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Conferenza di Londra (1912-1913)

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Delegati della Conferenza di Londra

La Conferenza di Londra del 1912-1913, nota anche come Conferenza di pace di Londra o Conferenza degli ambasciatori, fu un vertice internazionale delle sei grandi potenze di quel tempo (Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria-Ungheria, Russia e Italia) convocato nel dicembre 1912 a causa dei successi degli eserciti della Lega dei Balcani contro l'Impero ottomano nella Prima guerra dei Balcani. In particolare, la conferenza intendeva arbitrare tra le potenze in conflitto ciò che riguardava le acquisizioni territoriali, e anche determinare il futuro dell'Albania, la cui indipendenza fu proclamata durante il conflitto.

Il 3 dicembre 1912 era stato firmato un armistizio per porre fine alla prima guerra balcanica. Alla Conferenza di pace di Londra parteciparono quei delegati degli alleati balcanici (Grecia compresa) che non avevano firmato il precedente armistizio, così come l'Impero ottomano.

La conferenza iniziò nel settembre 1912 al St James's Palace sotto la presidenza di Sir Edward Gray.[1] Ulteriori sessioni della conferenza furono avviate il 16 dicembre 1912, ma terminarono il 23 gennaio 1913, quando ebbe luogo il colpo di stato ottomano del 1913 (noto anche come Raid alla Sublime Porta).[2] Il leader del colpo di stato Enver Pasha ritirò l'Impero ottomano dalla Conferenza.

Rivendicazioni e proposte territoriali rivali durante la Conferenza

Il 30 maggio 1913, senza la presenza dell'Impero ottomano, la conferenza firmò il Trattato di Londra (1913), un accordo in base al quale l'Impero ottomano avrebbe rinunciato a tutto il territorio a ovest della linea Enos-Midia. Dopo molte discussioni, gli ambasciatori raggiunsero una decisione formale il 29 luglio 1913, per stabilire il Principato d'Albania come uno stato sovrano indipendente dall'Impero ottomano.[3]

Firma del Trattato di pace il 30 maggio 1913

A seguito delle decisioni prese e a causa delle pressioni della Grecia e della Serbia, metà del territorio rivendicato dallo Stato albanese di recente istituzione, che escludeva tra il 30%[4] e il 40% della popolazione albanese totale, fu escluso dal Principato d'Albania di recente costituzione.[5] In particolare il Vilayet del Kosovo fu dato alla Serbia, e Ciamuria e Ioannina alla Grecia.[6]

Una commissione speciale di confine venne inviata per delineare il confine greco-albanese. Tuttavia, non potendo delineare l'area su base etnografica, ricadde su argomenti economici, strategici e geografici, che portarono alla decisione della Conferenza di Londra di cedere la maggior parte dell'area contesa all'Albania. Questa svolta degli eventi catalizzò una rivolta tra la popolazione greca locale, che dichiarò la Repubblica Autonoma dell'Epiro del Nord.[7]

  1. ^ Michael Graham Fry, Erik Goldstein e Richard Langhorne, Guide to International Relations and Diplomacy, Continuum International Publishing Group, 1 March 200, p. 144, ISBN 978-0-8264-7301-1.
  2. ^ The Treaty of London, 1913, su mtholyoke.edu. URL consultato il 4 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 1997).
  3. ^ Copia archiviata, su albanianhistory.net. URL consultato il 5 January 2012 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2011).
  4. ^ 2010, ISBN 978-0-8108-7380-3, OCLC 454375231.
    «... about 30 percent of the Albanian population were excluded from the new state»
  5. ^ Janusz Bugajski, Political Parties of Eastern Europe: A Guide to Politics in the Post-Communist Era, M.E. Sharpe, 2002, p. 675, ISBN 978-1-56324-676-0.
    «Roughly half of the predominantly Albanian territories and 40% of the population were left outside the new country's borders»
  6. ^ Richard C. Hall, The Balkan Wars 1912-1913: Prelude to the First World War, 4 January 2002, p. 72, ISBN 9781134583638.
  7. ^ Copia archiviata (PDF), su sdraper.ece.wisc.edu. URL consultato il 2 February 2012 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2012).

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