), che introducono


discriminazione e persecuzione contro gli ebrei. Questa politica è vista
come una scelta autonoma di Mussolini, sebbene innestata su preesistenti
sentimenti antisemiti.

5. Il Nazismo in Germania
Dopo la scon tta nella Prima Guerra Mondiale, la Germania a rontò gravi
problemi economici e un vuoto di potere. Fu proclamata la Repubblica di
Weimar con una costituzione che prevedeva il su ragio universale e ampi
diritti, ma il governo era debole e incapace di gestire la crisi economica,
l'in azione e la disoccupazione. In questo clima, si ra orzarono le correnti
nazionalistiche di destra.
A Monaco nacque il partito dei lavoratori tedeschi, a cui aderì
Adolf Hitler, che lo trasformò nel Partito Nazional Socialista (Nazista), il
cui emblema era la svastica. Questo partito creò una struttura paramilitare,
le SA (squadre d'assalto), note per l'uso della violenza. Nel 1923, Hitler e le
SA tentarono un colpo di stato (putsch di Monaco) ma fallirono e
Hitler fu arrestato.

La crisi del 1929 colpì duramente la Germania, portando a un desiderio


di uso di un governo forte e autoritario. Hitler si assicurò l'appoggio
della grande industria, dell'alta nanza e dell'esercito. Il Partito Nazista
crebbe e ottenne la maggioranza nelle elezioni del 1933, portando alla
nomina di Hitler a Cancelliere da parte del Presidente Hindenburg.
Dopo l'incendio del parlamento di Berlino, attribuito ai comunisti, iniziò
una politica del terrore. Hitler ottenne pieni poteri tramite una legge
delega e instaurò un regime totalitario. Furono banditi tutti gli altri
partiti, e Hitler assunse il titolo di Führer. Vennero abolite le libertà di
associazione, espressione e sciopero, e istituite la Gestapo e le SS. Furono
aperti campi di concentramento per gli oppositori politici.

Per eliminare ogni opposizione interna, Hitler procedette a epurazioni,


culminate nella "notte dei lunghi coltelli" nel 1934, in cui furono uccisi i
suoi oppositori. Alla morte di Hindenburg, Hitler ottenne il potere
assoluto, unendo le cariche di presidente e cancelliere e dando vita
al Terzo Reich. La Germania divenne uno stato unitario, con tutto il
potere concentrato nella persona di Hitler, considerato l'incarnazione della
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volontà popolare. Il regime fece ampio uso della propaganda, esaltando la
razza ariana, e lavorò per ricostruire l'economia tedesca, aumentando le
infrastrutture e diminuendo la disoccupazione.

L'obiettivo del nazismo si basava sui principi della razza e dell'ineguaglianza,


con la razza ariana (germanica) ritenuta superiore. Compito
principale era puri care la popolazione tedesca da razze impure,
identi cate nel popolo ebraico, considerato l'origine di tutti i mali.

La persecuzione contro gli ebrei divenne spietata. Attraverso le leggi di


Norimberga, gli ebrei furono privati della cittadinanza, fu vietato loro di
sposare tedeschi e furono obbligati a indossare la stella di David. La "notte
dei cristalli" nel 1938 vide la devastazione di negozi, sinagoghe e
abitazioni ebraiche. La persecuzione permetteva anche l'espropriazione del
loro patrimonio. Alla ne della Seconda Guerra Mondiale, circa 6 milioni
di ebrei furono uccisi, insieme ad altre minoranze ritenute indesiderabili.

6. La seconda guerra mondiale


La Seconda Guerra Mondiale iniziò il 1° settembre 1939 con
l'invasione della Polonia da parte di Hitler, che mirava al
pangermanesimo. Poco prima, la Germania aveva stipulato un patto di non
aggressione (Molotov-Ribbentrop) con l'Unione Sovietica, che
prevedeva la spartizione della Polonia. Francia e Inghilterra dichiararono
guerra alla Germania. L'Italia, inizialmente non belligerante, entrò in guerra
a favore della Germania nel 1940.
La Germania ottenne vittorie rapide invadendo diversi paesi europei. La
Francia fu scon tta e divisa in una zona sotto controllo tedesco e un
governo lonazista a Vichy. Tuttavia, la Battaglia d'Inghilterra fallì
nell'ottobre 1940, grazie all'uso dei radar da parte britannica.

L'Italia, entrata in guerra, il 10 Giugno 1940, animata dalle vittorie tedesche.


Attaccò in Africa e nei Balcani, ma le sue o ensive fallirono e dovette
ricevere aiuto tedesco. L'impero italiano in Africa orientale tramontò dato
che le popolazioni africane erano appoggiate dagli inglesi che si
impossessarono di Eritrea, Somalia ed Etiopia.

Nel 1941, Hitler tentò l'invasione dell'Unione Sovietica


("Operazione Barbarossa") per distruggere il comunismo, ma l'avanzata
italo-tedesca fu bloccata dall'inverno russo, causando il fallimento
dell'operazione.
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L'attacco giapponese a Pearl Harbor nel dicembre 1941 accelerò l'entrata in
guerra degli Stati Uniti. Gli USA, il Regno Unito e l'URSS formarono il
"patto delle nazioni unite".

Nel 1942, le potenze dell'Asse ottennero alcune vittorie, con i giapponesi in


Asia e i tedeschi che avanzavano verso Stalingrado. Tuttavia, due tappe
decisive portarono all'inversione di tendenza: la disfatta tedesca a
Stalingrado nel 1943 e le vittorie Alleate in Nord Africa, inclusa la
battaglia di El-Alamein.

Nel 1943, gli Alleati decisero di aprire un nuovo fronte in Italia. Gli
americani sbarcarono in Sicilia nel luglio 1943. La crescente impopolarità di
Mussolini e gli scioperi portarono alla sua destituzione e arresto il 25
luglio. Il nuovo governo Badoglio avviò contatti segreti con gli Alleati.
L'armistizio tra Italia e Alleati fu rmato il 3 settembre 1943 e reso
noto l'8 settembre. La Germania occupò il centro-nord Italia. I tedeschi
liberarono Mussolini, che proclamò la nascita della Repubblica di Salò nel
nord Italia.
L'Italia divenne teatro di una guerra civile tra Alleati, repubblichini e
la Resistenza partigiana, che mirava a liberare l'Italia dal nazifascismo. Il
governo Badoglio si schierò contro la Germania e fu riconosciuto come co-
belligerante. Gli Alleati avanzarono verso nord, rompendo le linee difensive
tedesche come la linea Gustav e la linea Gotica, liberando città come Roma
(giugno 1944) e Firenze.

Gli anglo americani riuscirono a liberare la Francia grazie allo sbarco in


Normandia del 6 Giugno 1944 e quello in Provenza del settembre 1944.
In seguito, anche la Romania, la Bulgaria e l’Ungheria si arresero e la
Iugoslavia fu dichiarata indipendente.

Durante l'ultimo inverno di guerra, i capi Alleati si riunirono a Yalta per


decidere l'assetto futuro dell'Europa e stabilire l'ingresso della Russia
contro il Giappone.
In Italia, gli Alleati irruppero nella pianura padana, le città del nord
insorsero e l'Italia si liberò dal nazifascismo il 25 Aprile 1945 grazie
ai partigiani. Mussolini tentò la fuga ma fu catturato e fucilato dai
partigiani e impiccato a Milano.
Lo stesso giorno della fucilazione di Mussolini, i Russi penetrarono a
Berlino, e Hitler si suicidò. La Germania sottoscrisse la resa
incondizionata il 7 maggio 1945.
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Solo il Giappone continuò a combattere. La guerra si concluse con lo
sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima (6 agosto 1945) e
Nagasaki (9 agosto 1945) da parte degli Americani. Il Giappone fu
costretto alla resa il 1 Settembre 1945.
Contestualmente alla Seconda Guerra Mondiale, avvenne il genocidio, con
la deportazione e l'uccisione di ebrei, diversamente abili, e
oppositori del regime nazista. Queste deportazioni, iniziate nel
Gennaio 1943, miravano a uccidere quanti più ebrei possibile, anche per
sottrarre loro i beni. L'opinione antisemita era di usa tra il popolo tedesco a
causa dell'indottrinamento.
Dopo la guerra, in Italia, fu indetto un referendum a su ragio
universale il 2-3 Giugno 1946 per scegliere tra monarchia e
repubblica.
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