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Cristoforo Solari

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Cristoforo Solari detto il Gobbo (Milano, 1468maggio 1524) è stato uno scultore e architetto italiano.

Cenotafio di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este (Certosa di Pavia)

Figlio di Bartolomeo (Bertola), mastro muratore e carpentiere, della prolifica famiglia dei Solari di Carona[1] (cui appartenne il celebre architetto Guiniforte Solari, ingegnere ducale negli anni di Francesco Sforza e Galeazzo Maria Sforza), fratello di Andrea Solario e di Pietro, ricevette i primi rudimenti dell'arte dal fratello Alberto, architetto.

Ludovico e Beatrice

Tornato nel 1495 a Milano dopo un breve soggiorno veneziano in compagnia del fratello Andrea (nel 1489 vi eseguì le statue dell'altare Dragan nella Chiesa di Santa Maria della Carità, oggi disperse), nel 1497 circa ricevette la commissione per la sua opera più celebre, il cenotafio di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este, oggi collocato nel transetto sinistro della Certosa di Pavia ma commissionato per la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Il sepolcro è vuoto in quanto Ludovico morì prigioniero di Luigi XII a Loches mentre la moglie, premortagli, è sepolta alle Grazie. Per l'estrema raffinatezza e morbidezza del modellato, il monumento è stato visto come la trasposizione in scultura degli stilemi pittorici di Leonardo.

Museo del duomo
Adamo con il piccolo Abele, Lazzaro, Sant'Elena con la croce, Museo del duomo di Milano

Risalgono a questi anni le prime commissioni architettoniche, come l'incarico di coadiutore di Giovanni Antonio Amadeo alla Certosa di Pavia. Sul cantiere della Fabbrica del Duomo di Milano a partire dal 1502 gli venne affiancato come aiuto l'architetto Gerolamo Della Porta che poi nel 1512 come ingegnere sarà da supporto anche all'Amadeo. Come architetto fu particolarmente influenzato dallo stile di Bramante, come testimonia il disegno della facciata della chiesa dedicata a Giovanni Fogliani di Castelnuovo, frazione di Alseno, il solenne impianto del monastero di San Pietro al Po presso Cremona e l'atrio porticato della Chiesa di Santa Maria presso San Celso a Milano.

Oltre che dalle opere milanesi del Bramante, potrebbe essere stato influenzato da quanto si stava realizzando a Roma nel primo decennio del secolo XVI. Infatti sono stati ipotizzati due viaggi tra il 1499 e il 1500 e tra il 1513 e il 1514, nella città, in cui si erano stabiliti i fratelli Alberto e Pietro.[2]

  1. ^ Carona, in Dizionario storico della Svizzera.
  2. ^ Schofield, Cristoforo Solari, 1996.
  • Giovanni Agosti, La fama di Cristoforo Solari, in "Prospettiva", 46.1986, 57-65.
  • Christoph Luitpold Frommel, Il progetto del Louvre per la Chiesa dei Fogliani e l'architettura di Cristoforo Solari, in Quaderno di studi sull'arte lombarda dai Visconti agli Sforza: per gli 80 anni di Gian Alberto Dell'Acqua, Milano 1990, 52-63.
  • Richard Schofield, Cristoforo Solari, in "The Dictionary of Arts", 1996.
  • Stefano Della Torre, Tiziano Mannoni, Valeria Pracchi (a cura di) Magistri d'Europa. Eventi, relazioni, strutture della migrazione di artisti e costruttori dei laghi lombardi. Atti del convegno (Como, 23-26 ottobre 1996), NodoLibri, Como 1997, 217.
  • Susanna Zanuso, Cristoforo Solari tra Milano e Venezia, in "Nuovi studi", 5.2000 (2001) n. 8, 17-33.
  • Sergio Alcamo, Riflessioni sulla Eva del monumento funebre Vendramin. Curiosi intrecci artistici e una riproposta per Cristoforo Solari, in "Studi Veneziani", LXXV (2017), pp. 35-63.
  • Sergio Alcamo, Un'aggiunta al catalogo di Cristoforo Solari: la terracotta con Il Sangue del Redentore del Victoria and Albert Museum di Londra, in "Studi Veneziani", LXXVIII (2018), pp. 303-327.
  • Sergio Alcamo, Le xilografie del De mulieribus claris di Boccaccio (Venezia 1506) e le inedite desunzioni da Cristoforo Solari, Tullio e Antonio Lombardo, in "Studi Veneziani", LXXXV (2022), pp. 389-411.

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