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Husayn III d'Algeri: differenze tra le versioni

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Versione delle 10:14, 27 apr 2016

Husayn III d'Algeri nel 1830

Al-Husayn III ibn al-Husayn (arabo حسين داي, anche Hussein Dey; Smirne 1765Alessandria d'Egitto, 1838) è stato l'ultimo governatore ottomano (Dey) di Algeri, dal 1806 al 1830, anno della conquista francese della città. Da lui prendono il nome un distretto ed una città della Provincia di Algeri.

Biografia

L' "Incidente del Vetanglio".
Il bombardamento navale di Algeri del luglio 1830

Nato nel 1765, Husayn venne nominato dey di Algeri il 1° marzo 1818, succedendo nella carica a Ali V ben Ahmed.
Avviò inizialmente una politica di conciliazione con gli europei, liberando alcuni ostaggi e garantendo la libertà di culto agli ebrei[1]. Non potè però esimersi dall'appoggiare l'Impero ottomano nella contesa con gli occidentali e così, nel 1827, inviò la sua flotta in soccorso alla marina ottomana nello scontro con la marina britannica, la marina francese e la marina russa. Le navi barbaresche, come il resto della flotta turca, vennero spazzate vie nella battaglia di Navarino.

L' "Incidente del Vetanglio"

Privo di difese marittime, Husayn commise l'errore di provocare la Francia, chiedendo il saldo di un debito contratto nel 1799 per acquisti di rifornimenti per le truppe della napoleonica campagna d'Egitto. Il debito in questione riguardava l'acquisto non saldato di grano da due mercanti ebrei, tali Bacri Boushnak, che, a distanza di anni, indicavano questa perdita come cagione della loro impossibilità di pagare alcuni debiti da loro contratti con il dey stesso. Il console francese, Pierre Deval, rifiutò di dare una risposta soddisfacente ad Husay che arrivò anche a sospettare l'esistenza di un complotto, coinvolgente Deval ed i due mercanti ebrei, quando il nipote di Deval, Alexander, console francese ad Annaba, avviò una parallela campagna di fortificazione militare gallicana presso ad Annaba e El Kala[2]. il 29 aprile 1827, durante un ulteriore colloquio, il dey, in un impeto di rabbia, colpì Deval con il suo ventaglio. Carlo X di Francia, desideroso di aumentare il suo prestigio e la sua popolarità con manovre politico-militari "patriottiche", usò questo come pretesto per avviare un blocco contro il porto di Algeri. Il blocco durò tre anni fino a quando la Francia, nel 1829, inviò un ambasciatore al dey con una proposta per i negoziati, questi rispose con il fuoco dei cannoni diretto verso una delle navi del blocco. La Francia quindi stabilì che era necessaria un'azione più energica[3].

L'invasione francese

Lo stesso argomento in dettaglio: Invasione di Algeri (1830).

Nel maggio del 1830 l'esercito francese partì da Tolone alla volta dell'Algeria, dove il 14 giugno sbarcò la forza di terra agli ordini di Bourmont a circa 25 chilometri ad ovest da Algeri. Mentre l'esercito incontrava una minima resistenza da parte degli algerini, la flotta navale francese sotto il comando dell'ammiraglio Guy-Victor Duperré attaccò Algeri via mare la città, dando il via a quella che si sarebbe trasformata nell'invasione di Algeri. I francesi entrarono in Algeri il 5 luglio e dopo soli due giorni la città capitolò definitivamente.

L'esilio

Il 15 luglio, Husay, accompagnato dalla famiglia, dal suo seguito e dal suo harem, salì a bordo del bastimento francese "Giovanna d'Arco" e fece rotta per Napoli. Vistasi negata la possibilità di riparare in Francia, molto probabilmente per evitare le ire del sultano ottomano, sostò in Italia per tre anni salvo poi portarsi ad Alessandria d'Egitto ove morì nel 1838.

Note

  1. ^ Fleury, Georges. Comment l'Algérie devint française (1830-1848)
  2. ^ Abun-Nasr, Jamil (1985), A history of the Maghrib in the Islamic period, Cambridge University Press, ISBN 978-0-521-33767-0, p. 249
  3. ^ Abun-Nasr, p. 250.

Bibliografia

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