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Michele Attendolo: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==

Versione delle 08:55, 17 ago 2018

L'intervento decisivo di Micheletto Attendolo, pannello della Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, Museo del Louvre (Parigi)
Stemma degli Attendolo, da Pompeo Litta, Famiglie celebri italiane.

Michele Attendolo, noto anche come Micheletto Attendolo o Micheletto da Cotignola (Cotignola, 1370 circa – Pozzolo Formigaro, febbraio 1463), è stato un condottiero italiano.[1] Fu conte di Cotignola.

Biografia

Michele Attendolo, anche noto come Micheletto Attendolo o Micheletto da Cotignola (Cotignola, ca. 1370 - Pozzolo Formigaro, febbraio 1463), è stato un condottiero italiano del tardo Rinascimento. Fu signore di Acquapendente, Potenza, Alianello, Castelfranco Veneto, Pozzolo Formigaro.[1]

Figlio di Bartolo, fratello di Lorenzo, padre di Perino, zio di Olivo, suocero di Marco, cugino di Muzio Attendolo Sforza e di Francesco Sforza; genero di Niccolò Fortebraccio e di Giacomo di Vico.

Nel 1419 entra al servizio della Chiesa con Papa Martino V. Nel 1431 è al servizio della Repubblica di Firenze e partecipa, come capitano generale delle milizie fiorentine, al fianco di Niccolò da Tolentino alla battaglia di San Romano, storica battaglia tra fiorentini e senesi, questi ultimi alleati ai milanesi, del 1º giugno 1432. In quella occasione i senesi, guidati da Bernardino Ubaldini della Carda, erano in netta superiorità, ma i fiorentini, comandati da Niccolò da Tolentino, dopo essersi spinti per una ricognizione presso la torre di San Romano, nei pressi di Montopoli in Val d'Arno, decisero di attaccare improvvisamente; grazie all'intervento del Micheletto, sopraggiunto con una colonna di rinforzi, i senesi stremati dalla battaglia si diedero precipitosamente alla fuga. La battaglia è nota anche per essere stata ricordata nel dipinto di Paolo Uccello.[1]

Più tardi il Codignola fu al soldo di Renato d'Angiò per difendere il regno di Napoli dalle pretese degli Aragonesi da maggio 1435 a aprile 1439.

Nel 1440 è di nuovo al servizio di Firenze e in tale occasione sconfigge Niccolò Piccinino al servizio dei milanesi ad Anghiari. Nel 1441 stipula una ferma con la Repubblica di Venezia e viene nominato Capitano Generale al posto del Gattamelata, a gennaio contrasta gli aragonesi negli Abruzzi.[1]

Micheletto Attendolo guidò l'armate della Serenissima alla conquista di Lecco nel 1447, finendo però sconfitto dai Milanesi. Venne rimosso dal comando e confinato a Conegliano.[1]

Archivio

Con l'archivio dell'operatore economico Iacopo Viviani è pervenuto anche quello della compagnia di ventura del suo antenato Michele Attendolo di Codignola, costituito 55 unità comprendenti giornali delle paghe dei soldati, bollette delle ferme e libri di debitori e creditori dal 1424 al 1448[2]. Il fondo è conservato presso la Fraternita dei laici di Arezzo[2][3]

Note

  1. ^ a b c d e Attendolo conte di Cotignola Michele, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 09/07/2018.
  2. ^ a b Fondo Compagnie di ventura, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato l'08/07/2018.
  3. ^ Fraternita dei Laici di Arezzo, su fraternitadeilaici.it. URL consultato il 09/07/2018.

Voci correlate

Collegamenti esterni