Michele Attendolo: differenze tra le versioni
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== Biografia == |
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Era figlio di Bartolo [[Attendolo]], fratello di [[Lorenzo Attendolo|Lorenzo]], padre di Perino, Raimondo e Pietro Antonio, cugino di [[Giacomo Attendolo|Muzio Attendolo Sforza]] e [[Francesco Sforza]] e genero di [[Niccolò Fortebraccio]]<ref name=condottieri>{{cita web|url=https://condottieridiventura.it/micheletto-attendolo/|titolo=Micheletto Attendolo|accesso=19 maggio 2024}}</ref> e Giacomo di Vico. Nel 1419 entrò al servizio dello [[Stato Pontificio]]<ref name=condottieri /> sotto [[Papa Martino V]]. |
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[[File:Paolo Uccello 016.jpg|thumb|''L'intervento decisivo di Micheletto Attendolo'', pannello della ''[[Battaglia di San Romano]]'' di [[Paolo Uccello]], 1438, [[Museo del Louvre]], [[Parigi]]]] |
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[[File:Peter Paul Ruben's copy of the lost Battle of Anghiari.jpg|thumb|[[Peter Paul Rubens]], ''Battaglia di Anghiari'', copia dell'[[Battaglia di Anghiari (Leonardo)|omonima opera]] di [[Leonardo da Vinci]]. Michele Attendolo è raffigurato in basso a sinistra]] |
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== Archivio == |
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Michele Attendolo | |
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Michele Attendolo ne L'intervento decisivo di Micheletto Attendolo, pannello della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, 1438, Museo del Louvre, Parigi | |
Conte di Cotignola | |
Altri titoli | Signore di Acquapendente, Alianello, Castelfranco Veneto, Potenza e Pozzolo Formigaro |
Nascita | Cotignola, 1370 circa |
Morte | Pozzolo Formigaro, febbraio 1463 |
Dinastia | Attendolo |
Padre | Bartolo Attendolo |
Madre | ? |
Consorte | Isabella ?[1] |
Figli | Perino Raimondo Pietro Antonio Francesca |
Religione | Cattolicesimo |
Michele Attendolo | |
---|---|
Nascita | Cotignola, 1370 circa |
Morte | Pozzolo Formigaro, febbraio 1463 |
Dati militari | |
Paese servito | Stato Pontificio Repubblica di Firenze Regno di Napoli Repubblica di Venezia |
Forza armata | Mercenari |
Anni di servizio | 66 (1388-1454) |
Grado | Capitano di ventura |
Comandanti | Alberto V d'Este Alberico da Barbiano |
Guerre | Guerra dell'Aquila Guerre di Lombardia |
Battaglie | |
Altre cariche | Nobile |
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Michele Attendolo, noto anche come Micheletto Attendolo o Micheletto da Cotignola (Cotignola, 1370 circa – Pozzolo Formigaro, febbraio 1463), è stato un condottiero italiano, conte di Cotignola e signore di Acquapendente, Alianello, Castelfranco Veneto, Potenza e Pozzolo Formigaro[1][2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Era figlio di Bartolo Attendolo, fratello di Lorenzo, padre di Perino, Raimondo e Pietro Antonio, cugino di Muzio Attendolo Sforza e Francesco Sforza e genero di Niccolò Fortebraccio[3] e Giacomo di Vico. Nel 1419 entrò al servizio dello Stato Pontificio[3] sotto Papa Martino V.
Nel 1431 fu al servizio della Repubblica di Firenze[3] e partecipò, come capitano generale delle truppe fiorentine, al fianco di Niccolò da Tolentino[3] alla battaglia di San Romano, storica battaglia tra fiorentini e senesi, questi ultimi alleati dei milanesi, del 1º giugno 1432. In quella occasione i senesi, guidati da Bernardino Ubaldini della Carda, erano in netta superiorità, ma i fiorentini, comandati da Niccolò da Tolentino, dopo essersi spinti per una ricognizione presso la torre di San Romano, nei pressi di Montopoli in Val d'Arno, decisero di attaccarli improvvisamente; grazie all'intervento del Micheletto, sopraggiunto con una colonna di rinforzi, i senesi stremati dalla battaglia si diedero precipitosamente alla fuga. La battaglia è nota anche per essere stata ricordata nel dipinto di Paolo Uccello[2].
Più tardi il Codignola fu al soldo di Renato d'Angiò-Valois[3] per difendere il Regno di Napoli dalle pretese degli Aragonesi da maggio 1435 ad aprile 1439.[3]
Nel 1440 fu di nuovo al servizio della Repubblica di Firenze[3] e in tale occasione sconfisse ad Anghiari Niccolò Piccinino, schierato dalla parte dei milanesi.[3] Nel 1441 stipulò una tregua con la Repubblica di Venezia e venne nominato Capitano Generale al posto del Gattamelata, a gennaio contrastò gli Aragonesi negli Abruzzi[2].
Micheletto Attendolo guidò l'armate della Serenissima alla conquista di Lecco nel 1447, venendo però sconfitto dai Milanesi.[3] Venne sollevato dal comando e confinato a Conegliano,[2] dove morì nel 1463.[3]
Archivio
[modifica | modifica wikitesto]Con l'archivio dell'operatore economico Iacopo Viviani è pervenuto anche quello della compagnia di ventura del suo antenato Michele Attendolo di Cotignola, costituito 55 unità comprendenti giornali delle paghe dei soldati, bollette delle ferme e libri di debitori e creditori dal 1424 al 1448[4]. Il fondo è conservato presso la Fraternita dei Laici di Arezzo[4][5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Condottieridiventura.it.
- ^ a b c d Michele Attendolo, conte di Cotignola, su SIUSA.
- ^ a b c d e f g h i j Micheletto Attendolo, su condottieridiventura.it. URL consultato il 19 maggio 2024.
- ^ a b Fondo Compagnie di ventura, su SIUSA.
- ^ Fraternita dei Laici di Arezzo, su fraternitadeilaici.it.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Riccardo Capasso, ATTENDOLO, Micheletto, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 4, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1962.
- Michele Attendolo, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Micheletto Attendolo, su condottieridiventura.it.