Zaynab bint Khuzayma
Zaynab bint Khuzayma (in arabo زينب بنت خزيمة?; 595 – Medina, 626) è stata la quinta moglie del profeta Maometto e fu soprannominata Umm al-Masakin, ossia "Madre dei poveri"[1].
A causa della sua morte precoce, di Zaynab si conosce poco rispetto alle altre mogli di Maometto.[2][3]
Vita
modificaVi sono dubbi sull'età in cui Zaynab - che non apparteneva ai B. Quraysh ma ai Banū Hilāl - sposò il Profeta, perché se alcuni dicono fosse quasi trentenne,[4] altri sostengono che avesse invece 48 anni.[5] Descritta come molto bella fisicamente[6] fu però nota più per il suo carattere "compassionevole" e ricco di "pietà" per i poveri.[6][7][8][9]
Zaynab era stata sposata prima di Maometto a Tufayl ibn Harith, che la ripudiò[10] o che le premorì.[5] Zaynab sposò allora il fratello maggiore del defunto marito, 'Ubayda ibn al-Harith.[10] Nel 624 'Ubayda morì a causa delle ferite ricevute nella battaglia di Badr, e Zaynab fu costretta a vivere poveramente.[10] Ibn Kathir, nella sua al-Sira al-nabawiyya, afferma che il primo marito di Zaynab era stato Husayn ibn al-Harith e che il secondo marito si chiamava Jahsh ibn Riyab, che cadde nella battaglia di Uhud.[11]
Esistono tradizioni contraddittorie circa le proposte di matrimonio ricevute e circa il fatto che ad esse Zaynab avesse contrapposto un suo rifiuto.[10][12] Alcune fonti citano un suo terzo matrimonio e la morte anche di questo suo eventuale terzo marito.[5]
Matrimonio con Maometto
modificaL'anno dopo il suo matrimonio con Hafsa bint Umar,[13][14] Maometto le inviò un dono nuziale (mahr) di valore equivalente a 400 dirham o, più concretamente, a 12 once d'oro, proponendole di sposarlo.[10][15] Si discute circa le modalità di proposta di questo matrimonio: nella al-Isaba di Ibn al-Kalbī, si afferma che il profeta abbia avanzato direttamente la proposta, mentre Ibn Hisham (che lavorò sulla primitiva e più antica biografia di Maometto, quella di Ibn Ishaq) scrisse che lo zio di lei, Qubaysa ibn 'Amr al-Hilali, abbia operato come mediatore.[3]
Si dice che il matrimonio, che fu celebrato nel corso del mese di Ramadan,[3] aveva lo scopo di rassicurare ai suoi seguaci che i morti in battaglia non avrebbero comportato per le loro famiglie un avvenire di fame e di miseria.[6] Zaynab fu la prima delle mogli del Profeta a non essere coreiscita.[5][16]
Morte
modificaZaynab morì meno di due anni più tardi, forse addirittura due mesi dopo:[17][18] forse nel mese di Rabīʿ al-thānī del 626.[3] Fu così l'unica moglie a morire prima di Maometto, a parte Khadīja.[6] I
Fu inumata nel cimitero del Baqi' al-Gharqad dal suo stesso marito.[2][10]
Dopo la sua morte passò vario tempo prima che Maometto prendesse una nuova sposa, nella persona di Umm Salama, che disse: "Mi ha sposato e mi ha assegnato la stanza di Zaynab bint Khuzayma, la Madre dei poveri".[19]
Note
modifica- ^ Martin Lings, Muhammad: his life based on the earliest sources, 1983. p. 201.
- ^ a b Amr Khaled, The Mothers of the Believers: Zaynab Bint Khuzayma Archiviato il 28 maggio 2012 in Internet Archive.
- ^ a b c d Rasoulallah.net, Lady Zainab bint Khozaima
- ^ Awde, Nicholas. "Women in Islam", 2000. p. 10
- ^ a b c d Prophet Muhammad for All, Hadrat Zainab Archiviato il 13 aprile 2007 in Internet Archive.
- ^ a b c d Antonie Wessels, A Modern Arabic Biography of Muhammad, p. 107
- ^ Ibn Hisham, The Life of the Prophet, Libro IV. cap. 833.
- ^ Ria Kloppenborg, Female stereotypes in religious traditions, p. 89
- ^ Marriage to Daughter-in-law
- ^ a b c d e f M. Mukkaram Ahmed, s.v. «Zaynab bint Khuzayma», in: The Encyclopaedia of Islam, 2005. p. 141
- ^ Ibn Kathir, The Life of the Prophet Muhammad, p. 419
- ^ Said Abdullah Saif Hatimy, Woman in Islam, 1979. p. 105
- ^ Isaba, Isti'ab, Jamhara, 262 e Ṭabarī, III, 179
- ^ K.M. Sharma, Denver Journal of International Law and Policy, "What's In a Name?", 1997.
- ^ Muslim World League Journal, 1998
- ^ Ronald V. Bodley, The Messenger: The Wives of Mohammed, 1946.
- ^ Sylvia Akar, But If You Desire God and His Messenger, 2006. p. 107
- ^ Barbara Stowasser, Women in the Quran, 1996. p. 87
- ^ Ibn Hisham, Sira, I, 345. II, 294. Tabari III, 177. al-Zubayrī, Nasab Quraysh, 316
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