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Gorgia (retore)

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Gorgia (II secolo a.C.) è stato un retore greco antico vissuto ad Atene e poi a Roma.

Tra i suoi discepoli vi fu certamente Marco Cicerone, il figlio dello statista Cicerone che ne parla nelle epistole familiari: ad Atene, infatti, ricevette consigli sulla pratica di declamazione proprio dal retore Gorgia; tuttavia, dovette abbandonare gli studi con lui per le insistenze del padre. In alcune lettere rivolte al figlio, come riporta anche Plutarco[1], Gorgia veniva accusato di condurre una vita dissoluta, dedita ai piaceri e all'alcool e per questo motivo Cicerone esortava il figlio a lasciare immediatamente Gorgia e studiare piuttosto filosofia con Cratippo.

Dagli scritti che ci sono giunti si comprende che Gorgia adottasse lo stile di retorica asiano.

Di certa attribuzione è solo il Trattato sulle figure di pensiero e di parola, diviso in 4 libri. L'opera originale è andata persa ma è ancora presente un compendio latino, assai ridotto, a cura di Rutilio Lupo con il titolo De Figuris Sententiarum et Elecutionis. Quest'epitome è divisa in due libri, anche se Quintiliano afferma che Rutilio Lupo abbreviò i quattro libri di Gorgia in uno solo; si può ipotizzare che la divisione in due libri venne fatta da uno dei successivi redattori del trattato.[2] In particolare, ci sono giunte solo 41 figure di parola, con esempi tratti da oratori greci, attici e asiani.

Un'opera di dubbia attribuzione[2] è, invece, Le etere, un trattato sulle cortigiane ateniesi.

Nel passato alcuni critici gli attribuivano le Declamazioni di Gorgia da Leontini, tra le quali l'orazione nota come Encomio di Elena.[2]

  1. ^ Plutarco, Vita di Cicerone, XXIV 8
  2. ^ a b c Smith.
Fonti secondarie

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