Vai al contenuto

Corso Vittorio Emanuele II (Torino)

Coordinate: 45°03′40.6″N 7°40′58.36″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Corso Vittorio Emanuele II
Corso Vittorio Emanuele II all'incrocio con Via XX Settembre. Sullo sfondo si intravede il Monumento a Vittorio Emanuele II.
Nomi precedentiViale del Re
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Città Torino
Circoscrizione I (dal n.o civico 2 al 120 e dal 51 al 123)
VIII (dal n.o civico 1 al 47)
III (n.i civici restanti)[1]
QuartiereCentro, San Salvario, Crocetta, Cit Turin, Cenisia
Codice postale10123 (dal n. civico 2 al 56)
10121 (dal n. civico 58 al 112)
10125 (dal n. civico 1 al 53)
10128 (dal n. civico 55 al 125)
10138 (dal n. civico dal 127 al 135 e rimanenti pari)
10139 (rimanenti dispari)
Informazioni generali
Tipocorso
IntitolazioneVittorio Emanuele II di Savoia
Collegamenti
InizioPonte Umberto I
FinePiazza Rivoli
Mappa
Map

Corso Vittorio Emanuele II è una delle principali arterie della città sabauda, ed è lungo 4,2 km. Attraversa il centro storico e gran parte del capoluogo piemontese da est ad ovest, essendo nella stessa direzione del cardo maximo dell'insediamento edificato in epoca romana. Inizia dall'incrocio con corso Fratelli Cairoli e termina in piazza Rivoli. Nel 1882 fu intitolato a Vittorio Emanuele II ed era denominato viale del Re[2].

La parte più antica del corso è costeggiata da due file dei tipici portici torinesi con molti negozi ed attività commerciali.

Evoluzione storica

[modifica | modifica wikitesto]

Il primitivo viale nacque per esigenze di collegamento viario dalla Stazione di Porta Nuova, porta realizzata durante il primo ampliamento del Centro storico della capitale sabauda del 1620 fino al Lungo Po.

Il collegamento viario avrebbe costeggiato la parte settentrionale del parco (oggi Parco del Valentino) della già esistente residenza estiva di Casa Savoia presso il Castello del Valentino (1660). Tuttavia, all'epoca, le carrozze utilizzavano il percorso di Via Nizza e Viale del Valentino (l'odierno Corso Guglielmo Marconi)[3], mentre per una modesta via carrabile si dovrà attendere ancora qualche decennio.
Nel 1840 poi, sul fiume Po fu costruito il Ponte Maria Teresa (poi diventato Ponte Umberto I nel 1908), connettendo così l'altra sponda (Borgo del Rubatto, oggi Borgo Crimea). Il tratto di questo corso era denominato all'epoca "Vittorio Emanuele oltre Po"[4] (negli anni 1920 sarà poi intitolato alla città di Fiume).

Per un vero e proprio "viale" bisogna arrivare al XIX secolo, quando la città superò l'antico perimetro delle mura. La parte più antica dell'arteria, dalla stazione ferroviaria al fiume, fu aperta nel 1814 con il nome di Viale del Re, poi rinominata in Corso del Re. Con la reggenza di Carlo Felice di Savoia quindi, la nuova arteria prese forma, ampliata in occasione dello sviluppo urbano del 1835-1845, col contributo dall'architetto Carlo Promis.

Verso occidente, invece, il corso portava fino al Largo del Re (attuale Piazza Carlo Felice) per poi giungere nei pressi della Piazza d'Armi di quell'epoca, situata nel rione San Secondo (zona corso Galileo Ferraris-Matteotti-via Volta-via Camerana-via Assietta). Con il passare degli anni, il corso proseguì ancóra il suo tracciato verso occidente fino ad arrivare, intorno al 1920, ad incrociare Corso Francia in Piazza Rivoli.

Dal Po fino a Porta Nuova

[modifica | modifica wikitesto]

Partendo da oriente, il Corso inizia dal ponte Umberto I sul fiume Po, rinominazione del 1907 di Ponte Maria Teresa del 1840, il quale connette l'altra sponda del fiume dove era situato il cosiddetto Borgo del Rubatto (poi chiamato Borgo Crimea). Il ponte fu temporaneamente arricchito di ulteriori opere di decorazione in occasione dell'Esposizione internazionale di Torino (1911).
Più a occidente, il Corso costeggia il Parco del Valentino, sorto con nel 1630-1660 come giardino reale della residenza del Castello del Valentino di Casa Savoia, opera di Carlo di Castellamonte ed Amedeo di Castellamonte, ma abbellito significativamente nel XIX secolo, secondo il progetto romantico del paesaggista francese Barrillet-Dechamps. Spicca vicino al ponte l'Arco monumentale all'Arma di Artiglieria, opera di Pietro Canonica del 1930, sotto il quale si trova la statua dedicata a Santa Barbara. All'angolo di corso Massimo d'Azeglio invece, nel 1936 fu posizionata la statua dedicata a D'Azeglio, opera del 1873 di Alfonso Balzico e precedentemente posizionata in piazza Carlo Felice.

Proseguendo il tratto sino alla stazione di Porta Nuova, il Corso lascia sulla sua sinistra il quartiere San Salvario e sulla destra lo storico Borgo Nuovo. In particolare, quest'ultimo quartiere sorse dopo la Restaurazione (dopo il 1814) e destinato alla nobiltà torinese, delle cui tracce storiche rimangono:

Lato San Salvario

[modifica | modifica wikitesto]

Nel tratto orientale del Corso, sul lato del quartiere San Salvario, sono da citare invece:

  • al n. 1-3, ovvero angolo Corso Massimo d'Azeglio, dove ora c'è un edificio moderno residenziale, sorgeva un tempo il sontuoso Palazzo di Celestino Tornielli di Crestvolant, nobile originario di Molare (Alessandria). Fu l'unico edificio torinese in perfetto stile Tudor inglese, progettato dall'architetto G. B. Ferrante nel 1867-1870 e visibile ancora in qualche foto d'epoca. I Tornielli successivamente lo cedettero alle suore Dame del Cenacolo, dove fu annesso un convento e la chiesetta, tra il 1910 e il 1950. Fu completamente demolito nel 1957.
  • al n. 13 la chiesa cattolica San Giovanni Evangelista, voluta da don Bosco, eretta nel 1882 da Edoardo Mella, in stile neoromanico lombardo.
  • al n. 23 il Tempio Valdese, edificio di culto religioso valdese, edificato nel periodo 1851-1853 a seguito dell'emancipazione dei valdesi, dall'architetto Luigi Formento.
  • zona della Sinagoga di Torino, posta sul retro, su Piazzetta Primo Levi, già via Pio V.

Dal Centro storico al museo del Carcere "Le Nuove"

[modifica | modifica wikitesto]

Con il centro storico sulla destra, si arriva alla storica stazione di Torino Porta Nuova, dove si incontra piazza Carlo Felice, antico Largo del Re, con l'inizio dell'asse di via Roma.
La piazza fu progettata nel 1861, ad opera dell'architetto francese Jean-Pierre Barillet-Deschamps, e coinvolse la nascente Stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova (opera di Alessandro Mazzucchetti e Carlo Ceppi, periodo 1853-1864). La continuità dei portici della piazza e del Corso stesso furono già progetto di Carlo Promis, con la successiva collaborazione di Giuseppe Leoni e Giuseppe Frizzi, più Barnaba Panizza per la parte verso via Lagrange. Particolare attenzione merita l'elegante ingresso porticato della via XX Settembre, dove appare una curiosa statua con un mitologico Toro a tre teste.

I portici verso occidente furono quindi progettati, a seconda dei palazzi costruiti, sempre sullo stile del eclettico tipico dell'Ottocento, misto al liberty torinese degli anni 1910, andando a costituire un anello pedonale che si chiude con Corso Vinzaglio, nei pressi della Stazione di Torino Porta Susa, del 1856. In questo tratto si può ammirare:

Lo stesso argomento in dettaglio: Le Nuove.

Ultimo tratto occidentale

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1952, sulle rovine dei capannoni del Birrificio Boringhieri, fu eretta l'attuale Piazza Adriano, e il Corso fu prolungato ancora verso occidente fino all'attuale Piazza Rivoli, uno slargo costruito sempre negli anni cinquanta (oggi rotonda) alla confluenza con un'altra importante arteria di Torino, Corso Francia.

Rimanendo sempre nei pressi dell'ex edificio carcerario, nel 1995 fu eretto l'imponente Palazzo di giustizia torinese, opera dell'architetto Pierluigi Spadolini sul sito della demolita caserma "Pugnani e Sani" e dedicato a Bruno Caccia[5].

L'area all'incrocio con corso Bolzano è stata interessata dall'imponente scavo sotterraneo per l'interramento della Ferrovia Torino-Milano e della stazione di Porta Susa, terminata nel 2008.

Nel 2007 si diede inizio a nuovi cantieri per la costruzione del futuro Grattacielo Intesa Sanpaolo, opera di Renzo Piano, alto 167,25 metri, pochi centimetri in meno della Mole Antonelliana. Fu terminato nel 2015, poco dopo la costruzione degli adiacenti giardini pubblici dedicati a Nicola Grosa.

Nel 2017 fu allargato il Corso Inghilterra a due corsie, terminando così il lungo progetto della viabilità e facendo circolare le auto nello spazio lasciato vuoto dopo l'interramento dei binari per i treni.

Il corso è percorso per la maggior parte da molte linee di tram e autobus del trasporto pubblico cittadino; inoltre dal 2007 è attraversato dalla metropolitana con le tre stazioni: Porta Nuova FS, Re Umberto e Vinzaglio.

Galleria d'immagini

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Dove, Come, Quando - Guida di Torino '98-99, p. 398
  2. ^ Archivio Storico della Città di Torino, su www.comune.torino.it. URL consultato il 30 aprile 2024.
  3. ^ La storia di Corso Marconi, storico viale a rischio, a Torino, su rottasutorino.blogspot.it.
  4. ^ Vie e luoghi della vecchia Torino, su atlanteditorino.it. URL consultato il 2 agosto 2018.
  5. ^ MuseoTorino,Comune di Torino,Direzione Musei,Assessorato alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia, 21Style http://www.21-style.com, Caserme Pugnani e Sani - MuseoTorino, su www.museotorino.it. URL consultato il 30 aprile 2024.
  • Renzo Rossotti, Le Strade di Torino, pp.657-664, 1995, Newton Compton.
  • Dove, Come, Quando - Guida di Torino '98-99, Torino, Gruppi di Volontariato Vincenziano, 1997

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Torino: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Torino