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Divo

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In senso proprio, divo (o al femminile diva) è un aggettivo corrispondente a "divino": ad esempio: Cantami o diva ("cantami o [Musa] divina")... (...) il divo Achille ("Achille di stirpe divina"): Iliade, trad. Monti, I.1, I.9.

In senso figurato oggi il termine divo o una diva è impiegato per indicare una personalità famosa, del mondo dello spettacolo particolarmente, che si distingue nel suo campo ed è molto amata.

Il termine si riferisce al fatto che tali personaggi sono tanto amati che, in determinati contesti, sono considerati come delle divinità, pur con le dovute proporzioni. Se un tempo veniva usato con una certa parsimonia, solo nel caso di personalità particolarmente di spicco, oggi tende ad essere un corrispettivo del termine inglese "star". Ad esempio, divi del cinema sono Sean Connery, Tom Cruise, Nicole Kidman, Brad Pitt, Julia Roberts o George Clooney per il panorama internazionale, e Sophia Loren, Totò, Marcello Mastroianni o Gina Lollobrigida.

L'uso di attribuire iperbolicamente l'epiteto di "divino" a qualche personaggio molto popolare, soprattutto nel mondo dello spettacolo o dello sport, è già piuttosto antico. Dalle "primedonne" del teatro e del melodramma è in seguito passato ad attori cinematografici e peronaggi dello sport.

Già nel secolo XIX, a proposito della popolarissima attrice Adelaide Ristori (1822-1906) si ricorda che "fu chiamata 'La Divina' prima della Callas"[1]. E successivamente, Eleonora Duse (1858-1924), verrà ufficialmente insignita di tale epiteto ad opera del vate Gabriele d'Annunzio[2]. Oggigiorno in Italia "la divina" suscita soprattutto il ricordo di Maria Callas (1923-1977). Un altro soprano acclamato con questo titolo è Leyla Gencer (1924-2008), la Diva turca.

Nell'ambito del cinema, "la divina" è in particolare l'epiteto di Greta Garbo (1905-1990), derivatole anche dalla sua interpretazione, nel 1928, del film "La divina" (The Divine Woman) di Victor Sjöström. In ambito sportivo, è ricordata come "divina" la tennista francese Suzanne Lenglen (1899-1938), che si segnalò per il suo talento unito alla grazia dei suoi movimenti.

Il termine italiano "diva" (al femminile soltanto) è oggi internazionale: esso è passato anche in inglese, francese, tedesco, ecc. per designare soprattutto virtuose di canto lirico ma anche donne di particolare distinzione e/o primedonne capricciose.

Bibliografia

  • AA.VV., Divina Eleonora: Eleonora Duse nella vita e nell'arte, Venezia, Marsilio, 2001 - ISBN 88-317-7836-6
  • Maria Grazia Bevilacqua, Greta Garbo : un viaggio alla ricerca della Divina, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2003 - ISBN 88-849-0415-3
  • Gianni Clerici, Divina. Suzanne Lenglen, la più grande tennista del xx secolo, Milano, Corbaccio, 2002 - ISBN 88-797-2504-1

Note

  1. ^ Mirella Golinelli, "Una ferrarese nel mondo: Adelaide Ristori a 100 anni dalla morte", La pianura n° 3 (2006), p. 69
  2. ^ Giugno 1892 è la data che D'Annunzio scrive, assieme alla dedica (Alla divina Eleonora Duse), su di un esemplare delle sue Elegie romane.