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Stati vassalli e tributari dell'Impero ottomano

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Con il termine di Stato vassallo dell'Impero ottomano si indicano una serie di stati tributari o vassalli, solitamente posti alla periferia dell'Impero ottomano sotto la sovranità della Sublime porta ma non direttamente controllati per diverse ragioni politiche o storiche.[1]

Molti di questi stati servivano come stato cuscinetto tra i domini ottomani islamici e l'Europa cristiana o le popolazioni asiatiche. Il loro numero variava a seconda delle epoche ma i più importanti furono senz'altro il Khanato di Crimea, la Valacchia, la Moldavia e la Transilvania. Altri stati come Bulgaria, il Regno d'Ungheria, il Despotato di Serbia e la Bosnia erano vassalli prima di essere direttamente assorbiti nell'Impero. Altri invece avevano un valore prettamente commerciale come l'Imerezia, la Mingrelia, Chio, il Ducato di Naxos e la Repubblica di Ragusa (Dubrovnik). Aree con città sante e aree tributarie veneziane erano Cipro e Zacinto che vennero poi interamente incorporate nei confini dell'Impero. Infine altre piccole aree come il Montenegro/Zeta ed il Monte Libano non meritavano lo sforzo di una conquista e non vennero mai subordinate completamente al centro. Il Principato di Serbia divenne tributario nel 1817 dopo essere stato già tributario sino al XV secolo quando venne annesso all'Impero.

  • Molti stati avevano il sistema dell'eyalet, ovvero aree a cui veniva concesso di eleggere il loro governante sotto la sovranità del sultano turco (ad esempio Albania, Epiro e Morea) o erano di fatto eyalet indipendenti come Algeri, Tunisi, la Tripolitania e poi il Khedivato d'Egitto.
  • Altri stati come la Moldavia, la Valacchia e la Transilvania che pagavano tributi agli ottomani avevano pieno diritto di nominare o deporre i loro governanti, godevano del diritto di avere eserciti locali ed avevano il pieno controllo della loro politica estera.
  • Altri stati come la Repubblica di Ragusa pagavano il tributo per l'intero del loro territorio e riconoscevano la sovranità ottomana.
  • Altri stati come lo Sceriffato della Mecca riconoscevano la sovranità ottomana ma erano immediatamente dipendenti dal sultano.

Vi erano anche vassalli secondari come l'Orda Nogai ed i Circassi che erano (almeno nominalmente) vassalli dei khan di Crimea, o alcuni popoli berberi ed arabi che pagavano tributi ai beylerbeyis nordafricani, che erano a loro volta vassalli degli ottomani.

Altri stati pagavano tributi per il possesso dei loro legami con l'Impero ottomano ma non erano in possesso diretto degli ottomani come ad esempio gli Asburgo per la parte del Regno d'Ungheria o la Repubblica di Venezia per Zacinto.

Altri tributi da potenze straniere includevano esempi come il "denaro di protezione" talvolta chiamato "tassa dell'orda" (simile al Danegeld) pagato dalla Russia e dalla Confederazione polacco-lituana. Esso veniva solitamente pagato ai khan di Crimea piuttosto che al sultano ottomano direttamente.

Mappa che illustra alcuni stati vassalli dell'Impero ottomano nel 1683
  1. ^ In Africa si tendeva a parlare di Stati barbareschi: http://www.treccani.it/enciclopedia/stati-barbareschi/
  2. ^ a b An Historical Geography of the Ottoman Empire: From Earliest Times to the ... - Donald Edgar Pitcher - Google Libri
  3. ^ Constantinople 1453: the end of Byzantium p.10
  4. ^ The Tatar Khanate of Crimea, su allempires.com, All Empires. URL consultato il 9 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2016).
  5. ^ Palabiyik, Hamit, Turkish Public Administration: From Tradition to the Modern Age, (Ankara, 2008), 84.
  6. ^ Ismail Hakki Goksoy, Ottoman-Aceh Relations According to the Turkish Sources (PDF) (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2008).
  7. ^ The Thirty Years War: Europe's Tragedy - Peter Hamish Wilson - Google Books
  8. ^ Princes of Transylvania

Voci correlate

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