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Ecce gratum

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Voce principale: Carmina Burana.

Ecce gratum (in italiano Ecco, gradita) è un poema goliardico latino medievale, il carme numero 143[1] della raccolta nota come Carmina Burana.

Testo e traduzione

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(LA)

«Ecce gratum et optatum
Ver reducit gaudia,
purpuratum floret pratum,
Sol serenat omnia.
Iamiam cedant tristia!
Estas redit, nunc recedit
Hyemis sevitia.

Iam liquescit et decrescit
grando, nix et cetera;
bruma fugit, et iam sugit
Ver Estatis ubera;
illi mens est misera,
qui nec vivit, nec lascivit
sub Estatis dextera.

Gloriantur et letantur
in melle dulcedinis,
qui conantur, ut utantur
praemio Cupidinis:
simus jussu Cypridis
gloriantes et letantes
pares esse Paridis.»

(IT)

«Ecco, gradita e desiderata
la primavera riporta la gioia,
fiorisce il prato purpureo
il sole rasserena tutto.
La tristezza ora è finita!
L'estate ritorna, si allontana ormai
il rigoroso inverno.

Si scioglie la neve,
la grandine e tutto il resto;
si dilegua la nebbia, e la primavera
succhia il seno dell'estate: infelice colui
che non si accorge di questo e non si abbandona
ai piaceri dell'estate.

Si gloriano e rallegrano
in dolcezza mielata
quanti cercano di raggiungere
il premio del loro desiderio:
obbedienti a Cipride
siamo lieti e superbi
nell'essere alla pari di Paride.»

Carmina Burana di Carl Orff

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Brano celebre per essere stato musicato nel 1935/36 dal compositore tedesco Carl Orff come parte dei suoi Carmina Burana che debuttarono all'Opera di Francoforte l'8 giugno 1937. All'interno dei Carmina Burana di Orff, questa canzone è il quinto movimento nella sezione 1, Primo vere (In primavera).

  1. ^ a b Rossi, p. 164-165.
  • Piervittorio Rossi (a cura di), Carmina Burana. Testo latino a fronte, 8ª ed., Milano, Tascabili Bompiani, 2006 [1989], ISBN 88-452-5307-4.

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