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Edward FitzGerald (poeta)

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Edward FitzGerald

Edward FitzGerald (Bredfield, 31 marzo 1809Merton, 14 giugno 1883) è stato uno scrittore inglese. Meglio conosciuto come il primo e il più famoso traduttore inglese della Rubʿayyāt di ʿUmar Khayyām.[1]

Edward FitzGerald nacque con il nome di Edward Purcell a Bredfield, circa a due miglia a nord di Woodbridge (Suffolk), ma nel 1818 suo padre John assunse il nome della famiglia della moglie, ossia FitzGerald, una delle famiglie più ricche d'Inghilterra.[2]

Prima edizione statunitense della The Rubáiyát of Omar Khayyám, the astronomer-poet of Persia, 1878

Nel 1816 la famiglia di FitzGerald si trasferì in Francia, a Parigi dove restò per cinque anni. Edward completò i suoi studi a Cambridge[3] dove incominciò a coltivare la preziosa amicizia di importanti letterati come William Makepeace Thackeray.[1]

Sotto la guida del professore di sanscrito Cowell, si appassionò allo studio della lingua persiana,[3] proprio in un periodo storico in cui sia la diffusione e l'importanza di questa lingua toccò un apice, grazie al suo utilizzo negli scambi epistolari all'interno dell'Impero britannico, e sia l'interesse verso la cultura persiana subì un'impennata tra gli inglesi.[1]

Tra le sue passioni principali, durante le sue permanenze nelle sue lussuose residenze, il giardinaggio, la musica, la vela e la letteratura.[2]
Dopo che nel 1851 si cimentò in alcune traduzione delle opere di Platone, l'anno successivo pubblicò il suo primo libro, intitolato Polonius, una raccolta di aforismi, in parte originali e in parte ispirati da classici inglesi a cui seguirono traduzioni di poeti spagnoli come Calderón de la Barca.[3]

Il 4 novembre del 1853 sposò Lucy, la figlia del poeta Bernard Barton, ma il matrimonio si rivelò problematico e la coppia di separò dopo pochi mesi.[4]

Tomba di Edward FitzGerald

In quello stesso periodo Cowell scoprì il poeta ed astronomo persiano Khayyām e trasmise la sua passione a FitzGerald.[4]

L'opera che aprì a Fitzgerald le porte della fama, assegnandogli un posto importante nella letteratura, fu senza dubbio la traduzione delle Rubʿayyāt, ossia delle Quartine di Khayyām, risalenti ai secoli XI e XII. L'abilità di FitzGerald consistette nel non limitarsi ad una pura e semplice traduzione ma ad inserire aggiunte e libere interpolazioni al testo originale.[1] La prima traduzione venne pubblicata nel 1859 a spese dello stesso FitzGerald, che soltanto venti anni dopo completò il suo lavoro presentando ben centouno quartine. La prima edizione inizialmente non riscosse successo, ma la fortuna arrise a FitzGerald quando il poeta Rossetti[2] la scoprì su una bancarella e la impose all'attenzione della critica e del pubblico, grazie anche alla collaborazione del poeta Swinburne,[2] poiché ritrovarono nella miscela di edonismo, scetticismo e ricchezza di aforismi, una notevole concordia con la loro concezione della vita.[1]

Rispetto all'originale di Khayyam, monopolizzato dall'epicureismo, FitzGerald aggiunse una nota di pessimismo che conquistò le simpatie del pubblico tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.[1]

Grazie alla pubblicazione che effettuò il suo caro amico Aldis Wright nel 1889 intitolata Letters and Literary Remains, alcuni aspetti della sua vita privata furono resi noti.[2]

  1. ^ a b c d e f le muse, V, Novara, De Agostini, 1964, pp. 36-37.
  2. ^ a b c d e Edward FitzGerald nell’Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 28 febbraio 2015.
  3. ^ a b c Edward FItzGerald nell’Enciclopedia Britannica, su britannica.com. URL consultato il 28 febbraio 2015.
  4. ^ a b (EN) FitzGerald, Edward, su iranicaonline.org. URL consultato il 4 agosto 2018.
  • (EN) A. Benson, Edward Fitzgerald, Londra, 1905.
  • (EN) Jorge Luis Borges, The Enigma of Edward FitzGerald, in Selected Non-Fictions, Pengiun, 1999.
  • (DE) Alfred M. Terhune, Briefe. Sammlung der Briefe in vier Ausgaben, Syracuse University, 1980.
  • (EN) George F. Maine, Edward FitzGerald. The man and his work, in Rubaiyat of Omar Khayyam, followed by Euphranor, a dialogue on youth, and Salaman and Absal, an allegory translated from the Persian of Jami, Londra, Collins, 1953, pp. 25–48.
  • (EN) Thomas Wright, Life of Edward FitzGerald, 1904.
  • (EN) Robert Douglas-Fairhurst, Victorian Afterlives: The Shaping of Influence in Nineteenth-Century Literature, Oxford, Oxford University Press, 2002.
  • (EN) Richard Garnett e Edmund Gosse, English Literature, New York, Grosset & Dunlap, 1904.

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