Capradosso
Capradosso frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Ascoli Piceno |
Comune | Rotella |
Territorio | |
Coordinate | 42°56′06.18″N 13°34′08.4″E |
Altitudine | 640 m s.l.m. |
Abitanti | 64 |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 63071 |
Prefisso | 0736 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Capradosso (Capraduossë in dialetto ascolano) è una frazione del comune di Rotella, in provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche. Fino al 1869 era un comune. La frazione è situata nel versante rotellese del Monte Ascensione.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Anticamente Capradosso era sito ad Ovest dell'attuale paese nella zona denominata "Capradosso Vecchio" sul crinale dello spartiacque che si protende fino alla confluenza del fosso grande e dell'altro fosso che dà origine al Torbidello II. L'antica Capradosso fu abbandonata però per via di frane e smottamenti.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Nella parte boreale si scorgono i resti di un antico torrione, ruderi di mura castellane e fondamenta. Secondo quanto ci racconta Don Guido Cossetti, attuale parroco (1971), i più vecchi del luogo asserivano che i torrioni erano quattro. Le due chiese del paese sono San Rocco e Santi Lucia e Rocco, entrambe risalenti al XVII secolo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Capradosso secondo lo storico Pietro Capponi fu fondata da alcuni ascolani fuggiti dal duca longobardo Faroaldo che saccheggiava il territorio piceno. Altra versione sulla fondazione del centro abitato è quella che sarebbe stato costruito da monaci intorno all'anno mille, che lo chiamarono così perché assomigliava al dorso di una capra.
Lo storico Pietro Capponi[1], alla voce del Vescovo Epifanio, così scrive:
«... il duca longobardo Faroaldo spietato tiranno scese alla conquista di Ascoli. Precorsane la terribile novella per aver quel crudele incenerito altri paesi e città, gli ascolani furono incolti da una spaventevole costernazione. Due terzi di essi, con la fuga, si posero in salvo. Fu allora che furono edificati i castelli di Casalena, Capradosso, Poggio Canoso, Patrignone, Montalto dai fuggitivi ascolani....»
Purtroppo, gran parte della sua storia ci sfugge perché l'archivio comunale andò distrutto sotto le macerie del vecchio Capradosso a parte venne manomesso durante l'aggregazione al Comune di Rotella.
Al tempo dello Stato Pontificio, Capradosso ebbe privilegi dalla Santa Sede e, per i servizi resi alla causa della sede apostolica, fu eretto a libero Comune. Il parroco Don Antonio Cardarelli che esplicò il suo ministero a Capradosso dal 1939 al 1952, ha scritto nella cronaca parrocchiale:
«....da una moneta che potei avere fra mano al principio del mio ministero pastorale qui, si poteva leggere e bene l'espressione: 1 baiocco e mezzo di Capradosso; nel retro le chiavi di San Pietro ed illeggibile la dicitura, di modo che non è stato possibile stabilire l'epoca ed il Papa che concesse tale favore.»
Secondo alcuni storici del XIX secolo, e secondo quanto abbiamo già accennato, la fondazione di Capradosso risalirebbe agli anni 1000.
Il Luzi nelle sue memorie ascolane[2] scrive:
«Capradosso sorge sulle falde da parte di tramontana del Monte Nero (Monte Ascensione); fu fabbricato dai monaci sui primi del mille in figura di dosso di capra....»
Gabriele Calindri[3] così scrive:
«....Capradosso: questo paese situato alle falde del monte Polesio (Ascensione) è stato fabbricato circa nel sec. X in figura di dosso di capra e però fu forse detto Capradosso.»
Sappiamo dal Luzi che nel sec. XVI per intemperie e lotte intestine fu distrutto e che nel 1730 fu fatto riedificare da Clemente XII.
Fu libero comune fino all'avvento del Regno di Vittorio Emanuele e nel 1870 fu privato della sua autonomia amministrativa ed aggregato a Rotella. Il resto della storia si confonde con quella dell'attuale capoluogo di Comune.
Il personaggio più importante che il paese ha avuto nella storia è Fra Marcellino da Capradosso, nato il 22 settembre 1873, frate cappuccino a 29 anni, e morto nel convento dei Cappuccini di Fermo il 26 febbraio 1909. Da tutti fu ammirato per la sua grande fede e pietà, per la sua profonda umiltà ed eroica obbedienza, per le mortificazioni e penitenze, ma soprattutto per la sua grande carità fraterna, in convento e fuori, verso tutti, specie per i peccatori, per i tribolati e ammalati. Morì a soli 36 anni di peritonite tubercolare, presa mentre accudiva un malato. I processi ordinari sulla fama di santità ebbero inizio nella Curia di Fermo nel 1948 e si conclusero nel 1956. Attualmente, terminata la biografia documentata e l'Informatio, è stata consegnata il 7 luglio 1998 la Positio super virtutibus (causa di beatificazione).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pietro Capponi, Memorie Storiche della Chiesa Ascolana 1898, pag. 22
- ^ Mario Luzi, Domenica Ascolana, pag. 224
- ^ Gabriele Calindri, Saggio Statistico Storico del Pontificio Stato, Perugia, 1829, a pag. 33
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- "Venerabile Fra Marcellino da Capradosso" di Egidio Picucci - Tau Editrice (giugno 2019)
EAN 9788862447782
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Storia di Capradosso, su web.tiscalinet.it.
- Pagina su Capradosso e foto, su habitualtourist.com.