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Lequile: differenze tra le versioni

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Versione delle 11:51, 10 apr 2010

Template:Comune Lequile è un comune italiano di 8.545 abitanti[1] della provincia di Lecce in Puglia. Situato nel Salento a 7 km dal capoluogo, comprende anche la frazione di Dragoni, anche se, con lo sviluppo urbanistico, i due paesi costituiscono oggi un unico centro abitato.

Geografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Puglia.

La cittadina di Lequile si estende lungo la vecchia via provinciale che collegava Lecce con Gallipoli.

Il territorio del comune nella provincia di Lecce
Valle della Cupa

Il territorio comunale, la cui estensione supera i 36 km², è caratterizzato da una morfologia prevalentemente pianeggiante; l'altitudine raggiunge l'altezza massima di 69 m s.l.m.. Ricade nella Valle della Cupa, ossia in quella porzione di pianura, intorno al capoluogo leccese, caratterizzata da una grande depressione carsica. Il territorio lequilese ospita numerose masserie, oggi prevalentemente disabitate, tra cui si segnala la masseria Tramacere nei pressi dell'aeroporto militare della confinante Galatina, aerodromo le cui piste sono situate nel territorio del comune di Lequile.
Confina a nord con i comuni di Monteroni di Lecce e Lecce, a est con i comuni di San Cesario di Lecce e San Donato di Lecce, a sud con i comuni di Soleto e Galatina, a ovest con i comuni di Copertino e San Pietro in Lama. Dista circa 7 km dal centro del capoluogo.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Lecce Galatina.

La stazione meteorologica di riferimento è quella di Lecce Galatina. Il clima della zona è tipicamente mediterraneo, con estati calde, umide e siccitose, e con inverni non troppo freddi e ventilati. Non mancano comunque punte continentali soprattutto nei mesi invernali di gennaio e febbraio con frequenti episodi di freddo intenso e gelate notturne. Le piovosità si concentra prevalentemente nel periodo autunnale e invernale e si attesta intorno ai 639 millimetri annui. Rare sono le precipitazioni nevose.

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temperature max (°C) 12 13 15 18 25 39 42 35 27 22 17 14 21
Temperature min (°C) -2 2 7 10 14 18 21 21 18 14 10 1 11
Precipitazioni (mm) 41 42 42 26 22 15 11 14 26 59 53 58 639

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Salento e Storia della Puglia.

Le origini cittadine sono fatte risalire per tradizione all'epoca romana, quando si stabilì nella zona il centurione Leculo, il quale eresse una villa da cui sorse poi un villaggio. Studi più attendibili tendono invece a fare risalire le origini del Comune ad un insediamento di centurioni romani: dal simbolo dei legionari sarebbe derivato il nome del paese, a seguito della caduta della vocale "a" (da "Le aquile" a "Lequile").

Il centro fece parte, dal secolo XI sino al 1463, della Contea di Lecce e del Principato di Taranto. Nel 1291 ne fu signore Ugo di Brienne; nei secoli XIV e XV appartenne ai Bonomine, ai De Marco, ai Sambiase, ai Santabarbara e ai Marescallo. Nel 1433 Maria d'Enghien, contessa di Lecce, principessa di Taranto e regina di Napoli, lo concesse in feudo al barone Guarino di San Cesario, alla cui famiglia appartenne fino al 1531. Successivamente dal Doria, divenutone signore nel 1554, venne ceduto al Pansa; da questi alla nipote della famiglia dell'Anna, e quindi al Graffoglietti, ai Venato, agli Imparato, ed infine ai principi Saluzzo che ne serbarono il possesso dal 1690 al 1806, data di abolizione della feudalità.

Simboli

Descrizione dello stemma:

«Lo stemma del comune di Lequile raffigura l'emblema del casato di Leculo: ovvero l'immagine dell'aquila imperiale, che rievoca la sua antica origine romana.»

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa Madre

Chiesa Madre
Chiesa del convento dei Francescani
Chiesa di San Nicola
Chiesa di San Vito
Guglia di San Vito
Menhir Aia della Corte

La Chiesa Matrice, dedicata a Maria SS. Assunta, fu ricostruita nel 1746 sull'area della precedente, probabilmente su disegni di Mauro Manieri.

Si presenta con il prospetto incompleto, privo del fastigio finale. La facciata, divisa in due ordini da una cornice marcapiano, è percorsa nell'ordine inferiore da sei lesene terminanti con capitelli finemente scolpiti, che racchiudono quattro nicchie conchigliate nei catini. Nell'ordine superiore altre quattro lesene prive di capitelli racchiudono due nicchie vuote e il finestrone centrale decorato con una ricca cornice.
L'interno, a croce latina, presenta sei cappelle ospitanti altari riccamente decorati, due dei quali attribuiti a Mauro Manieri, con pregevoli tele, tra cui si distingue quella della Vergine Immacolata con i SS. Francesco d'Assisisi e Caterina da Siena, riconducibile alla mano del pittore gallipolino Gian Domenico Catalano. Nella navata sono collocati gli altari delle Anime del Purgatorio, dell'Immacolata e della Vergine del Rosario, a sinistra, del Cuore di Gesù, del Presepe e di Sant'Oronzo, a destra. Il transetto ospita poi altri due altari, dedicati all'Addolorata e al patrono San Vito Martire. Nella zona absidale vi è la statua l'ignea dell'Assunta, opera dello scultore locale Oronzo Rossi.
La chiesa è sormontata da una cupola la cui superficie interna è decorata con motivi geometrici realizzati nel XX secolo. La lanterna superiore all'esterno è fiancheggiata da un alto campanile di cinque piani, sormontato da una cupoletta piramidale e fu portato a termine nel 1896 dall'architetto Russo di San Cesario di Lecce: l'ordine basamentale ed il primo piano sono riferibili al XVIII secolo e a disegni di Mauro ed Emanuele Manieri.

Chiesa e Convento dei Francescani

Il Convento dei Francescani, tipico convento della riforma francescana, fu costruito tra il 1613 e il 1619 da maestranze locali. La chiesa, seicentesca, presenta una facciata molto lineare, con portale sormontato da un timpano triangolare, in asse con il finestrone centrale. L'interno, a navata unica rettangolare, ospita otto cappelle contenenti gli altari della Madonna del Carmine, di Sant'Antonio da Padova, del Sacro Cuore di Gesù, dell'Immacolata, dei Santi Medici e di Sant'Elisabetta e le nicchie, nelle prima cappella di destra e di sinistra, di San Francesco d'Assisi e di Sant'Egidio Maria da Taranto. Pregevole è l'altare maggiore arricchito da un tabernacolo ligneo.

  • Chiostro

Ospita un pozzzo centrale, mentre sulle pareti, undici affreschi datati 1692, rappresentano la Via Crucis.

  • Refettorio

È stato realizzato dai legnanioli riformati (per quanto concerne la parte lignea), tra il 1692 ed il 1695, mentre sconosciuta rimane l'identità dei frescanti delle scene dipinte sugli schienali e quelle degli affreschi sulle pareti, rappresentanti il Capitolo delle Stuoie e L'incontro di San Francesco e San Domenico sulla parete dell'ingresso e La cena del Signore sulla parete frontale.

  • Biblioteca

La biblioteca, intitolata a San Francesco, rientra nel circuito delle "Biblioteche di Terra d'Otranto". Fu costruita nel 1695 e conserva un fondo antico di 2093 volumi, tra cui cinquecentine cinquecentine, seicentine e settecentine di vari tipografi veneziani, romani, napoletani, francesi, etc...

Chiesa di San Nicola

La Chiesa di San Nicola o del Redentore, è databile alla fine del XVII secolo e fu opera, molto probabilmente dell'architetto Salvatore Miccoli.
L'edificio si presenta con una facciata arricchita da pronao con fronte a lesene binate, terminanti con capitelli corinzi. Il fornice a tutto sesto è sormontato da un timpano semicircolare, raccordato al corpo inferiore tramite volute. Il corpo principale è diviso da lesene lisce e termina con balaustra a colonnine e pilastri.

La cupola, con rivestimento a palmette ceramicate restaurato tre il 1983 e il 1984, è sostenuta da un alto tamburo con finestra a sesto ribassato, raccordato con volute e sormontato da balaustra.

L'interno, a croce greca, ospita l'altare maggiore, databile prima metà del '700, con quattro colonne poggianti su alti plinti e altre due colonnine corinzie tortili, anch'esse riccamente decorate. Al centro dell'altare, si trova un affresco del 1692 dedicato al Crocifisso.

Chiesa di San Vito

La Chiesa di San Vito, dedicata al santo martire nonché patrono della cittadina, è una costruzione barocca edificata tra il 1661 ed il 1670 su progetto di Salvatore Miccoli.
Presenta un elegante prospetto diviso in due ordini da una cornice aggettante. Nell'ordine inferiore uno zoccolo funge da base per quattro lesene terminanti con capitelli corinzi legati fra loro da ghirlande di frutta. Due nicchie vuote fiancheggiano il portale centrale, il cui timpano triangolare è sormontato dalla statuetta di San Vito. In quello superiore quattro pilastri racchiudono due nicchie ospitanti le statue di San Pietro, con in mano le chiavi del paradiso, e di San Paolo, con in mano la spada. Al centro il finestrone con eleganti cornici sagomate, al di sopra del quale è posto il cartiglio con la dedica del popolo lequilese al suo patrono: D.O.M. DIVO PATRONO LEQUILENSIUM PIETAS AUGUSTIUS INSTAURAVIT A.D.1670. Il prospetto termina con un frontone semicircolare e con una balaustra che delimita tutta la terrazza.
Interessanti sono l'imponente cupola ricoperta da ceramiche finemente colorate e nove grandi tele che raffigurano storie di Santi.

Chiesa di Santa Maria della Consolazione

La Chiesa di Santa Maria della Consolazione, conosciuta anche sotto il titolo di Santa Susanna, fu edificata nel 1601 come si evince da un'epigrafe interna. In stile barocco, anche se non sfarzoso, è caratterizzata da un portale posto in asse con il finestrone e da alte lesene che scandiscono la facciata in tre parti. Arricchiscono il prospetto due nicchie e la statua della Vergine posta in cima su un capitello ionico.

Guglia di San Vito

La Guglia di San Vito, situata nella piazza principale, è sormontata da una statua del santo, scolpita in pietra leccese nel 1694 dal sindaco dell'epoca Oronzo Rossi, sul modello del barocco napoletano. Ha pianta rettangolare.

Architetture civili

  • Il Palazzo dei Saluzzo si presenta con ampie finestre e vasto loggiato. Notevole per i suoi vasti ambienti e per le numerose sale che lo compongono, l'attuale edificio venne probabilmente ampliato nella prima metà del XVII secolo, con oratorio nel piano superiore e una magnifica biblioteca privata. Al piano terra è annessa una cappella dedicata a San Giorgio.
  • Palazzo Caiaffa è un edificio bipiano con una bellissima balconata, a colonnine, che corre lungo tutta la facciata, prolungandosi anche su un ampio terrazzo. La stessa balconata è sostenuta da numerosi mensolini antropomorfi e con decorazioni vegetali.

Architetture militari

  • Il Castello dei d'Enghien, situato nella piazza principale e già proprietà dei principi Ruffo, risale al XIV secolo e fu edificato dalla famiglia Orsini Del Balzo.

Menhir

Nel Comune è presente un menhir denominato "Aia della corte". Scoperto nel 1922, esso è un parallelepipedo (45 x 35 cm)collocato sul banco di roccio di un'aiuola in uno slargo alla fine della via Vecchia San Nicola, alle spalle dell'omonima chiesa. Il Palumbo che ne effettuò per primo i rilievi lo descrive in pietra leccese e con profonde incisioni, tutt'oggi visibili prevalentemente sulle facce a S e ad E. Le tre facce a N, W e E presentano delle croci graffite. L'altezza complessiva è di 285 cm e a 170 cm da terra il menhir presenta, per pochi centimetri, una riduzione di sezione a 30 cm.

Non è chiaro l'uso e la destinazione di questi monumenti, che, sin dai tempi antichi, nel Salento, hanno avuto funzioni rituali. Recenti studi hanno dimostrato come queste "Pietre Fitte", sia per la forma, per la posizione e per l'orientamento, potrebbero essere cippi per delimitare le centuriazioni romane.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[3]

Etnie e minoranze straniere

Al 31 dicembre 2008 a Lequile risultano residenti 200 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono: [4]

File:Salentino.jpg
Diffusione del dialetto Salentino

Dialetto

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto salentino.

Il dialetto parlato a Lequile è il dialetto salentino nella sua variante centrale che corrisponde al dialetto leccese. Il dialetto salentino si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori che si sono susseguite nei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi, spagnoli.

Cultura

Personalità legate a Lequile

  • Silvestro da Lequile e Salvatore Miccoli, architetti entrambi attivi nel XVII secolo.
  • Angelino Andrioli, di nobile famiglia, fondatore del clero lequilese.
  • Nino Rollo, scultore (Lequile 1942 - Parigi 1992)

Eventi e manifestazioni

  • Festa e fiera di San Vito martire - IV domenica di Giugno
  • Festa Madonna della Consolazione - II decade di Settembre
  • Sagra della Fucazza (focaccia) - II decade di Settembre
  • Festa di San Francesco - 4 Ottobre
  • Lequile d'estate (Teatro dialettale; Danza; Musica; Cinema) - da Luglio a Settembre

Economia

Lo stesso argomento in dettaglio: Economia della Puglia.

L'economia del paese, in passato esclusivamente agricola (ortaggi, tabacco e olive), è basata sul commercio, sull'artigianato, sulla piccola e media impresa e, da qualche anno, anche sul turismo culturale.

Infrastrutture e trasporti

Strade

I collegamenti stradali principali sono rappresentati da:

Il centro è anche raggiungibile dalle strade provinciali interne SP11 Lequile-San Pietro in Lama-Monteroni di Lecce, SP10 Lequile-San Cesario di Lecce-Cavallino.

Ferrovie

La stazione ferroviaria più vicina è quella di San Cesario di Lecce posta sulla linea Lecce-Gallipoli delle Ferrovie del Sud Est. La stazione di Lecce è situata a circa 6 km.

Aeroporti

Gli aeroporti civili più vicini sono:

Amministrazione

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Galleria fotografica

Note

Bibliografia

  • (AA.VV.): Salento. Architetture antiche e siti archeologici - Edizioni del Grifo, 2008
  • Foscarini Amilcare Lequile. Pagine sparse di storia cittadina - Congedo Editore, 1976

Voci correlate

Altri progetti

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