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Michele Attendolo: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Era figlio di Bartolo [[Attendolo]], fratello di [[Lorenzo Attendolo|Lorenzo]], padre di Perino, Raimondo e Pietro Antonio, cugino di [[Giacomo Attendolo|Muzio Attendolo Sforza]] e [[Francesco Sforza]] e genero di [[Niccolò Fortebraccio]]<ref name=condottieri>{{cita web|url=https://condottieridiventura.it/micheletto-attendolo/|titolo=Micheletto Attendolo|accesso=19 maggio 2024}}</ref> e Giacomo di Vico. Nel 1419 entrò al servizio dello [[Stato Pontificio]]<ref name=condottieri /> sotto [[Papa Martino V]].
Michele Attendolo, anche noto come Micheletto Attendolo o Micheletto da Cotignola (Cotignola, ca. 1370 - Pozzolo Formigaro, febbraio 1463), è stato un condottiero italiano del tardo Rinascimento. Fu signore di [[Acquapendente]], [[Potenza (Italia)|Potenza]], [[Alianello]], [[Castelfranco Veneto]], [[Pozzolo Formigaro]].<ref name=":0" />
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Nel 1431 fu al servizio della [[Repubblica di Firenze]]<ref name=condottieri /> e partecipò, come capitano generale delle truppe fiorentine, al fianco di [[Niccolò Mauruzi da Tolentino|Niccolò da Tolentino]]<ref name=condottieri /> alla [[Battaglia di San Romano (1432)|battaglia di San Romano]], storica battaglia tra fiorentini e senesi, questi ultimi alleati dei milanesi, del 1º giugno 1432. In quella occasione i senesi, guidati da [[Bernardino Ubaldini|Bernardino Ubaldini della Carda]], erano in netta superiorità, ma i fiorentini, comandati da Niccolò da Tolentino, dopo essersi spinti per una ricognizione presso la torre di [[San Romano in Garfagnana|San Romano]], nei pressi di [[Montopoli in Val d'Arno]], decisero di attaccarli improvvisamente; grazie all'intervento del Micheletto, sopraggiunto con una colonna di rinforzi, i senesi stremati dalla battaglia si diedero precipitosamente alla fuga. La battaglia è nota anche per essere stata ricordata nel [[Battaglia di San Romano|dipinto]] di [[Paolo Uccello]]<ref name = "SIUSA1"/>.


Più tardi il Codignola fu al soldo di [[Renato d'Angiò|Renato d'Angiò-Valois]]<ref name=condottieri /> per difendere il [[Regno di Napoli]] dalle pretese degli [[Corona d'Aragona|Aragonesi]] da maggio 1435 ad aprile 1439.<ref name=condottieri />
Figlio di Bartolo, fratello di Lorenzo, padre di Perino, zio di Olivo, suocero di Marco, cugino di [[Giacomo Attendolo|Muzio Attendolo Sforza]] e di [[Francesco Sforza]]; genero di [[Niccolò Fortebraccio]] e di Giacomo di Vico.
[[File:Peter Paul Ruben's copy of the lost Battle of Anghiari.jpg|thumb|[[Peter Paul Rubens]], ''Battaglia di Anghiari'', copia dell'[[Battaglia di Anghiari (Leonardo)|omonima opera]] di [[Leonardo da Vinci]]. Michele Attendolo è raffigurato in basso a sinistra]]
Nel 1440 fu di nuovo al servizio della Repubblica di Firenze<ref name=condottieri /> e in tale occasione sconfisse ad Anghiari [[Niccolò Piccinino]], schierato dalla parte dei milanesi.<ref name=condottieri /> Nel 1441 stipulò una tregua con la Repubblica di Venezia e venne nominato Capitano Generale al posto del [[Gattamelata]], a gennaio contrastò gli Aragonesi negli [[Abruzzi e Molise|Abruzzi]]<ref name = "SIUSA1"/>.


Micheletto Attendolo guidò l'armate della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] alla conquista di [[Lecco]] nel 1447, venendo però sconfitto dai Milanesi.<ref name=condottieri /> Venne sollevato dal comando e confinato a [[Conegliano]],<ref name = "SIUSA1"/> dove morì nel 1463.<ref name=condottieri />
Nel 1419 entra al servizio della Chiesa con [[Papa Martino V]]. Nel 1431 è al servizio della [[Repubblica di Firenze]] e partecipa, come capitano generale delle milizie fiorentine, al fianco di [[Niccolò Mauruzi da Tolentino|Niccolò da Tolentino]] alla battaglia di [[San Romano in Garfagnana|San Romano]], storica battaglia tra fiorentini e senesi, questi ultimi alleati ai milanesi, del 1º giugno 1432. In quella occasione i senesi, guidati da [[Bernardino Ubaldini|Bernardino Ubaldini della Carda]], erano in netta superiorità, ma i fiorentini, comandati da Niccolò da Tolentino, dopo essersi spinti per una ricognizione presso la torre di [[San Romano in Garfagnana|San Romano]], nei pressi di [[Montopoli in Val d'Arno]], decisero di attaccare improvvisamente; grazie all'intervento del Micheletto, sopraggiunto con una colonna di rinforzi, i senesi stremati dalla battaglia si diedero precipitosamente alla fuga. La battaglia è nota anche per essere stata ricordata nel dipinto di [[Paolo Uccello]].<ref name=":0" />

Più tardi il Codignola fu al soldo di [[Renato d'Angiò]] per difendere il [[regno di Napoli]] dalle pretese degli [[Corona d'Aragona|Aragonesi]] da maggio 1435 a aprile 1439.

Nel 1440 è di nuovo al servizio di [[Firenze]] e in tale occasione sconfigge [[Niccolò Piccinino]] al servizio dei milanesi ad Anghiari. Nel 1441 stipula una ferma con la Repubblica di Venezia e viene nominato Capitano Generale al posto del [[Gattamelata]], a gennaio contrasta gli aragonesi negli [[Abruzzo|Abruzzi.]]<ref name=":0" />

Micheletto Attendolo guidò l'armate della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]] alla conquista di [[Lecco]] nel 1447, finendo però sconfitto dai Milanesi. Venne rimosso dal comando e confinato a [[Conegliano]].<ref name=":0" />


== Archivio ==
== Archivio ==
Con l'archivio dell'operatore economico Iacopo Viviani è pervenuto anche quello della compagnia di ventura del suo antenato Michele Attendolo di Codignola, costituito 55 unità comprendenti giornali delle paghe dei soldati, bollette delle ferme e libri di debitori e creditori dal 1424 al 1448<ref name=":1">{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=143620|titolo=Fondo Compagnie di ventura|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=08/07/2018}}</ref>. Il fondo è conservato presso la Fraternita dei laici di Arezzo<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=http://fraternitadeilaici.it/|titolo=Fraternita dei Laici di Arezzo|accesso=09/07/2018}}</ref>
Con l'archivio dell'operatore economico Iacopo Viviani è pervenuto anche quello della compagnia di ventura del suo antenato Michele Attendolo di Cotignola, costituito 55 unità comprendenti giornali delle paghe dei soldati, bollette delle ferme e libri di debitori e creditori dal 1424 al 1448<ref name = "SIUSA2">{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=comparc&Chiave=143620|titolo=Fondo Compagnie di ventura|sito=SIUSA}}</ref>. Il fondo è conservato presso la Fraternita dei Laici di [[Arezzo]]<ref name = "SIUSA2"/><ref>{{Cita web|url=http://fraternitadeilaici.it/|titolo=Fraternita dei Laici di Arezzo}}</ref>.


== Note ==
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== Voci correlate ==
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* [[Sforza|Sforza (famiglia)]]
* [[Lorenzo Attendolo]]
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Michele Attendolo
Michele Attendolo ne L'intervento decisivo di Micheletto Attendolo, pannello della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, 1438, Museo del Louvre, Parigi
Conte di Cotignola
Stemma
Stemma
Altri titoliSignore di Acquapendente, Alianello, Castelfranco Veneto, Potenza e Pozzolo Formigaro
NascitaCotignola, 1370 circa
MortePozzolo Formigaro, febbraio 1463
DinastiaAttendolo
PadreBartolo Attendolo
Madre?
ConsorteIsabella ?[1]
FigliPerino
Raimondo
Pietro Antonio
Francesca
ReligioneCattolicesimo
Michele Attendolo
NascitaCotignola, 1370 circa
MortePozzolo Formigaro, febbraio 1463
Dati militari
Paese servito Stato Pontificio
Repubblica di Firenze
Regno di Napoli
Repubblica di Venezia (bandiera) Repubblica di Venezia
Forza armataMercenari
Anni di servizio66 (1388-1454)
GradoCapitano di ventura
ComandantiAlberto V d'Este
Alberico da Barbiano
GuerreGuerra dell'Aquila
Guerre di Lombardia
Battaglie
Altre caricheNobile
voci di militari presenti su Wikipedia

Michele Attendolo, noto anche come Micheletto Attendolo o Micheletto da Cotignola (Cotignola, 1370 circa – Pozzolo Formigaro, febbraio 1463), è stato un condottiero italiano, conte di Cotignola e signore di Acquapendente, Alianello, Castelfranco Veneto, Potenza e Pozzolo Formigaro[1][2].

Era figlio di Bartolo Attendolo, fratello di Lorenzo, padre di Perino, Raimondo e Pietro Antonio, cugino di Muzio Attendolo Sforza e Francesco Sforza e genero di Niccolò Fortebraccio[3] e Giacomo di Vico. Nel 1419 entrò al servizio dello Stato Pontificio[3] sotto Papa Martino V.

L'intervento decisivo di Micheletto Attendolo, pannello della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, 1438, Museo del Louvre, Parigi

Nel 1431 fu al servizio della Repubblica di Firenze[3] e partecipò, come capitano generale delle truppe fiorentine, al fianco di Niccolò da Tolentino[3] alla battaglia di San Romano, storica battaglia tra fiorentini e senesi, questi ultimi alleati dei milanesi, del 1º giugno 1432. In quella occasione i senesi, guidati da Bernardino Ubaldini della Carda, erano in netta superiorità, ma i fiorentini, comandati da Niccolò da Tolentino, dopo essersi spinti per una ricognizione presso la torre di San Romano, nei pressi di Montopoli in Val d'Arno, decisero di attaccarli improvvisamente; grazie all'intervento del Micheletto, sopraggiunto con una colonna di rinforzi, i senesi stremati dalla battaglia si diedero precipitosamente alla fuga. La battaglia è nota anche per essere stata ricordata nel dipinto di Paolo Uccello[2].

Più tardi il Codignola fu al soldo di Renato d'Angiò-Valois[3] per difendere il Regno di Napoli dalle pretese degli Aragonesi da maggio 1435 ad aprile 1439.[3]

Peter Paul Rubens, Battaglia di Anghiari, copia dell'omonima opera di Leonardo da Vinci. Michele Attendolo è raffigurato in basso a sinistra

Nel 1440 fu di nuovo al servizio della Repubblica di Firenze[3] e in tale occasione sconfisse ad Anghiari Niccolò Piccinino, schierato dalla parte dei milanesi.[3] Nel 1441 stipulò una tregua con la Repubblica di Venezia e venne nominato Capitano Generale al posto del Gattamelata, a gennaio contrastò gli Aragonesi negli Abruzzi[2].

Micheletto Attendolo guidò l'armate della Serenissima alla conquista di Lecco nel 1447, venendo però sconfitto dai Milanesi.[3] Venne sollevato dal comando e confinato a Conegliano,[2] dove morì nel 1463.[3]

Con l'archivio dell'operatore economico Iacopo Viviani è pervenuto anche quello della compagnia di ventura del suo antenato Michele Attendolo di Cotignola, costituito 55 unità comprendenti giornali delle paghe dei soldati, bollette delle ferme e libri di debitori e creditori dal 1424 al 1448[4]. Il fondo è conservato presso la Fraternita dei Laici di Arezzo[4][5].

  1. ^ a b Condottieridiventura.it.
  2. ^ a b c d Michele Attendolo, conte di Cotignola, su SIUSA.
  3. ^ a b c d e f g h i j Micheletto Attendolo, su condottieridiventura.it. URL consultato il 19 maggio 2024.
  4. ^ a b Fondo Compagnie di ventura, su SIUSA.
  5. ^ Fraternita dei Laici di Arezzo, su fraternitadeilaici.it.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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