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Girolamo Righetto

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Girolamo Righettino, C.R.L.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Caorle (1586-1593)
 
Natoa Treviso
Nominato vescovo24 gennaio 1586 da papa Sisto V
Consacrato vescovo9 febbraio 1586 dal vescovo Giovanni Battista Pietralata
Deceduto1593 a Venezia
 

Girolamo Righetto, detto anche Righettino o Regazzino (Treviso, ...[1]Venezia, 1593) è stato un vescovo cattolico, diplomatico e cartografo italiano.

(LA)

«Hiericuntinam Publicani vocationem a Servatore Deo factam in se quodammodo innovatam sensit Hieronymus Righettus venetus; una scilicet corporis exiguitate Zacheo comparandus, ex qua Righettinum communiter, non Righetto nec Hieronymum audiebat.»

(IT)

«La vocazione del Pubblicano di Gerico fatta da Dio Salvatore sentì in qualche modo in sé Girolamo Righetto veneto; accostato niente meno che a Zaccheo per l'esiguità del corpo, da cui comunemente Righettino, non Righetto né Girolamo, era chiamato.»

Entrato nell'ordine dei canonici lateranensi, fu destinato al convento di Santa Maria della Carità a Venezia, ove si occupò dapprima di casi di morale e divenne un esperto di arte oratoria, al punto da essere inviato dal Senato veneziano come ambasciatore in diverse nazioni straniere, quali Costantinopoli, Roma, Vienna e Parigi.

Si dedicò quindi allo studio del calcolo, e cioè dell'algebra e dell'aritmetica, della numerologia e della cabala[2]. Grazie alle sue decantate abilità come studioso, diplomatico ed oratore poté avvicinarsi ad importanti personaggi della Venezia del Rinascimento, quali Lorenzo Priuli, nobile veneziano e ambasciatore della Repubblica presso il Granducato di Toscana e le corti di spagnola e francese, nonché cardinale sotto i papi Clemente VIII e Sisto V, e Marcantonio Barbaro, anch'egli nobile veneziano e diplomatico[3]. A quest'ultimo, il Righettino dedicò sei volumi di un'opera sulla numerologia sacra, il De numerorum Sophia algebraica ac mystica, stampata nel 1586[2], oggi perduta[4].

Battistero del Duomo di Caorle, presso l'absidicola destra, con lo stemma del vescovo Girolamo Righettino (1587)

Fu proprio grazie alle sue frequentazioni nell'ambiente politico dell'epoca che Righettino fu introdotto alla corte di Sisto V, portando come dono la sua opera sulla numerologia per il cardinale Girolamo Rusticucci[4]. Secondo Musolino, l'opera di Righettino colpì a tal punto il cardinale Rusticucci da convincerlo ad introdurlo in udienza al papa stesso, il 25 novembre 1585. Righettino presentò al pontefice una carta della città di Roma disegnata «con la sola mano sinistra», ricca di simboli e richiami allegorici alla città perfetta. In seguito a quell'udienza, Righettino fu nominato da Sisto V in persona vescovo di Caorle, «con somme lodi»[4], il 24 gennaio dell'anno successivo. Il neoeletto vescovo, che venne consacrato nella chiesa di Santa Maria della Pace a Roma il 9 febbraio 1586, come egli stesso riporta in un estratto dell'opera De numerorum Sophia, riportato dal Cicogna[5]:

«Sia a perpetua memoria manifesto et noto a qualunque persona leggerà il presente libro: come io D. Girolamo Righettino Venetiano Canonico regolare lateranense dell'Ordine di Sant'Agostino di Osservanza, professore di Teologia, predicatore del Sacro Evangelio già habitatore del Monastero di S. Maria della Carità di Venetia, et hora per gratia d'Iddio et dell'apostolica Sede vescovo di Caorle, di licenza di detta Congregatione mi partii di Venetia adi 6 novembre 1585 per andar a presentar una mia fatica ingeniosa fatta con penna alla Santità di N. S. PP. Sisto V; et gionto in Roma un venerdì sera adi 22 di detto mese m'appresentai al M. R. P. Cherubino Lavorio Cremonese abate degnissimo della Pace, il quale vedendo l'opera la domenica che fu adi 24 me la fece mostrar al Rmo P. Mattio Lavorio protonotario apostolico et già cassiero della felice memoria di PP. Pio V, il quale subito l'istesso giorno m'introdusse con questa dall'ill. et ecc. signor Cardinale Rusticucci a cui questa invenzione piacque tanto, che il luni a' 25 di detto mese m'introdusse a baciar il santissimo piede a S. S. et appresentargli questa fatica, la qual tanto li fu cara, et grata sì per la bellezza sua come per sentir gli discorsi che sopra quella gli feci, che mi comandò Sua Beatitudine ch'io dovessi et farli ornar il quadro, et metter in iscritto quei pensieri, et mentre in una e nell'altra cosa m'affaticava, anzi dopo il fine dell'una et dell'altra cosa, occorse la morte dell'illmo sig. Giulio Superchio vescovo di Caorle, la qual cosa intendendo l'illustr. Rusticucci dal R. Abbate della Pace mi raccomandò a S. Santità, la qual subito rispose che a ponto sopra la detta mia persona haveva pensato. Et passato poco intervallo di tempo che fu il venere adi 22 gennajo 1586 piacque a S. Santità in publico Concistoro nominarmi di propria bocca vescovo di Caorle con molte lodi di me agli illmi Cardinali le quali procedettero più dalla bontà di S. Beatitudine che da miei meriti. Mi consecrai adi 9 febbraio la domenica nella Chiesa di S. M. della Pace in Roma. Fu consecrante il molto illmo et eccmo S. Giambatista Pietralata da Camerino episcopo di S. Angelo nel Regno di Napoli. Assistenti li rmi sigg. Bartolomio Doria vescovo di Millo et Andrea Canuto vescovo di Oppido, essendo presente tutta la Canonica nostra. Adi 27 aprile entrai in Caorle la 3 domenica dopo Pasqua, et con moltissima allegrezza et festa di quel popolo fui condotto alla Chiesa et poi al Palazzo della nostra Residentia dove tutti a uno a uno vennero a toccarmi la mano et ricevermi come suo pastore. Ond'io con l'agiuto d'Iddio sofrzerommi governar queste pecorelle secondo Iddio et con ogni carità»

Come si apprende dallo stesso Righettino, fu quindi incaricato di porre per iscritto le spiegazioni di tutte le illustrazioni e le allegorie della sua carta di Roma nel trattato Sommario overo dicharatione degli concetti posti per ornamento della città di Roma, dedicato al pontefice e al cardinale Rusticucci, suo mentore. Il trattato è stato riscoperto dal professor Denis Ribouillault dell'Università di Montréal ed è conservato nell'archivio nella biblioteca Federiciana di Fano[3]. L'abilità del Righettino come cartografo è attestata anche nei trattati di Tommaso Garzoni, La piazza universale di tutte le professioni del mondo[6]:

«Non tacerò gli honori di Mons. Gierolamo Righettino, che dalla Santità di Papa Sisto Quinto è stato più mesi sono parte per le sue lettere, & virtù, parte per un celebratissimo dissegno d'una Roma trionfante di rarissimo fregio ornata, in dono a Sua Beatitudine concessa, premiato del vescovo di Caorli, con aspettazione di cose maggior alla giornata.»

e di Matteo del Teglia, Il Chirone itinerante[7]:

«Ma per tornare alla Geografia, forma questa un misto di Topografia, che delineazione d'alcuna piccola parte significa, come fece D. Girolamo Righettino, il quale disegnò mirabilmente in penna l'Isola Tremitana al Gran Duca di Firenze Cosimo II, che generosamente rimunerollo.»

L'unico manufatto cartografico sopravvissuto del Righettino è una carta della città di Torino, conservata presso l'Archivio di Stato e datata 1583, che rispecchia il livello di dettaglio descritto nel trattato scritto dal Righettino stesso per descrivere la perduta carta della città di Roma[3][8].

Come vescovo di Caorle, si distinse per lo zelo pastorale, come testimonia Celso De Rosinis nel suo Lyceum Lateranense:

(LA)

«Hinc Righettum haud post multa, Reipublicae etiam administris poscentibus Caprularum episcopum declaravit multiplici pauperum populorum bono, quibus per annos aliquot vixit pater, pastorque; verbo pariter & exemplo per temporalium directionem illos ad spiritualium exercitia, quod leviter vix antea curatum fuerat introducens, decessitque; relicto fuit desiderio.»

(IT)

«Da ciò [Sisto V] non dopo molto tempo, postulanti anche gli amministratori della Repubblica, dichiarò Righetto vescovo di Caorle, per il bene dei molti poveri del popolo, per i quali per un certo numero di anni visse padre e pastore; fu per loro sollecito con le parole e con l'esempio per la direzione dei loro beni temporali e per gli esercizi spirituali, ai quali un tempo si era dedicato senza fatica, e morì; lasciando un lieto ricordo.»

Consacrò l'altare maggiore della chiesa di San Giobbe nel 1587 e la chiesa di Ognissanti nello stesso anno[5], mentre nel 1589 fece costruire una chiesa nella zona di valle Altanea (vicino al porto di Santa Margherita, nel territorio della diocesi di Caorle. È inoltre ricordato per aver lanciato una scomunica ad alcuni cittadini che si erano opposti, aggredendolo verbalmente[9], alla traslazione di un altare presso la chiesa di Santa Maria Elisabetta nel borgo di Brian, poi ricostruita. Morì a Venezia nel 1593[4].

Come testimonianza del vescovo Righettino rimane il fonte battesimale della cattedrale, un tempo conservato nella chiesa delle Grazie, antistante la basilica, e datato 23 gennaio 1587, ad un anno dalla sua elezione a vescovo. L'iscrizione riportata intorno al fonte e sul basamento recita,

«R.MI D. HIER. RIGH.NI CAPRVL. EPI SOLICITVDINE CIVIVM POPVLORVMQVE PIETATE SVB R.D. ANT. A TVR PL. ET CL. HIER. BAL. PRÆT. HOC SACRVM VAS FABRICATVM CONSTRVCTM ERECTVMQ. FVIT M·D·LXXXVII DIE XXIII MESIS·IANVARII»

Sempre sulla parte frontale del fonte battesimale è riportato lo stemma episcopale del vescovo Righettino. Inoltre rimane anche lo stemma affrescato, presso l'abside laterale sinistra, di papa Sisto V.

Genealogia episcopale

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La genealogia episcopale è:

  1. ^ Vincenzo Maria Coronelli, Biblioteca Universale Sacro-Profana Antico-Moderna (Tomo VII), 1701, Venezia
  2. ^ a b Celso De Rosinis, Lyceum Lateranense Tomo I, Cesena, 1649
  3. ^ a b c Denis Ribouillault, Glorifying the City in Counter-Reformation Italy: Girolamo Righettino Rediscovered, Lecture held at the Dumbarton Oaks research institute, November 9th, 2009.
  4. ^ a b c d Giovanni Musolino, Caorle Sacra, La Tipografica, Venezia, 1967.
  5. ^ a b Emanuele Antonio Cicogna, Delle inscrizioni veneziane raccolte ed illustrate, Vol. 6, presso la tipografia Andreola, 1853
  6. ^ Tommaso Garzoni, La Piazza universale di tutte le professioni del mondo, Venezia, 1617
  7. ^ Matteo del Teglia, Il Chirone itinerante, Venezia, 1681
  8. ^ Archivio di Stato di Torino, su archiviodistatotorino.beniculturali.it. URL consultato il 10 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2020).
  9. ^ Silvio Tramontin, La diocesi di Caorle in età moderna e la sua soppressione pdf

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Predecessore Vescovo di Caorle Successore
Giulio Superchio 15851593 Angelo Casarino